AI  LIMITI  DELLA  LUMINOSITA' :

IL  CANON  100mm  f/0,57  CATADIOTTRICO

PER FLUOROSCOPIA  A  RAGGI X  DEL  1974
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L'elevata luminosità è sempre stato un parametro in grado di affascinare gli utenti, preconizzando nuovi limiti
fisici per la fotografia in luce ambiente; tuttavia i settori dove la ricerca di grandi aperture si è spinta ai massimi
livelli sono quello (purtroppo) militare e quello medico-scientifico, e per comodità di realizzazione si tratta quasi
sempre di progetti catadiottrici che adottano un misto di lenti e specchi, schema utile per abbattere certe aberrazioni
che con l'aumentare dell'apertura diventerebbero incontrollabili; nel settore militare si vocifera di catadiottrici per
ripresa ad infrarossi su CCD celati in falsi satelliti metereologici, con lunga focale e grande apertura; pare che gli
ex-sovietici avessero messo in orbita obiettivi a specchio di tale diametro che lo specchio primario era argentato
su un enorme catino in berillio, dal peso irrisorio (un caro amico mi ha confermato la leggenda metropolitana, dal
momento che ha personalmente maneggiato questa meraviglia ad un'asta semi-clandestina di residuati militari ex-
URSS: l'amico sollevò l'enorme specchio da 1 metro di diametro spalancando la bocca per lo stupore, dato il peso
incredibilmente contenuto, e l'addetto con fare autocompiaciuto esclamò: "beryl, beryl"); nel più rassicurante settore
medico-scientifico i progetti più luminosi nascono dall'esigenza di fotografare in diretta su schermi di oscilloscopi o
su pannelli fluorescenti, caratterizzati da immagini in movimento e/o da una luminosità estremamente ridotta.

L'obiettivo protagonista di questa pagina è stato progettato nell'ormai lontano 1974 da Yoshimi Kohayakawa e
Kunio Takesi, entrambi in forza alla Canon, e si tratta di un catadiottrico con focale di 100mm progettato per
fotografare su un pannello fluorescente a sua volta eccitato da una proiezione di raggi X; dal momento che la
fluorescenza del pannello è estremamente debole, la luminosità dell'ottica è stata spinta fino all'incredibile limite di
f/0,57, il che significa 1 stop e 2/3 più luminoso di f/1,0! La particolarità del progetto, a parte questa incredibile
luminosità relativa, sta nel fatto che per ottenerla i progettisti sono stati obbligati a posizionare il piano-pellicola
all'interno dello schema stesso, in coincidenza con quello che nei comuni catadiottrici costituisce lo specchio
secondario (quel "bottone" circolare visibile al centro della lente frontale); questa scelta, oltre all'impiego di
un rifrattore primario argentato di grande diametro, hanno permesso di ottenere l'apertura f/0,57 senza l'ausilio
di vetri ottici dalle caratteristiche particolari, adottando anche un diaframma regolabile, caratteristica davvero
insolita per un obiettivo catadiottrico, e resa possibile dal fatto che questo 100mm, in realtà, sfrutta solo la
metà di quello che è il classico schema da obiettivo a specchi.

 



lo schema globale del fluoroscopio a raggi X progettato da Canon nel 1974 che adotta un luminosissimo
obiettivo a specchi 100mm f/0,57; curiosamente, (evidenziata in rosso), la pellicola è posta all'ìnterno dello
schema, dove solitamentg è collocato lo specchio secondario dei catadiottrici convenzionali; i vetri impiegati
sono comuni: soltanto una lente ha una rifrazione superiore ad 1,75

 



lo stato di correzione del Canon 100mm f/0,57 per fluoroscopia a raggi X;
notare la distorsione estremamente ridotta, evidentemente una specifica
prioritaria in fase di progetto per lo specifico utilizzo

 


IL MARCOMETRO



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