CHUGAI  COMPUTAR DL  VARI-FOCAL

105-150mm f/4,5-5,6 :  UN  RARO  OBIETTIVO

DA  INGRANDIMENTO  A  FOCALE  VARIABILE

PER FORMATI  DI  NEGATIVO  DA  6x9cm  A  4X5"

TRASFORMATO  DA  ME  NEL  PRIMO  ZOOM

PER  BANCO  OTTICO  6x9cm  DELLA  STORIA !



ABSTRACT

Chugai Computar dL 105-150mm f/4,5-5,6 is an uncommon enlarging lens projected
by Dr. Lynn Jones and made in Japan by Kowa, featuring an unique variable focal lenght:
at 105mm it blows 6x9cm negatives and at the top end of 150mm the increased field can
match 4x5" plates; I adapted this rare item on a Copal press # 1 leaf shutter, realizing the
first zoom lens for 6x9cm cameras ever seen!

14/05/2008

Chugai Computar dL è una sigla che può dir poco alla maggioranza degli appassionati di fotografia,
specialmente alle nuove leve, nate direttamente in ambiente digitale, ma identifica una gamma di
obiettivi da ingrandimento di eccellente qualità ottica e meccanica che non ebbero successo sul
nostro mercato non certo per carenze tecniche me semplicemente in quanto feudo consolidato di
altri Brand, Schneider e Rodenstock in primis.

Una delle chicche di questa gamma, già ampiamente descritta in un altro mio pezzo, è il mitico
Chugai Apo-Computar dL 55mm f/1,9, un obiettivo da stampa davvero unico per la luminosità
massima di f/1,9 (che permette una facile messa a fuoco anche di negativi-carbone), una resa
professionale già garantita ad appena f/2,8, uno schema ad 8 lenti con correzione apocromatica
e l'esclusiva ghiera di flottaggio manuale delle lenti in funzione del rapporto di ingrandimento,
scalata fra 5x e 20x; come potete intuire si tratta di un prodotto veramente high-end che non aveva
rivali sul mercato e che oggi è ricercatissimo; all'interno di questa serie erano presenti altri due
obiettivi altrettanto unici ed interessanti, anche se per altre ragioni: si tratta di due obiettivi zoom,
ovvero il Computar dL 50-80mm f/4,5-5,6 ed il Computar dL 105-150mm f/4,5-5,6.

Questi obiettivi si differenziano dall'unico rivale, lo Schneider Betavaron, dal momento che
in nel tedesco la variazione di focale serviva a modificare il formato di stampa su apparecchi
professionali in cui l'obiettivo era montato ad un'altezza fissa sul piano di stampa, ed il formato
di negativo era costante; viceversa, nel caso dei Chugai Computar dL Vari-Focal modificando
la lunghezza focale cambiava anche la copertura della coniugata posteriore, permettendo così di
stampare con un solo obiettivo negativi di formato sostanzialmente differente: scendendo nello specifico,
con il 50-80mm f/4,5-5,6 si potevano stampare tutti i negativi compresi fra il 24x36mm ed il 6x6cm,
mentre col modello superiore 105-150mm f/4,5-5,6 (oggetto di questo articolo) si potevano ingrandire
tutti i formati compresi fra il 6x7cm ed il 4x5" (10x12cm), anche se l'effettiva copertura di base a 105mm
è di circa 6x9cm (quindi il 6x7cm non la sfrutta fino ai bordi); in questo modo lo stampatore professionista
poteva passare rapidamente da un formato all'altro senza sostituire l'ottica, magari velocizzando ulteriormente
le operazioni predisponendo l'ingranditore con i doppi vetri anti-newton per il 4x5" con relativi condensatori
e stampando tutti i formati disponibili senza applicare le apposite mascherine: in questo modo non si sfruttava
a pieno la luminosità della lampada se non col formato superiore, ma considerando che sovente questi
ingranditori adottano lampade da 500w il problema non è così rilevante.

Questa serie di obiettivi Computar fu calcolata dal Dr. Lynn Jones, famoso accademico americano, e la
fattiva realizzazione degli esemplari venne appaltata alla Kowa, un'azienda ottica giapponese con ottime
referenze che qualche decennio fa diede del filo da torcere all'Hasselblad lanciando la Kowa Six, una
intelligente monoreflex 6x6cm equipaggiata con una ragguardevole gamma di eccellenti obiettivi Kowa,
fra i quali spiccava il mai più replicato e costosissimo fisheye e copertura circolare da 19mm; questo
apparecchio visse in Italia una effimera parentesi di gloria quando anche Cesco Ciapanna la impiegava
per le sue celebri macrofotografie in medio formato; gli assunti dell'idea originale erano molto elevati, dal
momento che la sigla dL sarebbe l'acronimo di "diffraction limited", ovvero obiettivi così corretti da rendere
al massimo a piena apertura, fornendo così, in ottemperanza alla regola generale sulla diffrazione, una risoluzione
superiore a quelli che richiedono invece una chiusura di alcuni stop per arrivare al massimo rendimento;
naturalmente questa fu solo una tendenza ideale (anche i Computar dL richiedono una certa chiusura per
ottenere il meglio), tuttavia rivelatrice del grande impegno profuso nel concepire una gamma di obiettivi
da ingrandimento fuori dagli schemi e di qualità assoluta, in grado di imporsi sul mercato anche in presenza
di marchi storicamente affermati.

 

il barilotto del Computar dL Vari-Focal 105-150mm f/4,5-5,6 esibisce una struttura estremamente
solida e rifinita in modo impeccabile; l'obiettivo presenta tre prese di forza gommate con rilievi a diamante:
una per il montaggio, una per impostare la ghiera del diaframma ed una per variare la lunghezza focale;
il diaframma è calibrato su valori compresi fra f/4,5 e f/32, con una doppia scala: la prima, di colore bianco,
viene sfruttata alla focale minima di 105mm mentre la seconda, scalata a partire da f/5,6 e di colore giallo,
si riferisce alla massima focale di 150mm; le lunghezze focali sono marcate ai valori 105, 120, 135 e 150mm
(anch'esse in bianco e giallo), riferite ad una linea di fede bianca incisa sul cannotto principale; tutte queste
scale sono ripetute due volte,a d intervalli di 180°, per garantire la visione a prescindere dalla posizione
raggiunta dopo il montaggio sull'ingranditore; l'obiettivo dispone di un comune filetto 39x1mm posteriore e
di un  "attacco filtri" anteriore da 67mm; le sue dimensioni sono assolutamente insolite per la categoria:
84,5mm di lunghezza per 76,4 di diametro mentre il peso di ben 710g tradisce la solida complessione e
l'abbondante profusione di vetro ottico!

 

un'autentica chicca è rappresentata dal diaframma con ben 12 lamelle; notare il particolare
antiriflessi dal tipico colore blu elettrico, concepito per tagliare gli ultravioletti con lunghezza
d'onda inferiore a 400nm: si tratta di una scelta strana ed in controtendenza, dal momento che
le comuni carte da stampa bianconero sono molto sensibili all'ultravioletto ad onda lunga, nello
spettro prossimo al visibile, e molte ottiche - come gli EL-Nikkor - vengono realizzate prevedendo
trasparenza e correzione fino a circa 350nm; dal momento che i Computar sono nati anche e
soprattutto per stampare a colori, è possibile che in questo ambito una eccessiva trasparenza agli
UV creasse più danno che altro, e gli obiettivi sono stati predisposti di conseguenza; un effetto
collaterale di questa UV-idiosincrasia è rappresentato da un certo blend caldo-giallastro, facilmente
avvertibile posizionando l'obiettivo su uno sfondo bianco; non si tratta in ogni caso di ingiallimento
dovuto a conversione metamittica da radiazioni (come avviene dopo qualche anno nel caso di vetri
all'ossido di Torio): ho misurato il mio esemplare col dosimetro ed è risultato inerte

 

nonostante le dimensioni insolite e le ragguardevoli caratteristiche ottiche
il costruttore è riuscito a mantenere il classico attacco Leica 39x1mm
che permette un facile montaggio su qualsiasi ingranditore (ovviamente
predisposto per questi grandi formati di negativo)

 

la variazione di focale si mette in atto ruotando l'apposita ghiera; l'obiettivo esibisce
i suoi massimi ingombri alla focale minima di 105mm, per rientrare progressivamente
fino a 150mm; intorno a 140mm il cannotto smette di collassare, e si sente distintamente
l'intervento di una camma supplementare che - nel residuo di rotazione - assesta di fino
lo schema sulla focale massima

 

Ovviamente non mi sono fermato qui: uno zoom ottimizzato a coniugate brevi che
lavora con tiraggi sufficientemente ampi ed è dotato di comune attacco 39x1 permette
di ipotizzare un utilizzo anche in fase di ripresa... La prima idea è quella di adattarlo
su un corpo digitale 24x36mm, come in questo esempio:

 

il Computar dL 105-150mm f/4,5-5,6 adattato in configurazione da ripresa su una Canon EOS 5D;
l'obiettivo è stato montato su un soffietto intermedio per la messa a fuoco (un Nikon PB-6) applicato
al corpo Canon grazie ad un adattatore Nikon F - Canon EOS; per adattare l'obiettivo al soffietto
ho impiegato due anelli in cascata: un maggioratore bi-filettato da 39x1mm a 42x1mm ed un anello
42x1mm - Nikon F, ovviamente privato della lente di campo solitamente necessaria per mettere a
fuoco su infinito le comuni ottiche 42x1 su Nikon (nella fattispecie, ho segato anche il telaio metallico
della lente di campo, limando la luce interna dell'anello e smaltandola in nero opaco)

 

lo stesso complesso con l'obiettivo su focale minima; non essendo prevista per la ripresa in forte
luce diurna o flash, l'ottica produce facilmente del flare, ed ho provveduto ad applicare un paraluce,
sfruttando un Nikon HN-20 (nato per il Nikkor AiS 85mm f/1,4) con anello riduttore da 72 a 67mm

 

Anche se è un esperimento interessante (nonchè un vertiginoso salto tecnico e concettuale), questo abbinamento
non è destinato a fornire risultati eccezionali, dal momento che il sensore sfrutta in modo severo una piccola porzione
della copertura disponibile, anche se le specifiche degli obiettivi da stampa sono molto superiori allo standard
comune l'enorme copertura comporta comunque una centrica confusionale meno restrittiva di quella destinata al
piccolo 24x36; un'alternativa molto più interessante consiste nell'adattare questo zoom ad un apparecchio tradizionale
di grande formato: l'obiettivo copre a tutte le focali almeno il 6x9cm, e su questo mi sono concentrato.

 

Il primo scoglio riguarda l'otturatore: gli apparecchi 6x9 - folding o a banco - solitamente adottano
obiettivi con otturatore centrale incorporato; ho quindi provveduto a montare il Computar dL su un
otturatore Copal press # 1, che garantisce tempi di otturazione compresi fra 1" ed 1/125" più posa

 

la flangia anteriore dell'otturatore #1 ha una filettatura da 40mm, quindi è necessario
interporre una sottile striscia di gomma (ricavata da quelle utilizzate nel montaggio di
ciclocomputers) in un settore del filetto per recuperare il gioco ed ancorare le due parti;
dal momento che la stazza dell'obiettivo coprirebbe completamente l'otturatore, rendendo
difficile la regolazione dei tempi di posa, ho interposto un piccolo tubo di prolunga con
filetto 39x1mm, sfruttando quello in dotazione al Leitz Focotar 50mm f/4,5 da stampa

 

il risultato è il primo obiettivo zoom per banco ottico 6x9cm del mondo, qui ritratto
per l'occasione accanto ad un altrettanto insolito obiettivo da stampa sovietico!

 

lo zoom 105-150mm f/4,5-5,6 su Copal press #1 applicato all'apposita
piastra con foro #1 del mio banco ottico FATIF DS 4x5"; quest'ultimo
è ovviamente predisposto per il formato 10x12cm - 4x5", una copertura
non garantita dal Computar alle focali più corte...

 

Se la montagna non va da Maometto.... Come già descritto in altra sede, ho ridotto
il formato del banco FATIF DS a 6x9cm grazie a questa piastra posteriore artigianale,
sulla quale è montata la flangia per i magazzini di una Mamiya Universal 6x9cm;
nella foto è già applicato un magazzino portarulli Mamiya Universal per il formato 6x9

 

Ed ecco il risultato finale! Il banco 4x5" è stato trasformato in 6x9cm, e lo zoom
Computar dL 105-150mm f/4,5-5,6 è in grado di coprire questo formato a tutte
le focali; a 105mm la copertura è risicata, ma a 150mm sono possibili i normali
brandeggi, dal momento che il formato reale garantito sarebbe 10x12cm; nella
piastra posteriore modificata con attacco Mamiya Universal 6x9 è applicato il
vetro smerigliato Mamiya formato 6x9 per la messa a fuoco, che andrà poi rimosso
e sostituito col magazzino portarulli 6x9 per l'esposizione... Un banco ottico con
lo zoom: chi ci avrebbe mai pensato? Purtroppo non è possibile effettuare riprese
creative zoomando durante una posa lunga, dal momento che l'obiettivo non mantiene
una coniugata posteriore costante al variare della focale (necessità irrilevante in stampa
e non presa in considerazione per semplificare il progetto e fornire prestazioni superiori)

 

anche in questo caso la propensione al flare suggerisce l'utilizzo di un efficace paraluce
(omesso nella foto per esigenze "estetiche")

 

il notevole peso a sbalzo consiglia altresì di tentare il blasfemo trapianto
solamente su apparecchi sufficientemente robusti e dotati di bloccaggi efficienti

 

la propensione alle coniugate brevi suggerisce un utilizzo su 6x9cm
nella ritrattistica, sfruttando la massima focale di 150mm; alla focale
minima di 105mm il tiraggio ad infinito è piuttosto ridotto, e considerando
i 30mm aggiunti dall'adattatore per il dorso Mamiya (necessari per impedire
alle protuberanze del portarulli di interferire con la piastra) è meglio accessoriare
il banco col soffietto grandangolare a sacco, che permette di avvicinare le
standarte praticamente fino al contatto; naturalmente il potere risolvente di
questo "zoom" è molto elevato e superiore ai comuni obiettivi da banco ottico
a focale fissa; resta l'handicap sul colore del cast caldo-giallastro, ovviabile
con un leggero filtro azzurro da 67mm (naturalmente col bianconero non ci
sono problemi!)

 

per finire, un'eloquente animazione che riassume
questo pazzo ed inedito adattamento!

(testi, foto ed attrezzature di Marco Cavina)


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