I  FIGLI  PERDUTI  DI  PENTAX - parte I

I  PROTOTIPI  SMC-PENTAX 20mm f/2  ED  SMC-PENTAX 18mm f/2  DEL  1974

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Tre classici obiettivi per la cui mancata produzione il popolo Pentax si è sempre rammaricato sono l'SMC-Pentax
20mm f/1,4, l'SMC-Pentax-M 35mm f/1,4 e - in tempi successivi - l'SMC Pentax 300mm f/2; in questa sede voglio
riferire di due ulteriori prototipi appartenenti alla categoria dei super-grandangolari molto luminosi, il cui calcolo fu
terminato dal matematico Dr. Ryota Ogawa-San nell'Agosto del 1974; si tratta di due obiettivi retrofocus con luminosità
massima di f/2 ed un angolo di campo di 94,6° e 100,8°, che se fossero arrivati alla produzione di serie sarebbero
divenuti rispettivamente l'SMC-Pentax 20mm f/2 e l'SMC-Pentax 18mm f/2; se il 20mm f/2 va di certo accolto col dovuto
interesse sistematico ma può sembrare ridimensionato all'ombra del prototipo 20mm f/1,4 - già noto e di poco successivo -,
l'opzione da 18mm f/2 è realmente esplosiva, oltre che unica: disporre di 100 gradi sulla diagonale con simili aperture
avrebbe reso tale obiettivo un vero kriss malese in certe nicchie del reportage, come ad esempio le rievocazioni medievali
notturne, fra fuochi e danze sfrenate gomito a gomito, così come l'architettura e la documentazione museale in interni.

Come avverrà per il successivo 20mm f/1,4, anche questi due progetti furono privi di sbocchi produttivi e commerciali;
restano tuttavia un bell'esempio dell'avanzata tecnologia Asahi Kogaku, in grado di progettare obiettivi così critici
- e dotati comunque di una correzione soddisfacente - utilizzando schemi ottici abbastanza semplici e senza ricorrere
a vetri ottici particolarmente esotici e costosi.




il primo dei quattro schemi inediti presenta lo schema ottico del prototipo Pentax da 20mm f/2,
progettato da Ryota Ogawa - il padre del successivo e celebre 85/1,4 Star - e basato su uno
schema a 10 lenti, con l'elemento anteriore di grande diametro che ha suggerito l'adozione di
una torretta porta-filtri interna; lo schema non è particolarmente esasperato e non fa ricorso
a vetri estremi: troviamo solo due elementi ad alta rifrazione ed altri due a dispersione ridotta;
del resto, il trend della serie M con la sua miniaturizzazione esasperata era al di là da venire,
ed il progettista veniva agevolato dalla possibilità di prevedere ingombri adeguati

 



lo stato di correzione previsto dal progetto di Ogawa, non eccezionale ma stiamo parlando di un 20mm f/2
del 1974; in particolare, la giacitura astigmatica delle due calotte ai bordi esce leggermente dal controllo.

 


il piatto forte di giornata: lo schema con le caratteristiche dei vetri relativi al prototipo
di SMC-Pentax 18mm f/2, basato su un'architettura analoga al 20mm, con una lente
anteriore ancora più imponente (immaginiamocelo un po' con l'aspetto del Leica
Elmarit-R 19mm f/2,8 1° tipo del 1975); in questo caso si è fatto ricorso ad un vetro
tipo FK-5 a dispersione leggermente inferiore (vD= 70,1), posto appena un gradino
al di sotto della moderna generazione di vetri ED con vD superiore ad 80; tre vetri ad alta
rifrazione completano questo schema che appare ordinato e non forzato, forse proprio
perchè la priorità non veniva ancora concessa alla miniaturizzazione assoluta

 


lo stato di correzione del prototipo da 18mm f/2 è analogo a quello del 20mm e tutto sommato
accettabile, considerando le caratteristiche geometriche; la distorsione  - quasi il 5% a barilotto -
sarebbe stata chiaramente avvertibile nelle riprese di edifici, ma da un 18mm f/2 non possiamo
pretendere troppo: in fondo è un obiettivo da "night-raiders" e non da architetti....

 

IL  MARCOMETRO

CORREZIONE  NON  ECCEZIONALISSIMA,  MA UN  18mm f/2
SAREBBE  STATO  CERTAMENTE  UN  OBIETTIVO  DA  SOGNO

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