RARA  E  INSOLITA  LENTE  ADDIZIONALE

ZEISS  IKON  F = 2m  DA  67mm  DI  DIAMETRO

CONCEPITA  PER  REALIZZARE  RITRATTI

CON  L'AGGIUNTIVO  CARL  ZEISS  PRO-TESSAR

115mm f/4  DESTINATO  ALLA  REFLEX  CONTAFLEX


 

19/08/2016

La serie di fotocamere postbelliche Contaflex riprendeva un nome glorioso dal listino Zeiss Ikon anni '30 e comprendeva una riuscita schiera di apparecchi reflex monobiettivo di media gamma per il formato 24x36mm che riscossero un notevole successo, grazie all'elevata qualità costruttiva, tipicamente Zeiss Ikon, ed alla facilità d'uso garantita dai comandi semplificati e raggruppati sull'obiettivo e dalla messa a fuoco reflex che agevolava il compito in molte situazioni.

 

Una Contaflex Super BC con Carl Zeiss Tessar 50mm f/2,8 su Synchro-Compur-X, punto di arrivo di una lunga parabola evolutiva
(picture: Zeiss Ikon advertising)

Come spesso avvenne per altri apparecchi della Casa, durante l'evoluzione dei modelli la brama di perfezione Zeiss prese il sopravvento, introducendo raffinatezze, accessori e particolari che andavano ben oltre le moderate ambizioni iniziali: pensiamo ad esempio ai dorsi portapellicola intercambiabili, identici a quelli poi usati sull'ammiraglia Contarex e magnificamente costruiti... Alla stessa stregua, ben presto l'obiettivo non intercambiabile che caratterizzava le Contaflex fu visto come una limitazione alla quale ovviare senza indugio!

Tale limitazione era legata a scelte non solo tecniche ma anche economiche e politiche all'interno dello Stiftung Zeiss postbellico: infatti la Società controllava il pacchetto azionario di maggioranza delle due maggiori aziende tedesche specializzate nella produzione di otturatori centrali, la Deckel di Monaco e la Gauthier di Calmbach; pertanto, per aumentare gli utili delle medesime, gran parte della gamma di fotocamere Zeiss Ikon Stuttgart continuò sistematicamente a privilegiare otturatori centrali anzichè a tendina, ed anche le reflex Contaflex non facevano eccezione; peraltro questi otturatori svolgevano egregiamente il loro compito ma impedivano di fatto l'intercambiabilità delle ottiche, sebbene fra il 1956 ed il 1958 venissero sperimentati alcuni prototipi di obiettivi destinati ad una Contaflex III evoluta, ciascuno dei quali incorporava un otturatore centrale Synchro-Compur 00 ed era quindi intercambiabile ed anche connotato da una livrea esterna analoga a quella dei coevi obiettivi Hasselblad, meccanicamente molto simili; erano stati ipotizzati 4 obiettivi: un Distagon 35mm f/3,5, un Planar 50mm f/2, un Sonnar 85mm f/2,8 e un Sonnar 135mm f/4 che purtroppo, così come avvenne per la fotocamera, non videro mai la luce; la rara scheda allegata illustra l'aspetto e la sezione del Sonnar 85mm f/2,8 intercambiabile ad otturatore centrale Synchro-Compur 00 (con diametro utile di 18,1mm) destinato alla Contaflex III; come potete notare, non solo l'estetica è simile a quella del coevo Zeiss Sonnar 150mm f/4 per Hasselblad ma anche lo schema ottico è praticamente identico!

 

(Ringrazio il Dr. Kammerer e Larry Gubas)

Tralasciando questo lodevole tentativo, forse tecnicamente troppo complesso per il target Contaflex (in pratica sarebbe diventata una sorta di piccola Hasselblad, con obiettivi intercambiabili Zeiss dotati di Synchro-Compur e magazzini portapellicola intercambiabili, forse un volo pindarico un po' eccessivo considerando la semplice fotocamera incarnata dai primi modelli...), di fatto questa serie di apparecchi restò vincolata all'esercizio con obiettivo fisso, una limitazione sentita dai perfezionisti di casa Zeiss ma anche dagli amatori evoluti che acquistavano la valida fotocamera e poi dovevano immortalare il loro universo fotografico col solo obiettivo normale...

Zeiss corse ai ripari ideando una sofisticata e complessa gamma di aggiuntivi ottici che, montati anteriormente all'obiettivo di serie, ne convertivano la focale o modificavano la coniugata di fuoco; proprio per tenere vivo in consumo di otturatori centrali prodotti dalla consociata Deckel, fra il 1955 e il 1960 Carl Zeiss profuse una marea di energie e chiamò ad operare in prima persona il capo del Rechensbuero di Oberkochen, l'espertissimo Guenther Lange, che si vide "costretto" ad abbandonare temporaneamente la progettazione di nuovi obiettivi Zeiss per dedicarsi anima e corpo al calcolo di aggiuntivi grandangolari e tele per il semplice Tessar 50mm della Contaflex, fornendo così una risposta ai desideri della clientela e prolungando la vita utile di questo sistema; ignoro se il Dr. Lange abbia accettato di buon grado questo compito insolito e per certi versi ingrato ma sicuramente la Zeiss Ikon deve aver investito in questi aggiuntivi più di quanto abbiano realizzato gli otturatori Deckel prodotti in più grazie alla gamma Contaflex, dal momento che, oltre alle varie versioni di serie, vennero ipotizzati numerosi prototipi sempre più sofisticati, arrivando a modelli così complessi che, per contenere il peso, si tentò persino di squadrare le lenti e la montatura, ottenendo comunque una proiezione di costo unitario nell'intorno dei 600 DM dell'epoca, una cifra spropositata rispetto al costo dell'apparecchio di destinazione...

Alla fine la gamma degli aggiuntivi più evoluti si attestò su 4 modelli intelligentemente assortiti che permettevano di trasformare il normale Tessar 50mm f/2,8 in un grandangolare da 35mm f/3,2, un medio tele per ritratti da 85mm f/3,2, un tele più lungo da 115mm f/4 oppure in imprevedibile obiettivo macro 1:1 di ottima qualità per riprese ravvicinate o riproduzione di negativi e diapositive; tali aggiuntivi vennero denominati Pro-Tessar.

 

Gli schemi ottici dei 4 aggiuntivi Pro-Tessar disponibili nella fase finale della parabola Contaflex; per aumentare le variabili di calcolo la lente anteriore dello Zeiss Tessar 50mm f/2,8 (colorata in rosso) era fissata con una baionetta di precisione e facilmente rimovibile, lasciando di fatto solamente le 3 lenti residue, colorate in azzurro; su questa base erano stati calcolati i Pro-Tessar (lenti di colore giallo) in modo da costituire un tutt'uno col modulo monco del Tessar ed ottenere obiettivi dalla qualità ottica ragionevolmente buona; in particolare, il Pro-Tessar M 1:1 forniva risultati davvero inaspettati.

La focale più lunga ottenibile arrivava a 115mm ed era garantita dall'aggiuntivo Pro-Tessar 115mm f/4, la cui progettazione fu particolarmente difficile perchè la focale relativamente lunga e l'apertura ancora rispettabile comportavano ingombri, pesi e costi inconciliabili con il target di partenza e la realizzazione dello schema ottico finale di produzione fu preceduta da un lento e complesso avvicinamento progressivo, messo in atto tramite una serie di prototipi, inizialmente con apertura massima f/5,6 e schema ad 8 lenti così complesso da comportare costi, ingombri e pesi inaccettabili; questo prototipo iniziale di Pro-Tessar 115mm f/5,6 era identificato dal codice Zeiss 10 44 97 Versuch 2, venne completato il 15 Giugno 1959 e la richiesta di brevetto presentata il 7 Ottobre 1960; contestualmente venne anche ipotizzato un Pro-Tessar da 135mm f/5,6 (completato nel Settembre 1960, codice 10 44 89 Versuch 4) che non venne realizzato sia per le dimensioni ed il peso eccessivi sia perchè, forse, un 135mm f/5,6 da gestire cominciava ad essere troppo impegnativo per l'utente medio; in ogni caso lo schema del 135mm f/5,6 - pur derivato da quello del 115mm f/5,6 prototipo - risultava semplificato ed utilizzava solamente 6 lenti; venne quindi ridotto in scala e leggermente modificato per ottenere, finalmente, il Pro-Tessar 115mm f/4 di serie.
Lo schema che segue mostra gli estratti dal brevetto di Gunther Lange col prototipo Pro-Tessar 115mm f/5,6 e due rare sezioni originali Zeiss che illustrano lo schema del prototipo 115mm f/5,6 descritto nel brevetto applicato alla montatura meccanica prevista e l'analoga sezione meccanica del prototipo da 135mm f/5,6.

 

Appare evidente come lo schema del prototipo 135mm f/5,6 sia stato ottenuto semplificando lo schema del 115mm f/5,6; dal momento che il 135mm definitivo sarebbe stato eccessivamente ingombrante e pesante, il suo schema dai costi comunque accettabili venne utilizzato per realizzare il Pro-Tessar 115mm f/4, guadagnando 1 f/stop senza penalizzare le dimensioni.

 

Lo schema finale del Pro-Tessar 115mm f/4 per Contaflex; le lenti sfumate in azzurro sono quelle del Tessar 50mm f/2,8 privato dell'elemento anteriore mobile, quelle in colore giallo le componenti dell'aggiuntivo; a titolo di curiosità, gli incollaggi dei due grossi doppietti risultano critici per la rigidità intrinseca del collante epossidico utilizzato e per i diversi coefficienti di dilatazione termica dei vetri, pertanto le scollature sono statisticamente frequenti.

Questo modello fu quindi il Pro-Tessar di focale più lunga disponibile per gli utenti Contaflex e venne inguainato in una meccanica di elevata qualità con robusta e precisa baionetta cromata per il montaggio sul Tessar della fotocamera.

 

Com'è intuibile dal diametro filtri 67mm si tratta di un oggetto voluminoso ed anche pesante (448g senza tappo) a cagione della grande massa di vetro che lo caratterizza; considerando anche un costo nell'ordine del 62% rispetto al prezzo di listino di una Contaflex BC con Tessar 50mm f/2,8 possiamo dire che la sua creazione ed il suo stesso impiego quotidiano rasentano già i limiti evolutivi di una fotocamera che non era certo nata con ambizioni professionali o da ammiraglia; tuttavia in casa Zeiss l'amore per l'assoluto e la certosina attenzione ad ogni dettaglio sono proverbiali, e i tecnici non si fermarono qui...

 

Osservando questa pagina dalla brochure Zeiss Ikon - Voigtlaender dedicata ai sistemi Icarex 35 e Contaflex Super BC e distribuita alla Photokina 1968, troviamo elencata la fotocamera Contaflex di base (10.1273), i vari Pro-Tessar 35mm f/3,2 (11.1201), 85mm f/3,2 (11.1202) Macro 1:1 (11.1204) e 115mm f/4 (11.1205); proseguendo oltre, nel settore dedicato ai filtri e alle lenti addizionali per la macro, scopriamo che per i due Pro-Tessar con focale tele, 85mm e 115mm, erano addirittura predisposte due specifiche lenti addizionali Proxar per ridurre la distanza minima di messa a fuoco del complesso obiettivo + aggiuntivo e riempire meglio il formato nel ritratto! Il modello dedicato al Pro-Tessar 85mm f/3,2 ha un diametro di 60mm ed una focale f = 1,3m (codice 20.0841) mentre la lente Proxar creata per il Pro-Tessar 115mm f/4 ha un diametro di 67mm, una focale f = 2m ed è identificata dal codice 20.0842: specialmente quest'ultima è molto rara perchè l'utente Contaflex non era così smaliziato da acquistare non solo un costoso e voluminoso aggiuntivo tele 115mm, già di per se non così agevole nell'uso,  ma addirittura da applicarvi una lente addizionale positiva per ridurre la coniugata di fuoco per un ritratto a pieno formato...

Fatto sta che questa lente Proxar da 67mm 20.0842 dedicata al Pro-Tessar 115mm f/4 per Contaflex costituisce una curiosità veramente insolita, una delle infinite sfacettature dello sterminato sistema fotografico che la Zeiss Ikon ha concepito e creato nella sua lunga e gloriosa storia.

 

Tre filtri Zeiss Ikon da 67mm con la custodia originale in cuoio tipo 23.2002: da destra a sinistra un Ikolor C leggermente rosato (potremmo assimilarlo ad uno Skylight), un giallo 2x tipo 20.1041 e la lente Proxar f = 2m tipo 20.0842 protagonista di queste note e dedicata al Pro-Tessar 115mm f/4 tipo 11.1205; gli altri filtri, a parte ovviamente sullo stesso Pro-Tessar 115mm,  si possono applicare ad obiettivi Carl Zeiss Contarex anni '60 e '70 come il Planar 85mm f/1,4, l'Olympia- Sonnar 180mm f/2,8 e l'Olympia-Sonnar 250mm f/4 nelle due versioni, a preselezione e a fuoco rapido. E' interessante notare che la custodia 23.2002 per la lente Proxar del Pro-Tessar è in cuoio nero e non marrone come nel caso degli altri filtri ed anche le incisioni sulla montatura della lente sono più sottili, dettagli forse non casuali e volti a sottolineare la differente destinazione ed anche il differente "lignaggio" dei pezzi.

 

La lente Proxar f = 2m tipo 20.0842 assieme alla sua custodia; la fattura meccanica presenta la consueta, perfetta qualità ma le superfici ottiche non hanno alcun tipo di trattamento antiriflessi.

 

Lente e custodia sono new old stock, inusati, e infatti le fessure di passaggio per la cinghia di trasporto sono ancora coperte dall'etichetta originale Zeiss Ikon che conferma il codice del prodotto e la destinazione al Pro-Tessar da 115mm.

 

La Proxar f = 2m da 67mm assieme all'aggiuntivo ottico alla quale era destinata; la Zeiss Ikon non ha mai fornito dati ufficiali sull'intervallo di messa a fuoco disponibile applicando la lente sul Pro-Tessar 115mm f/4.

 

La lente addizionale 20.0842 applicata al Pro-Tessar 11.1205; la finitura godronata e satinata cromo della sua montatura anteriore si fonde con la lente senza soluzione di continuità, un risultato estetico che appaga anche l'occhio.

Questa insolita lente, concepita come ulteriore accessorio specifico per un oggetto già di nicchia, ribadisce per l'ennesima volta l'attenzione che la Zeiss Ikon ha sempre rivolto ad ogni settore ed implicazione della fotografia, mettendo i propri clienti nelle condizioni di affrontare qualsiasi situazione fotografica, anche la più particolare ed inconsueta; questa lodevole attitudine molto spesso è stata perseguita senza alcuna attenzione alle banali considerazioni commerciali, come costi, numeri di produzione o profitti, concentrandosi unicamente sulla volontà di realizzare prodotti della massima qualità e versatilità: un credo che ha ucciso la Zeiss Ikon stessa ma, nel contempo, alimenta anche il fascino indiscreto di quanto ci ha lasciato, fossili viventi sopravvissuti ad un'epoca che non potrebbe più rivivere.

(Marco Cavina)

(Testi, foto, attrezzature e grafiche di Marco Cavina, dove non altrimenti indicato).




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