CANON  POWERSHOT G10  E  CANON  EOS 5D:

ALTA  RISOLUZIONE  IN  ENTRAMBE,

MA  E'  LA  STESSA  COSA?



06/12/2008


Vi prego di considerare questa paginetta soltanto come un veloce appunto sul taccuino
da viaggio; la curiosità è stata suscitata da un caro amico di vecchissima data, che trovandosi
nella necessità di acquistare una compatta digitale di qualità - su mio consiglio - si è procurato
una Canon Powershot G10; personalmente ho sempre apprezzato la serie "G" per la struttura
solida, l'aspetto piacevolmente retrò e le ghiere multifunzionali analogiche, senza trascurare la
parte ottica ed elettronica, sempre ai vertici della categoria: ero quindi relativamente sicuro che
l'amico si sarebbe trovato bene, pur venendo dal retaggio di un ampio corredo reflex analogico
di classe professionale.

Complice la totale inesperienza nel digitale e preso dall'entusiasmo per questo nuovo mondo,
l'amico mi ha letteralmente fatto "verde", sciorinando centinaia di foto sull'ampio display da 3",
sul quale tutte apparivano invariabilmente "bellissime", ivi comprese quelle scattate in condizioni
luminose pessime, con ampio ricorso allo stabilizzatore d'immagine; naturalmente, grazie alla minima
esperienza che mi conforta, sapevo bene che il file visionato al 100% o l'immagine stampata su carta
sono ben altra cosa, ma il caro amico ha già aderito alla sempre più diffusa consuetudine di limitarsi
a guardare le immagini sul grande display posteriore, senza preoccuparsi di stamparle, magari ai formati
che l'ampia risoluzione da oltre 14 mpx potrebbe consentire....

Incuriosito da questo piccolo gioiellino che sembrava fare miracoli, ho dato vita ad un veloce test di quelli
"cattivi", immortalando uno scenario urbano notturno su treppiede sia con la G10 dell'amico che con la mia
EOS 5D, apparecchio con sensore di ben altro calibro ma risoluzione addirittura inferiore; approfittando
di un'uscita conviviale ho eseguito due scatti analoghi (la G10 copre un formato 4/3, la EOS 5D 2/3),
impostando su entrambi gli apparecchi la sensibilità di 100 ISO (fattore che avvantaggia sicuramente la
G10), il white balance su automatico e l'identica accoppiata tempo/diaframma: 15" ad f/4, un tempo lungo
che mette a dura prova le capacità di sopprimere il rumore dell'elettronica di bordo; sulla G10 ho
sfruttato la focale minima dello zoom in dotazione, 6,1mm (equivalente ad un grandangolare da 28mm
sul formato 135), mentre sulla EOS 5D ho montato un Canon EF 24mm f/1,4 L, ovvero la focale che
più si avvicina all'inquadratura  della G10 impostata su wide, considerando che la sua copertura verticale
è maggiore, grazie al formato 4/3; ecco i due scatti con alcuni crop al 100% dei rispettivi files.

(le immagini sono state scattate in Jpeg alla massima qualità consentita dagli apparecchi)

 


Due viste notturne di Castrocaro Terme dagli spalti del castello; la G10 vanta un file di dimensioni
addirittura superiori a quello della EOS 5D usata per confronto, e l'immagine campione - vista
sul monitor - appariva molto bella.... Ricordo che le condizioni di esercizio erano analoghe, e
peraltro lo specifico 24mm f/1,4 EF-L impiegato, a mio parere, non è un esemplare ben riuscito
rispetto alla media.

 

 

 

 

 

Osservando il file al 100% i nodi vendono al pettine: al di là di aberrazioni residue
che abbassano la nitidezza (ed il confronto col 24mm L su sensore full frame è in effetti
maligno), quello che connota l'immagine prodotta dalla G10 è la vistosa serie di
artefatti, probabilmente un effetto secondario della soppressione di rumore on camera,
un problema non trascurabile in un sensore così piccolo che vanta 4.416 x 3.312 pixel
di risoluzione effettiva; l'immagine fornita dalla G10 potrà naturalmente garantire una
stampa di piccolo formato soddisfacente ma se andassimo ad ingrandire fino ai 300 Dpi
reali non interpolati solamente la EOS 5D manterrebbe nella stampa una qualità d'immagine
"professionale", sia per quanto riguarda la nitidezza che la "pulizia"; naturalmente l'utente-tipo
di una compatta digitale nella maggioranza dei casi si accontenta di una visione a monitor
in scala ridotta o di una stampa in formati standard, ma a questo punto non comprendo
l'esigenza di aumentare a dismisura la risoluzione teorica di queste compatte, spingendosi
fino a limiti irreali e francamente inutili, se questo è poi il prezzo da pagare... Personalmente
ero tentato a mia volta all'acquisto, immaginando situazioni dove una compatta nel taschino
sarebbe preziosa, ma abituato ai files garantiti dal sensore 24x36mm non credo che potrei
"adattarmi" a questo tipo di risposta.

 

Il sottoscritto immortalato con la Powershot G10 in luce ambiente, sfruttando l'elevata
luminosità f/2,8 alla focale grandangolare ed un tempo di scatto lento, compensato
dallo stabilizzatore attivo, il tutto a 400 ISO di sensibilità: condizioni difficili affrontate
grazie alle interessanti prerogative tecniche di questa compatta; ed il file?

 

Il potere risolutivo a piena apertura e la stabilizzazione attiva con 1/8" sono senz'altro
soddisfacenti, ma questo non basta a compensare la marea di artefatti che penalizzano
l'immagine...

 

...considerazione applicabile anche a questo dettaglio fuori
fuoco, che permette di apprezzare gli artefatti con maggiore
chiarezza.

Le mie veloci considerazioni, suffragate solo dall'analisi al 100% di un centinaio di immagini
scattate con la G10 nelle più varie condizioni d'uso e quindi valide come impressione iniziale,
sono queste: si è arrivati ad una completezza operativa e ad un'efficacia nel controllo esposimetrico
che permette di affrontare facilmente qualsiasi situazione fotografica, anche la più complessa,
ma questa prerogativa positiva, unita alla risoluzione estremamente elevata, può trasformarsi in
un boomerang quando attira anche una clientela professionale abituata a ben altri sensori e di
conseguenza a files molto più "puliti": magari lavorando in condizioni di luce ottimali il problema
viene minimizzato, ma appena ci si spinge "in linea rossa", cosa non infrequente in mano ad un
utente smaliziato, tutti i limiti del sensore di taglia ridotta affiorano inevitabilmente: si tratta di
trovare un equilibrio e capire, che anche se le molteplici funzioni e possibilità dell'apparecchio
non pongono limiti tecnici in qualsiasi situazione fotografica, dobbiamo trattenerci dal subire
il "delirio di onnipotenza" che questo tipo di apparecchi può causare grazie al suo mantra
"sempre facile, sempre bello" e magari ricordarci che tre per tre non fa diciotto....

per chiudere con goliardia, ecco il "controcampo" dell'immagine precedente:
della serie, non di sola foto vive l'uomo...

(Canon EF 35mm f/1,4 L   1/50"  f/1,4  800 ISO)

 


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