CANON  FD  20-35mm  f/3,5 L:

DENTRO  I  SEGRETI  TECNICI  DEL  PRIMO

ZOOM  FOTOGRAFICO  CON  93°  ALLA  FOCALE  D'ESORDIO

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Il Canon FD 20-35mm f/3,5 L è stato il primo zoom fotografico a sfoderare una focale d'esordio di 20mm
(20,5mm effettivi), cui corrisponde un angolo di campo pari a 93°: da questo punto di vista questo raro obiettivo,
prodotto in serie ridotta con montatura Canon FD-new a partire dall'aprile 1984, è da considerarsi una pietra miliare,
soprattutto perchè a fronte delle caratteristiche geometriche estreme sfoderava comunque una resa ottica di tutto rispetto,
fornendo immagini pastose e con colori molto saturi, garantendo alla focale minima una resa non certamente inferiore
all'equivalente focale fissa Canon FD 20mm f/2,8; quest'ottica deriva strettamente dal precedente progetto Canon FD
24-35mm f/3,5 S.S.C. aspherical, posto in vendita nel Febbraio 1978, e che a sua volta fece scalpore per la corta focale
messa a disposizione e per la brillante resa ottica.




il Canon FD 20-35mm f/3,5 L del mio corredo: l'estetica FD-new è davvero pulita e professionale,
con grafiche e punti di fede nitidi e di comprensione immediata



Il Canon FD 20-35mm f/3,5 L fu progettato dal Dr. Shigeyuki Suda-san, coadiuvato dall'espertissimo Dr. Keiji Ikemori-san,
che aveva appena firmato il calcolo dell'altrettanto mitico Canon FD 50mm f/1,2 L; il progetto fu chiuso nel maggio del 1981 e
prevede ben 5 prototipi opzionali, fra i quali è stato scelto lo schema del 20-35 definitivo; i principi informatori del progetto
facevano molto affidamento sulla superficie asferica della lente anteriore, che permetteva di ridurre il diametro della lente stessa
consentendo la realizzazione di un obiettivo molto compatto, mentre con progetti sferici per ottenere un angolo di campo superiore
a 90° occorreva una lente anteriore smisurata, pena l'insorgenza di una distorsione a barilotto di grande entità, non correggibile;
le caratteristiche di correzione del 20-35 sono ancora più rimarchevoli considerando il fatto che si basa, come già era stato per
il rinomato Canon FD 35-70mm f/2,8-3,5,  su uno schema a due soli gruppi mobili, quello anteriore negativo e quello posteriore
positivo, delegando allo spazio d'aria variabile interposto fra essi la variazione di focale; la lente asferica anteriore consentiva dunque
 di adottare una lente frontale di diametro ridotto, mantenendo la distorsione entro accettabili per la categoria d'obiettivo e senza che
questo penalizzasse l'aberrazione sferica alla focale massima o altre aberrazioni primarie a quelle intermedie.

I due membri anteriore e posteriore agiscono come due obiettivi completi, e mentre la prima superficie asferica minimizza la
distorsione, la superficie posteriore della seconda lente presenta un raggio maggiore rispetto alla superficie anteriore della terza,
ed in tal modo la lente d'aria interposta agisce come elemento convergente, minimizzando l'astigmatismo: tutto questo ha consentito
di mettere in cantiere uno zoom 20-35mm f/3,5 fisso con un numero di lenti molto ridotto, appena 11, exploit significativo anche
con parametri attuali; naturalmente - con angoli di campo superiori a 90° - l'azione convergente della suddetta lente d'aria porterebbe
una sotto-correzione nella curvatura del piano di giacitura dei raggi ad orientamento meridionale, con una netta differenziazione
astigmatica rispetto all'orientamento sagittale, e a tale proposito la superficie asferica è una vera panacea.

All'epoca, gli obiettivi speciali di Canon venivano genericamente definiti "L" e l'esposizione in chiaro delle caratteristiche speciali
si limitava all'indicazione delle eventuali lenti asferiche, mentre l'utilizzo di vetri con caratteristiche anomale  veniva sbandierata soltanto
nel caso dei teleobiettivi luminosi; alla luce di queste scelte di marketing tutti conoscono il 20-35mm f/3,5 L per la sua lente
asferica molata di precisione sul vetro, mentre questo sofisticato zoom è a tutti gli effetti anche APO, dal momento che le due lenti
posteriori sono realizzate col vetro UD di classe Schott FK-01 (numero di abbe vD= 81,6) e con vetro a bassa dispersione di
classe Schott FK-5 (numero di Abbe vD= 70,1); la prassi di delegare la correzione dell'aberrazione cromatica residua dei super-
grandangolari retrofocus all'ultima lente o alle ultime due è consolidata ed un classico precedente in casa Canon è rappresentato
dall'ultima lente in vetro FK-5 dell'FD 17mm f/4.

La relativa semplicità dello schema ad 11 lenti, quindi, non deve trarre in inganno, a maggior ragione considerando il fatto che, oltre
alla superficie asferica e ai due elementi in vetro a bassa dispersione, lo zoom 20-35 L sfodera anche ben 6 lenti ad alta rifrazione,
due delle quali con indice di rifrazione nD superiore ad 1,805 e due con nD superiore ad 1,834; questo piccolo gioiello era
caratterizzato da una configurazione a ghiere separate per messa a fuoco (fino a 0,5m) e variazione di focale, con un'estetica
severa ed elegante servita da grafiche pulite, nitide e di rapida fruizione; il prezzo superiore ai 2 milioni dell'epoca e l'assenza
fra gli utenti della "forma mentis" che oggi decreta ampio successo agli zoom superwide ne ha limitato molto la diffusione, e oggi
questo campione è oggettivamente raro, ma dobbiamo riconoscere al 20-35 FD-L, così come agli analoghi zoom che la Casa
ha presentato in seguito, il merito di avere creato una nicchia, una tendenza, una mentalità e un'esigenza inaspettata negli utenti,
sublimando dal nulla  nuovi e stimolanti indirizzi fotografici, caratterizzando lo stile di molti fotografi moderni ed aprendo la via
ad azzardi prima nemmeno sognati

 



in questa grafica inedita che ho realizzato si può valutare lo schema ottico apparentemente semplice che caratterizza il
Canon FD 20-35mm f/3,5 L:  in evidenza la superficie anteriore della prima lente lavorata a profilo asferico con frese
a controllo numerico sviluppate dalla Canon stessa, le due lenti posteriori realizzate con vetri speciali a bassa dispersione
ed infine i sei elementi ad alta rifrazione, con vetri che si spingono fino ad nD= 1,84666: un vero tour de force sotto le
mentite spoglie di un gruppo ottico dimesso!  Il vetro evidenziato in giallo è tuttora utilizzato, con la denominazione Canon
UD, per i moderni teleobiettivi EF; in realtà si tratta di un vetro ai fluoruri commerciale, regolarmente fornito dalle vetrerie

 




i parametri completi dello schema ottico, tratti direttamente dal progetto
originale di Suda ed Ikemori

 

 



le caratteristiche di resa tratte dal progetto del Canon FD 20-35mm f/3,5 L evidenziano la difficoltà
nel controllare astigmatismo ed aberrazione sferica con focali così corte; la distorsione alla focale minima
di 20,5mm si spinge fino al 5% (a barilotto), valore certamente elevato ma non inferiore a quello esibito
dai moderni zoom analoghi

 




Canon FD 20-35mm f/3,5 L



Canon DF 17-40mm f/4 L


Gli MTF originali del Canon FD 20-35mm f/3,5 L messi a confronto con quelli del moderno EF 17-40mm f/4 L; stupisce
l'analogia nell'andamento delle curve, nonostante i 20 anni intercorsi e le diversità di progetto; soprattutto, i valori assoluti
del campione moderno sono poco superiori a quelli dello zoom FD-L, nonostante quest'ultimo sia stato calcolato in tempi
in cui simili progetti - con l'ambizione di un'eccellente resa ottica - erano al limite del possibile

 




la scheda del Canon FD 20-35mm f/3,5 L tratta dalla brochure Canon FD-L del 1984; anche
in questa sede si elogia la compattezza dell'ottica, perseguita come priorità primaria fin dalle
fasi iniziali del progetto

 

Il precursore Canon FD 24-35mm f/3,5 fu lanciato nel Febbraio 1978 in montatura FD
"classica" con collare di serraggio e denominazione SSC Aspherical; l'anno successivo,
nel Dicembre 1979, l'ottica fu aggiornata alla montatura FD-new priva di collare e fu
definito Canon FD 24-35mm f/3,5 L: la versione SSC Aspherical, prodotta per
pochi mesi, è dunque estremamente rara (l'ottica era molto costosa e destinata a pochi
fortunati). In questo advertising giapponese è illustrato uno di questi insoliti esemplari,
in kit con un corpo macchina altrettanto raro, la Canon F1old "Olive Drab", nata in
tiratura limitata per il reportage estremo e mai distribuita ufficialmente sul mercato italiano.

 


MY  HUMBLE  OPINION  INDEX



INNOVATIVO, INFARCITO  DI  TECNOLOGIE  CHE  ADDITAVANO
IL  FUTURO,  CON  RESA  ELEVATA  E  LIVREA  RAZIONALE; UN
GRANDE  OBIETTIVO  CHE  HA PIANTATO UNA TENDA NEL DESERTO
E  CHE  ESIBIVA  UN  PREZZO  SDEGNOSAMENTE  DEGNO  DEL  SUO  RANGO;
OGGI  SU  QUELLA  TENDA  POGGIANO  LE  FONDAMENTA  DELL'HIGH
END  DELLA  PRODUZIONE  MODERNA

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