CANON  EOS  DIGITALI  ED  ARTEFATTI:

LE  LAMENTELE  DI  UN  UTENTE  QUALSIASI





ABSTRACT

About the artifacts I find in my Canon EOS D-SLR files, both in raws and corrected ones:
an unwanted, collateral effect that forced me to put in the basket several good shots

06/03/2008

Stavolta sono proprio stufo, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo anni passati a correggere
disperatamente "difetti" sui file, è stata la remissione di un immagine, rifiutata da un'organizzazione di
immagini in stock perchè erano presenti vistosi artefatti, analoghi a quelli creati dal jpeg quando aumenta
la compressione... Naturalmente sono caduto dalle nuvole: l'immagine - scattata con EOS 5 D - era stata
acquisita in RAW a 100 ISO, aperta, processata e salvata in jpeg al massimo fattore di qualità possibile...
La ripresa fu effettuata in pieno giorno, col nitidissimo EF 100/2,8 macro USM ad f/8 col polarizzatore ed
utilizzando un tempo di posa di 1/320"... Insomma, c'erano tutti i presupposti per la massima qualità, ed invece
(osservando la zona incriminata e segnalata dall'ispettore) gli artefatti c'erano eccome, e visibili a monitor anche
al 100%; poco fa l'episodio si è ripetuto aprendo un vecchio RAW, risalente al 2005, scattato ad un papavero
con la EOS 350D ed il Leica Apo-Macro-Elmarit-R 100mm f/2,8 (adattato) chiuso ad f/5,6: anche in questo caso
su riflessi speculari dei petali sono presenti vistosi artefatti "a listello di parquet", identici anche in questo caso a
quelli che tradiscono la compressione jpeg...


vista complessiva dell'immagine ripresa con Canon EOS 350 D e Leica Apo-Macro-Elmarit-R ad f/5,6;
nonostante si tratti di un RAW appena aperto e mai salvato prima in formato lossy, sui riflessi speculari a
sinistra del fiore sono presenti artefatti a listello, analoghi a quelli del jpeg...

(foto: Marco Cavina 2005)


Uno screen capture direttamente dal desk di Photoshop con una porzione del file appena
aperto dal RAW e mai salvato: persino al 100% sono già visibili ad occhio nudo gli artefatti

 

portando la visione al 300% gli artefatti sono molto evidenti, e - mi ripeto -
già presenti nel file RAW originale così come esce dalla fotocamera
(notare l'estensione di file .CR2 nella schermata di screen capture, propria
dei files RAW appena aperti e non ri-salvati con compressione)

 

vista d'insieme dell'immagine eseguita con EOS 5 D ed EF 100/2,8 macro USM + pola ad f/8
in RAW a 100 ISO e che è stata rifiutata da un'organizzazione di immagini in stock in quanto erano
presenti artefatti visibili al 100%: anche in questo caso l'immagine era stata aperta dal RAW,
salvata per la prima volta in jpeg alla massima qualità, e successivamente inviata...

(foto: Marco Cavina 2007)

 

un dettaglio della neve al 200% mette in evidenza i vistosi artefatti, peraltro ben visibili anche
al 100% e che hanno fatto "bocciare" l'immagine

 

Come avrete notato i denominatori comuni sono alte luci con alta brillanza e l'impiego di
obiettivi caratterizzati da risolvenza estrema: l'opinione che mi sono fatto è che il filtro
taglia-basso di questi apparecchi lavori bene con obiettivi più morbidi, che si accordano
alle esigenze di griglia del sensore, mentre con i "rasoi" il filtro low-pass interagisce in modo
anomalo, lasciando percepire meglio gli artefatti nelle alte luci brillanti; il problema di questi
artefatti, comunque, è alla base: come mai il RAW di una vecchia Nikon D-100 da 6 Mpx
pesava mediamente 9,5 Mb ed il RAW di una EOS 5 D da 12,8 Mpx (oltre il doppio) pesa
mediamente soltanto 12,9 Mb? E' proprio questa serie di artefatti di compressione "calibrati"
per essere visibili solo oltre il 100% dell'ingrandimento a monitor che probabilmente contribuisce
al contenimento del file RAW, a tutto vantaggio della velocità del buffer e della raffica in
sequenza: peccato però che - adottando non i soliti zoom previsti ma ottiche fisse estremamente
nitide - questi artefatti in condizioni sfavorevoli divengano ben visibili anche al 100%, col
risultato della "figuraccia" rimediata presso l'ispettore che doveva giudicare la mia immagine...

 

Un'altra immagine ottenuta con la Canon EOS 5D e l'EF 100mm f/2,8 macro USM chiuso ad f/14, il
tutto in condizioni estremamente favorevoli (tre lampeggiatori professionali con ombrelli e bank, macchina
tarata in pull a 50 ISO, scatto in RAW, illuminazione abbondante ed uniforme); nonostante ciò sono presenti
vistosissimi artefatti geometrici nelle sfumature più scure del fluido blu...

 

Tali artefatti compaiono fin dall'apertura del file RAW e sono già ben visibili sul monitor
con campionamento del file al 100%

 

Nello screen capture al 300% gli artefatti appaiono in modo inequivocabile, ed hanno
richiesto una selezione zonale ed una massiccia applicazione di filtro noise reduction 
per renderli invisibili (ammorbidendo però l'immagine); ricordo che si tratta di un RAW
CR2 esposto a 50 ISO ed appena aperto...

 

 

E non basta: credo che la distanza fra i sensori Cmos di queste Canon ed il filtro low-pass sia
più contenuta rispetto ad altri apparecchi, il che non contribuisce soltanto a "portare a fuoco"
sull'immagine i vari corpuscoli presenti sul filtro stesso ma crea fastidiosi effetti collaterali quando
si regolano files scattati a diaframma chiuso con grandangoli (la cui profondità di campo da ambo
i lati "tiene a fuoco" anche la superficie del filtro taglia-basso): abbassando le alte luci compaiono
altri artefatti sotto forma di aloni estranei e che sembrano quasi il "fantasma" degli aloni di pulitura
lasciati sul filtro prima del montaggio nell'apparecchio e che in condizioni normali sono invisibili...
Anche aprendo e processando il file RAW a 16 bit/canale non si assiste a miglioramenti.


Un immagine del mio lupacchiotto ripresa nel 2007 con la EOS 5 D e l'EF 17-40mm f/4 L su 21mm ad f/8
ed un fill-flash sincronizzato sui tempi rapidi (per non bruciare il massiccio del Sassolungo sullo sfondo, al
sole); lo scatto - eseguito sempre in RAW a 100 ISO - è stato moderatamente corretto abbassando
leggermente le alte luci sulle nuvole (in effetti si poteva agire in modo ben più massiccio); e comunque...

(foto: Marco Cavina 2007)




...nella zona indicata dalla freccia rossa (e qui visualizzata al 100%) è subito comparso un artefatto,
una sorta di alone che sembra quasi - più che un passaggio tonale posterizzato, improbabile
visto il profilo abbastanza caotico - il "segno" di un alone di pulizia del filtro taglia basso, messo
a fuoco dall'elevata profondità di campo su entrambe le coniugate, ed evidenziato dall'abbassamento
tonale; naturalmente nella priva "versione" avevo abbassato le alte luci in modo ben più drammatico,
ma la visibilità degli aloni diventava veramente inaccettabile

 

questa immagine è stata realizzata in RAW a 50 ISO (pull) con la EOS 5D e l'EF 100mm f/2,8 macro USM,
sfruttando un'illuminazione forte ed omogenea fornita da tre lampeggiatori da 200 w/sec muniti di bank ed
ombrelli, aprendo il file in Adobe Camera RAW e passandolo in Adobe Photoshop a 16 bit/canale; fin
dall'apertura sono apparse vistose zonature posterizzate nei passaggi tonali della superficie verde, che hanno
reso l'immagine inutilizzabile ancora prima di regolarla...



un dettaglio al 100% con gli artefatti nella sfumatura

 

e che dire di questa "interpretazione artistica" in un cielo "abbassato", tratto da uno scatto RAW
della EOS 350 D a 100 ISO ed ottenuto con l'EF-S 10-22mm f/3,5-4,5 ad f/8 su 10mm?
anche a 16 bit/canale l'artefatto ricompariva (dettaglio al 100% del file); qualcuno potrà
incolpare il RAW converter utilizzato (nella fattispecie Adobe Camera RAW lanciato da
Photoshop CS2), ma con files Nikon D-100 sottoposti ad analogo trattamento non ho mai
avuto simili artefatti...

 



il dettaglio di un'altro scatto eseguito con la EOS 350 D in RAW a 100 ISO
con l'EF 17-40mm f/4 L ad f/8 su 28mm; anche in questo caso, sulle pareti
verticali abbassate col tool "luci-ombre", è comparso un'alone simile agli
anelli di Newton, un'anomalia che non avevo mai riscontrato regolando in
tal guisa i file provenienti dal CCD da 6 Mpx montato sulle Nikon...

 



un'altra immagine ottenuta con la Canon EOS 5D in RAW a 100 ISO (sensibilità minima)
con l'obiettivo EF 300mm f/4 L IS ed esposizione 1/640" f/5,6. Il file RAW è stato aperto
lasciando gli stessi livelli di brillantezza, ombre, contrasto e saturazione originali; l'unico intervento
è stato un incremento dell'esposizione di 0,15 stop, praticamente irrilevante; ho evidenziato
con la freccia la zona che possiamo esaminare al 100% nella schermata successiva, copiata
direttamente sul desktop di Photoshop dal file RAW appena aperto e mai salvato.

 

Nonostante le condizioni favorevoli (100 ISO, diaframma relativamente aperto, assenza
di regolazioni invasive) l'immagine presenta vistosi artefatti e banding: in tutta sincerità
mi sento davvero impotente...

 



ecco i dati del file RAW che abbiamo appena visionato, copiati in Canon Zoombrowser EX
dai metadati del file originale; come potete vedere l'istogramma ha un'ampiezza adeguata ed
evita di misura la "bruciatura" delle alte luci più luminose tenendole entro i limiti di gamma

 

Un'altra "chicca" in un file RAW ottenuto con l'attrezzatura dell'immagine precedente:




sopra: vista d'insieme del file; sotto: dettaglio visto al 50%

Lo scatto è stato seguito in RAW con Canon EOS 5D ed EF 300mm f/4 L IS, a 100 ISO
con 1/500" f/8; il file RAW è stato aperto in Photoshop CS2 ed appena ho abbassato le
alte luci sono immediatamente apparti questi vistosi artefatti; sparsi un po' dovunque nel cielo
bigio ed uniforme; ecco a seguire i metadati di scatto






Secondariamente, vorrei condividere un curioso fenomeno che ho notato sulla mia 5D: gli "UFO" presenti
sul filtro low-pass ed inevitabilmente entrati durante i cambi di ottica non sono distribuiti uniformemente ma
si concentrano sistematicamente in un punto nell'angolo in basso a sinistra del fotogramma, e non credo che si
tratti di un semplice effetto gravitazionale, dal momento che tale posizione, per i giochi del percorso ottico,
si trova sul sensore in alto a sinistra (osservando l'apparecchio dalla parte del bocchettone)... Non ho spiegazioni
assolute per questo strano comportamento, e posso solo ipotizzare una sinergia di fattori: i vortici d'aria causati
dal movimento dello specchio (molto grande) e dell'otturatore ed eventuali cariche elettrostatiche; dopo ogni
pulizia i corpuscoli ricompaiono con una tale rapidità che ho quasi sospettato che potesse trattarsi anche di
sfrido dovuto al movimento dell'otturatore, ma questa è solo una personalissima supposizione, del tutto priva
di fondamento; ecco due foto di esempio.

 



uno scatto eseguito in verticale con la EOS 5D in condizioni "sfavorevoli" per la
sporcizia depositata sul filtro low-pass: il diaframma era chiuso ad f/16 (il che
tiene a fuoco in profondità di campo la superficie del filtro stesso) e la luce era molto
forte (3 flash da 200 w/sec a distanza ravvicinata); come si può notare, c'è un'anomala
concentrazione di corpuscoli nel punto corrispondente all'angolo in basso a sx del fotogramma,
corrispondente all'angolo in alto a sx del sensore (osservandolo dal bocchettone)

 



un crop al 100% della zona "incriminata" conferma l'insolita ridondanza di corpuscoli
concentrati in quell'angolo, un problema che si ripete sistematicamente e che non può
essere semplicemente giustificato dalla casualità.

 

Spero che chi di dovere mi faccia ammenda per questa sorta di sfogo, ma con questi presupposti ottenere files
di qualità professionale e corretti a puntino è davvero difficile: fra aloni, artefatti et similia molte foto vengono
respinte per la resa intrinseca e non a causa della composizione, dell'esposizione o di una non corretta
post-produzione, e di questo mi sento incolpevole ma ne pago le conseguenze...

Incidentalmente, questa serie di problemi non mi si è mai presentata con la classica "rivale" giapponese,
con la quale pagavo solo lo scotto di un maggiore rumore di fondo, peraltro ottimizzato con gli ultimi modelli...

Insomma, questa è la mia esperienza personale, e credo che la soluzione sia tutto sommato praticabile,
"appesantendo" il RAW (ormai i buffer sono adeguati e le schede ad alta capacità disponibili ed economiche)
e correggendo il tiro con i filtri taglia-basso; detto senza polemica: pace, eh?

Marco





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