L'OBIETTIVO  GOI  "SIERCALNO LINSOVYI"

8.200mm  f/25  CATADIOTTRICO  DEL  1957

CON  INGRANDIMENTO  40x  SUL  FORMATO  18x18cm:

IL "GRANDE  FRATELLO"  ANTE  LITTERAM

 

 

ABSTRACT

At GOI in 1957 was projected and realized an impressive reflex lens with some 8.200mm
focal lenght and an aperture of f/25, allowing a 40x magnification on a big 18x18cm square
plate; this lens was conceived for framing ourselves from space, and some soviet satellites
was reportedly equipped with this 1°45' eye, like to say: "look upwards and smile, you're
in the picture frame!"

 

Questo secondo esemplare di catadiottrico sovietico realizzato nei più classici anni della guerra fredda
ha caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quello descritto nel pezzo precedente, ma non per
questo è meno impressionante: si tratta infatti di una sorta di siluro lungo circa 2,5 metri (SIC) con una
lunghezza focale di ben 8.200mm ed una luminosità massima di f/25, apparentemente ridotta ed invece
molto elevata considerando la focale ed i limiti ragionevoli di ingombri e peso; questo mostro oversize
fu progettato al GOI entro l'estate del 1957, e la sua destinazione d'uso non era certamente terrestre,
come viene suggerito dall'insolito formato coperto, grosse lastre 18x18cm di forma quadrata, tipiche
dell'aerofotografia; naturalmente una simile focale, anche su un formato così grande (l'obiettivo garantiva
un cerchio di copertura da 250mm di diametro!), connotava una visione tele decisamente spinta, con
un angolo di campo di appena 1°45', pari alla visione approssimativa di un 1.000mm sul 24x36, cioè
ben 40x sul formato 18x18cm! l'obiettivo viene definito (trascrivendo dal cirillico) "Siercalno Lensovyi",
ovverosia "obiettivo a specchio", una descrizione laconica ed insolita per un'industria che ci aveva
piacevolmente abituati ad un nome di battesimo per ogni articolo...

 

l'immagine originale di uno dei primi esemplari assemblati di 8.200mm f/25 a specchi;
la lunghezza del complesso è circa 2,5 metri...

 

A quei tempi (seconda metà degli anni '50) le avventure spaziali esercitavano un fascino irresistibile,
costituivano la nuova frontiera dell'immaginario collettivo ed anche i governi investivano somme ingenti
in questa prospettiva, in grado di ribadire il prestigio di questa o quella superpotenza e di alterare le
gerarchie e gli equilibri; a quel tempo l'intera nomenklatura tecnica dell'URSS era direttamente o indirettamente
coinvolta nello sviluppo di tecnologie finalizzate a grandi imprese spaziali, e lo stesso nome di battesimo
abbinato a nuove serie d'obiettivi (come Saturn, Uran, Merkur, Sirius, Neptun o Mars) tradisce questo fervore...

All'epoca i sovietici erano molto interessati ad una iperbolica missione su Marte con equipaggio umano
(obiettivo poi dirottato sulla Luna quando il programma spaziale USA pianificò la conquista del satellite),
ed il loro programma aerospaziale era molto avanzato; ipotizzando un non lontano lancio di satelliti geostazionari
sovietici, si realizzò rapidamente il grande potenziale strategico di questi nuovi gioielli della tecnologia, che
opportunamente equipaggiati avrebbero permesso di "sbirciare" nel prato del vicino... Non va dimenticato
che fin dagli anni '30 i sovietici avevano sviluppato una poderosa gamma di obiettivi ed apparecchi per
aerofotografia ed aerofotogrammetria, al punto che gran parte della produzione ottica dell'epoca era
rappresentata da obiettivi destinati a questo uso; non deve quindi stupire che fin dal 1957 venisse realizzato
un catadiottrico con queste caratteristiche, che una volta messo in orbita consentì di fotografare con
un ingrandimento di 40x la superficie terrestre, e considerando l'ulteriore potenziale consentito in stampa
da un formato 18x18cm possiamo immaginare che questo "cannone" sia stato una sorta di "Grande
fratello" ante litteram e che abbia consentito la "sbirciatina" necessaria con tutta la dovizia di dettagli del caso.

 

Dal punto di vista ottico questo catadiottrico presenta uno schema abbastanza ortodosso (bastano già
le quote a lasciare attoniti....); il doppietto di lenti spaziato ad aria che conclude lo schema ottico è
costituito da un vetro ad alta rifrazione (l'anteriore) e da un'altro a bassa dispersione (il posteriore), per
compensare i residui di aberrazione cromatica certamente presenti anche in un obiettivo reflex, vista la
focale di oltre 8 metri... Ecco l'inedito schema ottico di questo mostro.

 

Lo schema ottico di questo catadiottrico è abbastanza convenzionale (se possiamo
considerare normale un obiettivo da circa 2 metri e mezzo di lunghezza...); il doppietto
acromatico posteriore rifinisce la correzione dell'aberrazione cromatica; la denominazione
ufficiale scritta in lingua madre ed alfabeto cirillico significa semplicemente "obiettivo a specchio";
l'obiettivo completo pesa 75kg, tutto sommato non molto, e la ricerca della massima leggerezza
dev'essere stata prioritaria in vista di un utilizzo aerospaziale; so che nel tempo i sovietici svilupparono
una sofisticata tecnologia che prevedeva l'utilizzo di specchi realizzati in Berillio argentato, un materiale
estremamente leggero (ed altrettanto tossico), ma non credo che in quel 1957 si disponesse già di
simili raffinatezze...

 

i vetri ottici del catalogo sovietico d'epoca utilizzati per l'8.200mm f/25;
va notato che il vetro su cui è argentato lo specchio secondario non
è realizzato col vetro base K-8 (una sorta di Schott BK-7) - come il
grande specchio primario - ma è realizzato con lo stesso vetro ottico
utilizzato per il  menisco anteriore

 

 

il potere risolvente (testato solo sull'area centrale della proiezione) misurato al GOI
nel Dicembre 1958 su un esemplare di 8.200mm f/25; la risoluzione non è elevata
in termini assoluti, ma dobbiamo considerare l'immenso formato coperto (18x18cm);
riesco appena ad immaginare le estreme difficoltà incontrate per testare un obiettivo
di questa focale, così lungo e pesante (pensate solo la criticità della messa a fuoco)...



Questo incredibile figlio della guerra fredda conferma la già descritta leadership sovietica nel settore
dei catadiottrici e suscita anche una certa inquietudine: chissà se qualcuno di noi sarà stato ripreso
dallo spazio con un obiettivo come questo, intento alle faccende della vita quotidiana, ed immortalato
su enormi lastre che magari ancora adesso giacciono accatastate nelle cassettiere di qualche polveroso archivio?

Vuoi vedere che andando a spulciare ci salta fuori anche qualche tradimento coniugale in diretta? :-)

 

MARCOMETRO

SONO  SENZA  PAROLE:  OLTRE CORTINA,  QUANDO  VOLEVANO,
SAPEVANO  FARE  VERAMENTE  SUL  SERIO!




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