GOI  SFEROGON-3  100mm f/3  DA  120°  DEL  1961:

IL  LUMINOSISSIMO  PRECURSORE  DELLO  ZEISS  HOLOGON



Abstract

At the Gosudarstvennij Optitcheski Institut  russian sharp minds projected plenty of incredible
lenses, mostly unknown on the West side of iron curtain; one of the most interesting is the
GOI Sferogon (SIC) 100mm f/3, a symmetric superwide lens with a perfectly orthoscopic
120° of field and the amazing fast speed of f/3; the lens fully exposed a 13x18cm plate
and its structure is a real join-point between the 1859 water-filled 120° f/12 Sutton Panoramic
and the famed Zeiss Hologon by Glatzel, conceived five years later; the peak and eveness of
Sperogon's resolution are sparkling, considering the framed format, and it must have been really
an incredible reconoissance lens, never seen in our countries. 

 

06/11/2007


Indagare la reale produzione di centri come il GOI (Gosudarstvennij Optitcheski Institut) o il LITMO
(Leningradkoye Institut Tochnoy Mechaniki i Optiki) non solo è oggettivamente difficile, ma significa
scoperchiare una sorta di vaso di Pandora al positivo, dal momento che l'ottica sovietica, fin dal
dopoguerra, è sempre stata autosufficiente, producendo obiettivi destinati a tutte le nicchie possibili,
ivi compresi modelli davvero incredibili che sono sempre rimasti criptati all'ombra della paranoia, al
punto che era praticamente impossibile acquisire informazioni di alcun genere su di essi; solo recentemente
le maglie si sono un po' allargate, e dalle nebbie del Soviet è emerso il quadro completo nella sua schiacciante
maestosità; uno degli obiettivi più interessanti che ho potuto evidenziare dalle liste infinite è un'ottica che già
dal nome di battesimo lascia intuire caratteristiche e potenziale: Sferogon-3  100mm f/3, ovverosia un
luminosissimo supergrandangolare simmetrico in grado di coprire ben 120° con distorsione zero ed una risoluzione
elevata ed incredibilmente uniforme fino ai bordi; caratteristiche d'eccezione, a maggior ragione se si considera
che la diagonale del formato è ben 210mm, il che gli consente di impressionare una lastra da 13x18cm ed anche
tutti noi...

L'ottica, progettata nel Marzo 1961, adotta una struttura simmetrica costituita da due menischi fortemente incurvati
e contrapposti, ciascuno dei quali costituito da un tripletto collato e realizzato con tre differenti varietà di vetro; per
stabilire la continuità nel nodo centrale (caratteristica che lo accomuna al successivo Hologon), i progettisti sovietici
hanno riempito lo spazio fra i due menischi con un fluido costituito da olio di vaselina; questa prerogativa trasforma
lo Sferogon-3 in una sorta di trait-d'uniòn fra l'antico Panoramic di Sutton (in pratica due emisferi di vetro contrapposti
e con spazio riempito d'acqua), anch'esso in grado di arrivare agli incredibili 120° di campo, e l'Hologon di Glatzel, che
invece adottava un elemento sferico centrale con diaframma fisso molato dal pieno, il che impediva di variare l'apertura;
nei rozzi schemi disponibili per lo Sferogon-3 è presente il riferimento alla posizione del diaframma (o dell'otturatore?),
tuttavia non è chiaro nè specificato se un diaframma - o appunto un otturatore - fossero presenti ed in grado di funzionare
a bagno nel fluido mantenendo l'ermeticità del vano; osservando l'unica foto disponibile dell'obiettivo pare che sull'esterno
non vi siano nè controlli per il diaframma nè un otturatore centrale, tuttavia anche se è senz'altro possibile che l'ottica
lavorasse a diaframma fisso (come del resto il successivo Hologon), mi chiedo come fosse possibile esporre i fotogrammi
con i tempi di posa rapidi garantiti dall'apertura di f/3, considerando ovviamente impraticabile un otturatore a tendina sul
formato 13x18cm...


L'incredibile e sconosciuto GOI Sferogon-3 100mm f/3 del 1961, supergrandangolare simmetrico
in grado di impressionare il 13x18cm ed otticamente simile come concetto al futuro Hologon;
all'apparenza l'obiettivo si presenta in montatura semplice, senza regolazione del diaframma ed
otturatore; il peso di quest'obiettivo è circa 5,8 kg!

 

l'inedito schema ottico del GOI Sferogon-3  mostra la struttura simmetrica e continua tipica
del concetto "Hologon" (sviluppato da Glatzel 5 anni dopo); i due menischi simmetrici contrapposti
sono realizzati con tre elementi collati realizzati con vetri ottici diversi, replicati specularmente in
ogni assemblato, mentre la nicchia centrale è riempita di olio di vaselina; i segmenti che indicano un diaframma
o un otturatore erano presenti anche nel vecchio e rozzo disegno originale, ma non esiste nessuna
conferma che l'uno o l'altro dispositivo fossero presenti (difficile ipotizzarlo, dovendo operare attraverso
il liquido che riempie la cavità); nelle succinte informazioni che ho reperito (fra l'altro - ovviamente - in
lingua madre ed alfabeto cirillico, ulteriore difficoltà...) non si fa cenno ad un eventuale filtro degradante
concentrico, tuttavia suppongo che un simmetrico da 120° con apertura massima f/3 dovesse presentare
una vistosissima vignettatura (con 120° di campo la legge di Lambert del cos4 di theta - a seconda dell'eventuale
coma pupillare ammesso - causa una vignettatura compresa fra i tre ed i quattro stop); l'ampia montatura anteriore
a strombo potrebbe servire a questo scopo, ma apparentemente è priva di filettatura di servizio. 


L'utilizzo di olio anzichè acqua permetteva di evitare bolle e l'evaporazione del liquido, ma il vero vantaggio sta
nell'indice di rifrazione di questi oli, all'incirca 1,515 (molto simile a quello dei vetri comuni) contro il valore 1,33
tipico dell'acqua: si tratta un po' della tecnologia relativa agli obiettivi da microscopio con forte ingrandimento che
funzionano a bagno d'olio, dove quest'ultimo costituisce un momento di "continuità" fra soggetto, coprivetrino e
lenti del microscopio.

 

il diagramma originale con la risoluzione dello Sferogon-3 da 120° è davvero impressionante:
i valori assoluti e l'uniformità di resa sono molto superiori ai quelli dei coevi "Orion" basati su
schema Topogon e richiamano da vicino il comportamento del futuro Zeiss Hologon, del quale si
configura davvero come un precursore

 

 

la storia del superwide simmetrico con "continuità centrale": nel 1859 Sutton progettò il suo Panoramic,
che pur soffrendo per certe aberrazioni non corrette (cromatica, ad esempio), garantiva la follia di 120°
ad f/12 ed incorporava in potenza i concetti dei futuri obiettivi del suo genere; ad oltre un secolo di
distanza lo Zeiss Hologon sostituisce il riempimento ad acqua con una lente quasi sferica che non lascia
posto al diaframma, molato direttamente nel suo vetro su un valore fissato ad f/8; l'Hologon fu progettato
per tre opzioni da 120°, 110° e 90°, e solo la seconda fu prodotta.  Il GOI Sferogon è incredibilmente
interessante perchè eredita il caratteristico "momento di continuità" a fluido del Panoramic ma si avvale
di una combinazione acromatica di nuovi vetri per correggere l'aberrazione cromatica, con una luminosità
massima incredibile per l'epoca, l'angolo di campo ed il formato coperto: un autentico fuoriclasse rimasto
mimetizzato oltre cortina per quasi cinquant'anni




UPGRADING 17/12/07


Un'altro sconosciuto obiettivo sovietico per aerofotografia grandangolare che si basa sui concetti dello Sferogon
è il Liar-5 100mm f/5,4, un grandangolare simmetrico da 104° che impressionava lastre da 18x18cm; anche in
questo caso sono presenti i caratteristici tripletti collati emisferici con l'aggiunta di due menischi esterni, delegati
alla planeità di campo, ma è assente il fluido "di continuità" nell'area del diaframma.




Lo schema del Liar-6 da 104° su lastre 18x18cm replica parzialmente i concetti dello Sferogon con
uno schema vagamente imparentato ai Super-Angulon, mantenendo però l'esclusiva peculiarità dei
due tripletti emisferici col sottile elemento centrale a facce parallele

 

Per quanto concerne la coniugata posteriore dello Sferogon, da una sezione originale sembrerebbe
che l'ottica proiettasse sul piano focale un'immagine non piatta bensì emisferica, ma non ho conferme
nè riferimenti più precisi al riguardo (e comunque questo avrebbe reso molto difficile il suo impiego
pratico); allego uno schema che ho realizzato partendo dalla sezione sovietica.


 



FINE  UPGRADING 17/12/07

 

Il GOI Sferogon-3 100mm f/3 è solo uno dei moltissimi obiettivi figli di un'inventiva feconda e inaspettata;
fra le molte centinaia di ottiche progettate nei primi due decenni del dopoguerra esistono numerosi altri
esempi in grado di stupire gli appassionati, ed un denominatore comune di questi obiettivi concepiti all'interno
del GOI è l'estrema luminosità abbinata a focali e coperture di formato davvero insolite, anche 50x50cm,
una tipologia di ottiche che non ha uguali nè precedenti nella produzione mondiale; l'elevata luminosità dello
Sferogon-3, la sua risoluzione uniforme e l'ampia copertura di formato ne lo fanno immaginare come un'ottica
nata per aerial reconoissance a bassa quota, dove il maggior effetto di mosso dovuto alla ridotta distanza
poteva essere compensato dall'apertura f/3, anch'essa incredibile a fronte del formato e del potere risolutivo
garantito; quest'ottica non è mai stata segnalata in occidente e probabilmente è stata oggetto di una produzione
molto limitata, ma converrete con me che si tratta comunque di un messaggio molto eloquente...

 


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