LEICA, OH,  QUEL  NOME  DAL  SUON  SI'  BELLO

 


(16/02/2010)

 

Come tutti sanno, il neologismo Leica nacque come acronimo partendo dal nome della Casa madre, la Leitz , e dal prefisso di camera, ovvero apparecchio fotografico; solitamente chi ricorre a questo artificio per nominare una nuova società, azienda o prodotto non brilla certo per fantasia creativa e questo escàmotage è spesso adottato da attività ben radicate alla realtà e che badano al sodo, come imprese edili, di servizi, artigiani carpentieri e così via, anche se talvolta il nuovo brand risulta cacofonico, se non addirittura impronunciabile.

Nel nostro caso, invece, il nuovo nome fu un vero lampo di genio: breve, sonoro ed ottimista come un’esclamazione di saluto, riempie la bocca con la sua allitterazione di vocali che per noi italiani è vera musica: non si poteva trovare nulla di più azzeccato per la piccola ed agile fotocamera in procinto di rivoluzionare il settore.

Divenuto nel tempo identificativo dell’Azienda stessa, il marchio Leica con l’intrigante grafica rètro di colore rosso è entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di precisione, efficienza, eleganza rarefatta, ed i clienti della Casa sono giustamente affezionati a questo magico emblema, al punto che vorrebbero condividere con esso ogni scampolo di vita.

Fortunatamente per loro, la grafica piacevole e la sonorità musicale proprie del nome Leica hanno affascinato una miriade di soggetti diversi, che a vario titolo vi si sono ispirati per le loro molteplici attività, così come esistono svariati esempi di semi-omonimia effettivamente casuale; pertanto, nei dolorosi per quanto temporanei momenti di separazione dall’Amorosa (magnifica espressione poetica poi volgarizzata ne “la morosa”…), il Leicista doc potrà senz’altro consolarsi da tali pene e trovare conforto, ad esempio, negli strumenti medicali domestici e di misura di Laica, oppure corroborando lo spirito con una gita fuori porta a bordo di un Camper Laika, navigare in rete sul sito “laleicaelealtre.net”, visionare le immagini della fotografa Lecca, fare la spesa con alimentari Leika, far dono alla dolce metà di una carta di credito Leicard by Visa,  commuoversi nell’armonia di aromi che si sprigiona da un cioccolatino Laica che dolcemente si scioglie in bocca, visionare sul web un video della cantante Leika, rivestire la veranda con legname toscano Laika,  soggiornare sulla costa riminese all’Hotel Laika, contribuire a projektlaica.org, dedicarsi ai propri hobby con utensili Leitz Riedau, regalare alla figlia piccola una sirenetta Leika Living Doll, utilizzare componenti meccaniche Leicher, assistere alle partite di calcio del Leicester Football Club o del Leka Soccer, utilizzare prodotti chimici Leichem, visitare l’Illinois e conoscere i membri della famiglia Leichetta, pianificare il proprio funerale con una sciccosissima Jaguar E carro funebre di Leichenwagen, sviluppare i propri preziosi negativi Leica nel vetusto ma ancora valido Tetenal Leicanol,  equipaggiare la stazione antartica che gestisce con sensori metereologici e gascromatografi della scandinava Oleico, rinforzare i muscoli in vista di un Apo-Module-R con pesi per palestra della Eleiko, frequentare i social-networks ed incontrare virtualmente simpatici soggetti sudamericani che di cognome fanno Sileico o Sileica, provvedere all’isolamento della mansarda con espansi Leca, fare un salto in estremo Oriente e gustare una squisita Leicha a base di tè, ginger e riso, indossare maglieria Liabel con suo marchio così affine al brand Leica, guidare una Toyota Celica, che poi è una sorta di anagramma di Leica, collaborare con laboratorio francese di ecologia alpina Leca,  sperare che un proprio prodotto di design vinca l’ambito “Red Dot award”, così concettualmente simile al “Red Dot” del nostro cuore, oppure - infine - relazionare con l’agenzia francese Aciel ed ammirare il suo marchio riflesso specularmente allo specchio.

Insomma, niente paura: anche quando l’adorata Leica riposa nel cassetto fra due guanciali e noi ci tormentiamo le unghie rosi dall’astinenza, possiamo comunque sentire il suo dolce afflato immanente aleggiare leggero per tutto il creato!

 

 

(Marco Cavina)

 

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