TELYT-S  800mm  f/6,3 :

SVELIAMO  TUTTI  GLI  INEDITI  SEGRETI

DEL  PIU'  POTENTE  LUNGO  FUOCO

PRODOTTO  DA  LEITZ  PER  USI  CIVILI




ABSTRACT

The Leitz Telyt-S 800mm f/6,3, produced between 1972 and 1996, was
revealed as "Telechron versuch" during the 1970 Photokina Koln messe
and it's the longest long focus lens produced by Leitz for both M and R system;
it's based upon an apochromatic glued triplet with two dispersive outer menisci
and a central converging lens realized from a special Leitz glass projected in
1966 by Heinz Broemer and Norbert Meinert; this glass, having an nE refractive
index of 1,54408 and Abbe number vE of  73,0, is a low dispersive glass with
a partial anomalous dispersion DVe = +11,8, far away from the conventional
staight line of the q' - v diagram; this feature allowed Georg Knetsch to project
a simple apochromatic system with a substantially reduced secondary spectrum;
in this article I inserted several unprecedented and amazing data, with the whole
optical specs of the lens, the chemical composition of two of the three lens
elements (realized with original Leitz glasses) and some discussions about the
optical correction of this amazing masterpiece, bulky and expensive as Hell.

16/04/2009

"Tutta colpa del fluoruro di Stronzio....."

E questo che c'entra? C'entra, c'entra.... Effettivamente, questa prima incomprensibile esternazione è
la chiave di volta di uno dei più affascinanti e discussi teleobiettivi mai prodotti, il famosissimo Leitz
Telyt-S 800mm f/6,3, il più potente lungo fuoco mai realizzato dalla Casa per impieghi fotografici civili.

PREMESSA MALIZIOSA MA DOVUTA

(In realtà, prima di vuotare il sacco, ho atteso per molto tempo che i Sacerdoti del Credo o i vari Soloni
del Red Dot muniti dell'imprimatur ufficiale mi anticipassero, accollandosi il merito di avere svelato i segreti
che da sempre si celano dietro a questo notevole pezzo, ma la lunga attesa è stata vana... Ho quasi il sospetto
che i succitati e fortunati personaggi in realtà ignorino le informazioni che seguiranno in questa pagina, e questo
mi pone inquietanti interrogativi: ad esempio, io sono un semplice commerciante di fossili e minerali, e potete
star certi che in questo settore le mie conoscenze sono complete ed articolate, a prova di "quiz velenoso"...
Alla stessa stregua, sembrerebbe ovvio che chi si candida a portavoce ufficiale del verbo Leitz conosca
a menadito i meandri di questi segreti tecnici, altrimenti - se mi è permesso - chi è chi?  Chiusa parentesi).

MENIN ME AEDE, MUSE....

Il Leitz telyt-S 800mm f/6,3 fu presentato alla Photokina di Colonia del 1970 con la denominazione provvisoria
di "Telechron versuch 800mm f/6,3"; entrò in regolare produzione nel 1972 e rimase ufficialmente al listino fino
al 1996, quando la Casa decise di tagliare alcuni "rami secchi" del sistema R che da tempo facevano registrare
vendite più che altro simboliche. Il Telyt-S 800mm f/6,3 è il più potente lungo fuoco realizzato nell'ambito dei
sistemi M ed R, anche se in tempo di guerra la stessa Leitz costruì alcuni catadiottrici di focale superiore
nell'ambito del progetto "Kikinar" (sistema di monitoraggio ad infrarossi a lunga distanza con rinvio del segnale
del tubo catodico a circuito chiuso), come ad esempio un 880mm f/9,5; come potete notare ho parlato di "lungo
fuoco" e non di teleobiettivo: infatti il Telyt-S non condivide la classica struttura dei teleobiettivi compatti, basati
su un membro anteriore convergente ed uno posteriore divergente (una struttura che consente un favorevole
telephoto ratio, cioè una sostanziale riduzione degli ingombri longitudinali), ma si riallaccia alla lunga teoria dei
lunghi fuochi acromatici, cioè quegli obiettivi il cui nocciolo ottico è costituito da un semplice doppietto collato
di lenti dalle opposte caratteristiche rifrattive/dispersive, i cui primi esempi risalgono ai fernobjektiv prebellici
per Contax a telemetro come il 500mm f/8, un progetto che - è curioso notare - fu anche ufficialmente passato
alla controparte sovietica nel famoso interregno compreso fra gli accordi di Rapallo e l'occupazione dei pozzi
petroliferi in Crimea... Specificamente, nel 1966 la Leitz progettò e lanciò sul mercato i primi lunghi fuochi
acromatici destinati alla Leica M con Visoflex, i Telyt-V 400mm f/5,6 e 560mm f/5,6, e nello stesso contesto
il progettista Georg Knetsch si spinse oltre, trasformando il semplice doppietto acromatico di questi obiettivi
(ovviamente affetto da spettro secondario non corretto) in un tripletto simmetrico di elementi collati, una
struttura già vista da tempo e brevettata da Zeiss da oltre 10 anni; la particolarità del progetto Leitz consiste
nell'inversione del raggio delle superfici collate, prevedendo così un sistema con due menischi esterni dispersivi
applicati ad un elemento interno collettivo, e nell'adozione di un particolare vetro ottico appena uscito dalle
vetrerie di Wetzlar, un materiale a dispersione ridotta ma soprattutto caratterizzato da una dispersione parziale
anomala che consentiva un'ottima correzione dello spettro secondario: era nato il sistema apocromatico
del Telyt-S 800mm f/6,3, anche se per ragioni che ignoro passarono quattro anni prima della presentazione
del prototipo in montatura meccanica completa... La produzione partì da lotti di matricola appena superiori
a 2.500.000.

La denominazione ufficiale comparsa sulle prime brochure del 1972

credits: Leitz Wetzlar GmbH

 

UH, CHE BEL GIOCATTOLO: ME LO COMPRI, PAPA' ?.....


La tipica struttura da "lungo fuoco" comportò ingombri importanti: in questi casi, infatti, lo spazio che
intercorre fra il gruppo di lenti cementate ed il piano focale coincide grosso modo con la lunghezza focale,
ed il Telyt-S non fa eccezione: il suo affascinante e complesso barilotto è lungo ben 790mm, con un diametro
massimo di ben 152mm ed un peso altrettanto..... massimo di 6.860 gr !


L'imponente struttura del Telyt-S 800mm f/6,3 completo di paraluce sulla prima brochure di istruzioni
realizzata dalla Leitz nel 1972; notare le proporzioni in relazione all'apparecchio Leicaflex SL al quale
è applicato...

credits: picture Leitz Wetzlar GmbH

Quest'ottica, contrassegnata dal codice interno 11921, presentava dunque ingombri impraticabili e per ovviare
al problema venne realizzata una montatura scomponibile in cinque pezzi, realizzati con la precisione meccanica
Leitz sublimata al più alto livello e fissati fra loro grazie ed ampi e comodi sganci a baionetta: il tubo posteriore
incorpora un sistema di messa a fuoco basato su due cannotti collassabili, comandati da un pignone ed un settore
a cremagliera, azionati da un pomello esterno, e la ghiera di controllo del diaframma (scalata da f/6,3 ad f/32),
privo di automatismo e servito da funzionamento stop-down; il settore centrale si svasa nella parte inferiore per
garantire un piano di appoggio di ampia superficie servito dagli attacchi filettati per cavalletto, mentre nella parte
superiore è presente un'ampia maniglia per il trasporto che reca orgogliosamente un logo Leitz di ampie dimensioni
 e dispone anche di un pratico mirino per il puntamento rapido del soggetto (utilissimo in un obiettivo con 16x di
ingrandimento rispetto alla focale normale), analogo a quello impiegato nelle armi da fuoco; il terzo settore altro
non è che una potenza che permette di posizionare il gruppo ottico al corretto tiraggio focale e consente anche di
riporre l'ampio paraluce metallico a corredo, collassandolo sopra al tubo stesso; il quarto elemento è costituito da
una sottile montatura che incassa il semplice nocciolo ottico dell'obiettivo, mentre il quinto ed ultimo pezzo è
costituito dall'ampio e già citato paraluce (nella foto è la porzione di ottica che si aggancia all'altezza del monopiede
bianco), che in fase di montaggio va sfilato dal terzo elemento ed applicato davanti al gruppo ottico; le prese di
forza sporgenti che si possono notare su alcuni settori, simili ai dispositivi di messa a fuoco rapida dei vecchi
obiettivi Hasselblad C, servono a ruotare confortevolmente i collari di serraggio dei relativi innesti a baionetta.

Il Telyt-S così assemblato è in grado di focheggiare da infinito a 12,5m, cui corrisponde un campo inquadrato
di circa 32x48cm, garantisce un angolo di campo di 3° sulla diagonale del formato ed accetta filtri serie VII,
applicabili ad un apposito cassetto basculante che si trova subito dietro alla porzione del primo settore destinata
alla messa a fuoco, accanto alla baionetta d'innesto; il Telyt-S 800mm f/6,3 poteva essere impiegato con la
Leicaflex SL, la Leicaflex SL2 e le Leica R, e nei primi anni di produzione era anche possibile l'utilizzo sul Visoflex
della Leica M, sostituendo il primo settore con un analogo modello dotato di attacco Leica M; questa opzione
fu rapidamente abbandonata perchè ovviamente contraddiceva in pieno il principio informatore del sistema M,
votato alla massima compattezza ed agilità d'uso!

 

L'obiettivo veniva fornito in una robusta valigia corredo d'alluminio che consentiva di riporre
e trasportare i vari settori non assemblati; notare il vano dedicato ad un corpo macchina, il
paraluce inserito sul terzo settore (in basso a destra) e lo sblocco cromato presente nella
porzione destinata all'attacco del corpo macchina, accanto alla baionetta, che consentiva
la rotazione rapida dell'apparecchio ed il passaggio da inquadratura orizzontale a verticale;
il gruppo ottico vero e proprio veniva avvitato sul terzo segmento grazie ad una filettatura
di ampio diametro.

credits: picture Leitz Wetzlar GmbH

 

Una vista dell'obiettivo montato, privo di paraluce; nel dettaglio è riportato il particolare relativo al mirino
di puntamento rapido che permetteva una confortevole ricerca del soggetto; altri particolari ben visibili
sono i due cannotti coassiali per la messa a fuoco con relativo settore a cremagliera e pomello d'azionamento.

credits: picture Leica Camera

 

Un estratto da una brochure degli anni '90 relativa alle ottiche Leica R evidenzia le spropositate
dimensioni del Telyt-S 800mm f/6,3 (l'ottica in basso a destra è il MR-Telyt 500mm f/8 catadiottrico!).
Si può notare che il comando del diaframma stop-down è servito da due ghiere affiancate: quella inferiore
(dotata di pulsante di sblocco cromato con punto di fede rosso) consente di preselezionare il valore
desiderato sulla scala delle aperture, riportata in posizione fissa sul barilotto, mentre quella anteriore
permette la chiusura rapida dell'iride fino al valore prefissato dall'altra ghiera; sono anche visibili i
punti di fede di colore rosso per allineare le baionette di aggancio prima di serrarle ruotando l'apposita
ghiera, il cui movimento è suggerito da una freccia di colore bianco.

credits: picture Leica Camera

 

Un trafiletto dedicato al Telyt-S ricavato dalla stessa brochure ne sottolinea le
caratteristiche speciali; la sigla -S è dovuta proprio alla particolare attenzione
prestata nell'acromatizzazione dello spettro primario e nella correzione quasi
completa dello spettro secondario.


APRITI SESAMO: UNO SGUARDO DENTRO LA MERAVIGLIA

 

Come accennato, il Telyt-S 800mm f/6,3 fu calcolato nel 1966 da Georg Knesch e si distingueva dai due
Telyt coevi da 400 e 560mm per l'aggiunta di una lente al doppietto acromatico e per la conseguente correzione
dello spettro secondario, trascurata nei modelli inferiori; ecco gli schemi di base dei Telyt convenzionali
(qui nella successiva versione f/6,8) in relazione a quello del Telyt-S.

 

Il tripletto collato del Telyt-S da 800mm assieme ai classici doppietti acromatici
dei Telyt da 400 e 560mm.

 

Questo schema riassume dati inediti e mai divulgati prima; il progetto originale del Telyt-S 800mm f/6,3
prevedeva un'apertura geometrica di f/5,9, poi corretta ad un valore effettivo T= 6,3, ed era basato su
tre elementi: due menischi esterni divergenti ed un elemento centrale collato convergente, con le superfici
a contatto di identico valore diottrico; due dei tre vetri ottici utilizzati sono di formulazione specifica Leitz:
il primo, con indice di rifrazione 1,67245 e numero di Abbe 45,8 ed il secondo, con indice di rifrazione
1,54408 e numero di Abbe 73,0; proprio questo secondo vetro, impiegato per l'elemento centrale, è
alla base delle prestazioni dell'obiettivo: da sempre la documentazione tecnica Leitz fa riferimento ad
un vetro ottico dalle straordinarie caratteristiche di dispersione che garantisce una correzione dello
spettro secondario analoga a quella di un complesso sistema apocromatico con elementi ED; questa
affermazione ha sempre fatto supporre che questo vetro disponesse di una dispersione ridottissima,
con un numero di Abbe simile a quello di materiali cristallini come la Fluorite; in realtà il valore Ve relativo
alla dispersione (numero di Abbe) non è assolutamente eccezionale (il valore è 73, quando i vetri ED e
Super-ED attuali sono compresi fra 81,6 ed oltre 91), ed il vero segreto del vetro Leitz 544730 sta
nel particolare andamento della dispersione parziale anomala, un argomento che approfondiremo in seguito;
il vetro impiegato nella terza lente era invece regolarmente presente nel catalogo Schott, un Krown al Bario
noto come BAK4. Come già anticipato, passarono ben 4 anni fra il progetto ottico e la presentazione del
primo prototipo definitivo ed addirittura 6 prima della produzione di serie; è possibile che inizialmente questo
modello sia stato congelato perchè la Leicaflex I prodotta all'epoca non disponeva di esposimetro TTL
(utilizzava una cellula CdS esterna, sul pentaprisma) ed un'accurata esposizione con un obiettivo che copriva
appena 3° sulla diagonale sarebbe stata sicuramente problematica; infine, notate come in questo progetto
l'indice di rifrazione ed il numero di Abbe dei vetri non sia riferito, come di consueto, alla d-line, bensì alla
e-line, corrispondente alla luce verde a circa 546 nm.

 

Lo schema del Telyt-S presente nel progetto originale di Knetsch

 

Questo schema evidenzia la procedura di correzione dello spettro primario e secondario
messa in atto nel Telyt-S 800mm f/6,3; per ottenere valori DF e DF' adeguatamente
ridotti (propri di una elevata correzione dello spettro primario e secondario), è necessario
che la relazione tra la dispersione Ve (numero di Abbe) e la dispersione parziale anomala
q non segua per tutti e tre gli elementi il tipico andamento standard del diagramma v - q;
fortunatamente ed opportunamente, l'elemento centrale realizzato con vetro Leitz 544730
presenta un DVe = + 11,8, dove DVe costituisce la deviazione nella relazione standard
fra numero di Abbe e dispersione parziale anomala del vetro, il che lo allontana dalla linea
retta del diagramma standard e consente di ottenere i necessari e ridottissimi valori DF e
DF' richiesti da un'elevata correzione dello spettro primario e secondario.

 

Infatti, analizzando il diagramma standard della relazione fra dispersione Ve dispersione parziale
anomala q, si può notare come il vetro impiegato nella seconda lente si discosti decisamente dal
grafico previsto, consentendo la quadratura del cerchio ed il contenimento dello spostamento di
fuoco, nell'intervallo dello spettro visibile, all'interno di 1/3.000 della lunghezza focale, quando nei
teleobiettivi convenzionali solitamente si colloca su 1/1.000 della medesima.

 

Altre prerogative utili per ottenere un obiettivo di alta luminosità, grande lunghezza focale ed
elevata correzione e nitidezza: la struttura si basa su un elemento convergente centrale collato
a due menischi divergenti esterni (struttura che favorisce il contenimento delle aberrazioni); la
lente frontale ha un indice di rifrazione superiore a quella centrale e le due superfici collate dello
schema hanno effetto divergente (il che consente un'ampia apertura senza aumentare troppo il
diametro degli elementi e senza incorrere in un aumento delle aberrazioni sfero-cromatiche);
l'elemento centrale, come visto, ha una dispersione parziale anomala + 11,8 (che permette di
ottenere un progetto con spettro primario e secondario molto contenuto); l'indice di rifrazione
degli elementi esterni supera quello dell'elemento centrale, con una differenza nE > 0,06 fra
il primo e secondo elemento (a favore del primo) e di almeno nE 0,01 fra il secondo ed il terzo
(a favore del terzo); inoltre, il raggio di curvatura delle superfici collate è compreso fra 0,2 e 0,4
volte la lunghezza focale: queste ultime caratteristiche consentono di sfruttare questo schema per
una lunghezza focale mai adottata prima e di ottenere ottima nitidezza anche a piena apertura;
inoltre, le superfici sono economiche da lavorare e montare.

 

A riprova di una correzione dello spettro primario e secondario che avvicina quella
di un ben più complesso obiettivo apocromatico convenzionale, il Telyt-S 800mm f/6,3
garantisce uno spostamento di fuoco fra le frequenze dello spettro che vanno dalla Fraunhofer
g-line alla Fraunhofer C' line che non eccede i +350 micron e i -400 micron rispetto al piano
di focalizzazione teorico, rientrando dunque nel già citato valore di 1/3000 della lunghezza focale;
solo sistemi apocromatici praticamente perfetti e ben più moderni e complessi come l'Apo-Telyt
180mm f/3,4 e gli Apo-Module-R riescono a garantire valori inferiori del 50%, ma qui stiamo
parlando di un semplice tripletto collato del 1966 realizzato senza vetri ED propriamente detti,
quindi la prestazione è realmente eccellente.

 

IL  PICCOLO  CHIMICO

Dal momento che due dei tre vetri ottici adottati sono di formulazione originale Leitz, mi sembra opportuno
approfondire ulteriormente l'argomento divulgando l'esatta composizione chimica dei due materiali.


Il vetro utilizzato per l'elemento frontale si basa su una buona quota di sabbia silicea (24,5%)
e comprende l'ossido di Zirconio come "fluxing agent" moderatore; la presenza del 10,5% di
ossido di Piombo, materiale inquinante poi messo al bando dalle nuove normative comunitarie,
mi fa supporre che negli ultimi esemplari di Telyt-S sia stato impiegato un vetro alternativo
"ecologico" dalle caratteristiche non identiche, obbligando ad una lieve ricomputazione, peraltro
critica vista la delicata relazione fra le dispersioni parziali anomale dei tre elementi, ma questa
è ovviamente una mia supposizione e null'altro.

 

Il "piatto forte" è senz'altro rappresentato dal vetro utilizzato nel grosso elemento convergente centrale,
caratterizzato come detto da una dispersione parziale anomala molto favorevole al progetto; si tratta di
un vetro ai fluoro-fosfati  a dispersione contenuta progettato dalle "vecchie volpi" della vetreria di Wetzlar,
Heinz Broemer e Norbert Meinert, che a metà anni '60 affrontarono un ciclopico lavoro relativo a questo
tipo di vetri; l'impegno diede frutti copiosi e nacque un'intera serie di vetri caratterizzati da dispersione ridotta
e soprattutto dispersione parziale anomala molto particolare; è significativo notare che il vetro 544730 è
stato concepito simultaneamente al tipo 554666, poi impiegato nel celeberrimo Apo-Telyt-R 180mm f/3,4;
le analogia sono di tale entità che anche le procedure di fusione sono analoghe! Il vetro 544730 è un classico
Phosphor-krown basato su fosfati e fluoruri, con uno 0,5% di fluorotitanato di Potassio come agente moderatore;
proprio la massiccia adozione di fluoruro di Bario e Stronzio (da cui l'incipit iniziale...) è responsabile da un lato
della dispersione ridotta (numero di Abbe 73) e dall'altro della particolarissima dispersione parziale anomala che
ha consentito l'ottimizzazione dello spettro secondario e la correzione praticamente apocromatica.

 

Le procedure di fusione del vetro 544730 sono analoghe a quelle del 554666 utilizzato nell'Apo-telyt 180mm
f/3,4; il costo elevato deriva dal fatto che venivano realizzati lotti di peso molto ridotto (addirittura appena 750g
di materiale per ogni processo!) mentre gli elementi del Telyt-S sono di grande diametro.

 

SUL  FAR  DELLA SERA...

Il Telyt-S 800mm f/6,3 è stato un obiettivo la cui produzione di serie ha sicuramente richiesto molto coraggio
da parte del management Leitz: nonostante l'ottica venisse ufficialmente prevista per foto sportive e di cronaca,
gli impedimenti pratici causati dall'ingombro, dal peso e dal diaframma a preselezione scoraggiarono decisamente
i fotografi specializzati in questi settori; l'utilizzo di questo magnifico mastodonte era più indirizzato a prese "statiche"
come caccia fotografica da appostamento fisso, documentazione di soggetti potenzialmente pericolosi e sorveglianza
per monitorare lo stato di usura nei particolari di elettrodotti, centrali, etc.  Le stesse immagini ufficiali riportate sulle
brochure, che immortalano il Telyt-S su un enorme cavalletto con aggiunta di monopiede supplementare, lasciavano
poche speranze a chi volesse impiegarlo in modo più agile e flessibile... L'obiettivo era sicuramente adatto anche alla
fotografia di paesaggio, grazie al suo semplice schema ottico ad elemento singolo che garantisce la soppressione dei
riflessi ed un eccellente contrasto che annulla parzialmente l'effetto della foschia dovuta alla lunga distanza; qualunque
fosse la destinazione d'uso più idonea, il vero freno alla diffusione dell'obiettivo non furono le dimensioni o il peso
(la valigia corredo con l'ottica smontata era facilmente trasportabile ed il peso di circa 7kg è ancora gestibile), quanto
l'incredibile prezzo di listino, solo parzialmente giustificato dall'eccellente e sofisticata meccanica con dovizia di raccordi
e sblocchi di precisione e dal costo degli sbozzi di vetro da oltre 12cm di diametro: ho in mano un listino ufficiale
Polyphoto dell'Aprile 1992 sul quale il Telyt-S 800mm f/6,3 codice 11921 è prezzato la bellezza di 40.341.000 Lire
IVA compresa, una cifra davvero mozzafiato (una Leica R-E costava 3.213.000 Lire ed una Leica M6 4.400.000 Lire)
cifre che ha sempre scoraggiato anche gli amanti del Marchio più facoltosi; furono dunque ben pochi i Telyt-S 800mm
f/6,3 effettivamente prodotti ed oggi è un obiettivo raro ed ambito, anche se ovviamente non è fra i "pezzi" più indicati
per la classica passeggiata fotografica!

 

MARCOMETER

SCHEMA  OTTICO  SMUNTO  ED  ESSENZIALE
IN  UNA  MONTATURA  AL  VERTICE  DELLA
PIU'  SQUISITA  MECCANICA  LEITZ;  PESO,
INGOMBRI  E  LENTEZZA  DI  MESSA  IN  OPERA
HANNO  SCORAGGIATO  MOLTI  UTENTI,  COSI'
COME  IL  PREZZO  FRANCAMENTE  ASSURDO,
MA  I  RETROSCENA  DEL  SUO  GENIALE  GRUPPO
OTTICO  SONO  UNA VERA  CHICCA.
HA  IL  FASCINO  DELL'ASSURDO,  DELL'ESAGERATO,
DEL  FINE  A  SE  STESSO,  DEL  TEORICO  VOLUTO  AD
OGNI  COSTO,  MA  ANCHE  PRESTAZIONI  EFFETTIVAMENTE
ECCELLENTI  CON  UNA  PERSONALITA'  DI  RESA  UNICA.
PER  LEICISTI  AUTENTICI,  CHE  SAPRANNO  GUSTARSELO
LENTAMENTE  COME  UN  SIGARO  AVANA.



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