LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  4

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OBIETTIVI  ZEISS  PER  CONTAX  RARI  ED  INUSUALI

 

Pierpaolo Ghisetti

(20/06/2009)

Accanto ai noti ed apprezzati obiettivi Zeiss per il sistema Contax a telemetro, sono state costruite diverse ottiche per impieghi speciali od ottiche diverse da quelle di normale produzione, spesso per cause contingenti. Questi obiettivi, molto rari ed ambiti in campo collezionistico, sono appunto molto difficili da reperire, e il loro ritrovamento è spesso frutto di pura casualità, oltre che, naturalmente, di conoscenze adeguate sull’argomento. Vogliamo pertanto condividere con i nostri lettori queste rarità, che non si trovano neanche nei testi specializzati, né tantomeno sui siti Internet dedicati alle Contax, in quanto il loro ritrovamento và oltre le consuete conoscenze del normale appassionato.

 

Sonnar Atrappe

Le macchine e gli obiettivi atrappe (parola tedesca che significa vuoto), sono appunto pezzi cui sono stati tolti la meccanica interna. Sono stati creati per vetrine, musei o fiere, per risparmiare appunto sui costi. Noti e conosciuti nel mondo Leica sono molto rari e ricercati.

Molto meno noti sono i pezzi Zeiss Atrappe. Presentiamo un Sonnar 50mm f/1,5 Atrappe per Contax a telemetro. Costruito dalla Carl Zeiss di Oberkochen negli anni Cinquanta, presenta la particolarità di possedere solo il vetro frontale, mentre il numero di matricola è composto da cinque X.

Il diaframma non è incorporato e la ghiera relativa è bloccata. Il peso è di soli 100g contro i 150g di un Sonnar normale.

Quest’ottica risulta essere molto rara e praticamente introvabile.

Foto 1 - 2

 

 


Ottiche MF

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Carl Zeiss Jena è stata la fornitrice ufficiale di ottiche fotografiche per l’Esercito, l’Aviazione e la Marina tedesca. Le prime due Armi avevano scelto la Leica e la Robot come macchine fotografiche e pertanto la Zeiss fornì le ottiche sia col passo Robot che col passo a vite Leica 39x1. La Marina invece utilizzò fotocamere Contax II e III, fornite in speciali cofanetti, contenenti solitamente un corpo macchina, un 13,5cm e un 5cm, completi di istruzioni molto dettagliate. La scelta di apparecchi Contax si giustificava col fatto che l’otturatore metallico delle Contax resisteva meglio alla salsedine e agli sbalzi di pressione dei sommergibili. Ma forse questa scelta era stata influenzata anche dal fatto che uno zio del Grande Ammiraglio Doenitz era un dirigente della Zeiss.

Le ottiche e le macchine per la Marina , del tutto identiche a quelle di normale produzione, possedevano tuttavia la sigla MF seguita da 4/5 cifre.

Il vero significato della sigla MF non è mai stato del tutto chiarito; forse da ‘Marine Forderung’ letteralmente ‘A credito della Marina’, un modo diverso di dire rispetto al più classico ‘Marine Eigentum’, ovvero ‘Proprietà della Marina’.

Queste ottiche sono molto rare ed ambite.

Foto 3 – 4 - 5

 

 

 

Ottiche Bicolori

E’ noto che le prime ottiche per Contax a telemetro possedevano la finitura nera/nickel, per uniformarsi alla colorazione della Contax I. Tra il 1935 e il 1936, con l’approssimarsi della presentazione delle due nuove Contax cromate, anche la finitura dei barilotti degli obiettivi fu mutata progressivamente in cromata, adattandosi pertanto alla finitura esterna dei nuovi apparecchi. Nel periodo di passaggio tra una finitura e l’altra, un piccolo lotto di teste ottiche per Sonnar 13,5cm f/4, già preparato nel 1934 per la Contax nera, fu completato con un barilotto cromato, dando così vita ad un obiettivo bicolore. Questo lotto era composto da 200 pezzi, ma non è dato sapere quanti effettivamente siano stati completati con un barilotto nero e quanti siano stati invece completati con il nuovo barilotto cromato. Dalla rarità di questa particolare versione del Sonnar si può presumere che siano stati completati solo qualche decina d’esemplari.

Foto  6

 

 

 

 

Ottiche militari

Alcuni obiettivi Sonnar 5cm f/1,5 per Contax sono stati forniti con una particolare colorazione grigia/argento opaca antiriflesso, per impieghi speciali militari. Si tratta d’ottiche risalenti al 1938 e già dotate di trattamento antiriflesso. Per il resto l’obiettivo risulta identico ai Sonnar di normale produzione.

Si tratta di obiettivi rarissimi e quasi introvabili, in quanto, proprio per la loro particolare destinazione, sono andati incontro a danneggiamenti di ogni tipo.

Foto 7 - 8

 


(testi, attrezzature ed immagini di Pierpaolo Ghisetti)

 


(Ritengo utile e costruttivo integrare il pezzo di Pierpaolo aggiungendo i dettagli di una
circostanza quasi sconosciuta legata alla produzione di ottiche Carl Zeiss Jena per Contax
degli anni di guerra: gli obiettivi per il mercato civile già dotati di trattamento antiriflesso "T", NdR)

 

Mi inserisco nell'alveo già ampiamente tracciato da Pierpaolo per implementare l'argomento, sempre
affascinante, degli obiettivi Carl Zeiss Jena per Contax a telemetro, un mondo ricco di sfaccettature
e ancora oggi foriero di sorprese e ricco di misteriose zone d'ombra ancora da definire.

Parlando di trattamenti antiriflesso, nonostante il principio informatore fosse stato compreso da Taylor
già agli albori dell'ottica moderna, per arrivare ad un protocollo efficiente ed applicabile con procedure
replicabili, di stampo industriale, si dovette attendere fino al 1936, quando il tecnico della Zeiss Alexander
Smakula brevettò un procedimento per l'evaporazione di fluoruro di Magnesio in apposite campane sotto vuoto,
all'interno delle quali le lenti erano montate in speciali plateau e tenute in rotazione controllata mentre
l'aloide, evaporato ad altissima temperatura, si depositava uniformemente sulle superfici ottiche da trattare;
l'innovazione non migliorava solamente la trasmissione luminosa nei sistemi ottici complessi e la soppressione
del flare in presenza di forti luci ma impediva anche i bagliori dovuti alle riflessioni speculari sulle lenti, e venne
ritenuta una scoperta di tale interesse strategico che il suo relativo brevetto fu vincolato al mero impiego militare.

Quindi, da un punto di vista strettamente teorico, le uniche ottiche tedesche trattate antiriflessi prima del termine
del conflitto dovevano rientrare giocoforza in forniture destinate ai vari reparti delle forze armate; incidentalmente,
la Leitz Wetzlar forniva la stragrande maggioranza dei corpi macchina 35mm per uso militare e fu in grado di
approfittare del brevetto di Smakula per trattare le proprie ottiche destinate all'impiego bellico (come ad esempio i
primi lotti di Summarex 1,5/85), un vantaggio tecnico notevole che la mise addirittura in grado di essere il primo
costruttore a produrre ottiche "civili" trattate antiriflesso già alla fine del 1945...

A puro titolo di curiosità, fra il 1953 ed il 1956 Alexander Smakula depositò a nome della Zeiss Opton - Carl Zeiss Oberkochen altri quattro brevetti legate a procedure di
trattamento delle lenti , dal momento che il brevetto originale,
dopo la dissoluzione dello Stato tedesco era divenuto "res nullius"; nel dopoguerra Smakula abbandonerà il fluoruro di Magnesio (adottato nel brevetto originale) a favore del fluoruro di Calcio, cioè la classica Fluorite.

Tornando alle ottiche Zeiss, esistono piccolissimi lotti di ottiche Carl Zeiss Jena per Contax che vennero prodotte durante la guerra con trattamento antiriflessi "T" applicato direttamente in fabbrica e poi destinate al mercato civile; questa apparente contraddizione si spiega col fatto che la Carl Zeiss Jena aveva ottenuto una deroga al vincolo sul brevetto di Smakula ed era stata autorizzata ad applicare l'innovazione agli obiettivi destinati a paesi neutrali, ovvero non coinvolti dalle vicende belliche nè ostili, per cui la condivisione dell'importante scoperta non avrebbe comportato un vantaggio tattico per un potenziale nemico; ecco le immagini di alcuni di questi obiettivi, realizzati in piccolissimi lotti all'interno di
blocchi di produzione standard ed oggi veramente rarissimi.


Il Biogon 2,8/35 per Contax illustrato a sinistra è stato prodotto alla fine del 1940 e fu trattato antiriflessi in
fabbrica, come confermato dalla matricola cronologicamente congruente, dall'azzurratura delle lenti e dal logo
"T" di colore rosso, acronimo per "Transparenz"; il Biogon 2,8/35 di Bertele, col suo schema più complesso
rispetto ai classici Sonnar basati su tre gruppi di lenti, è uno degli obiettivi Contax che ottiene i maggiori
vantaggi dal trattamento delle lenti. Quest'obiettivo fu prodotto per il mercato civile di Portogallo e Svezia,
ed il suo fortunato proprietario avrà sicuramente ottenuto risultati eccezionali per l'epoca... Il secondo obiettivo
nella foto è un esemplare identico prodotto nel 1937 ed ovviamente privo di qualsiasi trattamento delle lenti:
già ad occhio si può notare come l'obiettivo trattato disperda meno luce parassita rispetto al modello standard.

 

Vista posteriore degli stessi obiettivi; anche in questo caso è evidente il trattamento
delle superfici nello speciale esemplare costruito nel 1940.

 

Questo esemplare di Sonnar 1,5/50, il principe degli obiettivi Contax, fu prodotto
all'inizio del 1943 ed anch'esso - essendo destinato ad un paese neutrale - venne
trattato antiriflessi in fabbrica, come confermato dalla "T" rossa e dal colore delle
lenti; il Sonnar 1,5/50 era un obiettivo dalla resa ottica eccellente ed immagino
che il trattamento aggiuntivo permettesse prestazioni mozzafiato; curiosamente, la
ghiera del diaframma chiude fino ad f/22 mentre i modelli standard precedenti
arrivavano solamente ad f/11.

 

Questo Sonnar 4/135, il più classico teleobiettivo per Contax, fu prodotto addirittura
nel 1940 ed anch'esso era destinato al mercato civile di paesi non belligeranti e venne
trattato antiriflessi in fabbrica; il Sonnar 4/135, basato sul progetto originale di Bertele,
utilizzava quattro lenti i tre gruppi con appena sei passaggi ad aria, e non risente in modo
particolare dell'assenza di trattamento anche in versione standard; il fatto che anch'esso
sia stato trattato ci conferma che i progettisti avevano compreso fin da subito i grandissimi
vantaggi del "verguetung" e che intendevano applicarlo, appena possibile,  su tutta la produzione.

 

Il Sonnar 1,5/50 e parte del gruppo ottico del Sonnar 4/135 appena descritti;
il gruppo ottico del 135mm non è svitabile per utilizzarlo a parte ed infatti, asportando
questo modulo pre-assemblato, l'ultima lente singola rimane in sede nel barilotto
originale. Il look tutto nero con lenti trattate del suo modulo è straordinariamente
moderno per l'anno di costruzione (1940).

 

La vista posteriore conferma che anche la lente interna del Sonnar 4/135
(la superficie posteriore del doppietto collato) è trattata antiriflesso; la montatura
anodizzata anzichè smaltata conferma come quest'ottica fosse davvero all'avanguardia.

 

Questo Sonnar 1,5/50 del tempo di guerra si discosta dai modelli appena descritti:
si tratta infatti di un obiettivo standard, prodotto senza alcun rivestimento antiriflessi,
che con tutta probabilità è stato smontato e trattato dopo la commercializzazione,
durante il conflitto; infatti, la "T" che indica il rivestimento delle lenti è stata rozzamente
sgorbiata a mano sull'anello frontale fino a mettere a nudo l'ottone sottostante...
E' un esemplare anomalo che esula dalle due tipologie classiche (trattato in fabbrica
durante la guerra direttamente sulla linea di produzione o trattato dopo la guerra,
smontando e rivestendo le lenti che in origine non erano trattate), un aggiornamento
in corsa in pieno periodo bellico decisamente inusuale.

Questi obiettivi sono autentici benchmark dal momento che furono le prime ottiche
a beneficiare di questa innovazione effettivamente distribuite sul mercato e messe a
disposizione di utenti comuni, un merito condiviso solamente con alcune ottiche della
Kodak di Rochester, il cui trattamento, peraltro, era molto delicato e veniva applicato
solamente alle superfici interne per evitare l'asportazione meccanica durante la pulizia
delle superfici; questi obiettivi Contax così affascinanti ed anomali sono al centro di
un crocevia tecnico ed emozionale che li colloca a  buon diritto fra i modelli storicamente
più significativi di tutta la produzione mondiale.

(Marco Cavina)





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