LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  7

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Tre grandangolari da 3,5 cm della Carl Zeiss Jena per Contax a telemetro

 

Pierpaolo Ghisetti

(05/12/2009)

Presentiamo in queste note tre fra i numerosi grandangoli da 3,5cm realizzati per il sistema Contax a telemetro; due di essi sono ottiche prodotte dalla Carl Zeiss Jena del periodo prebellico: l’Orthometar può essere considerato già abbastanza raro, mentre l’Herar è addirittura un pezzo rarissimo e semisconosciuto, ricercato e persino abilmente imitato. Il Biometar è invece un’ottica del primo dopoguerra quasi sconosciuta ma dalle caratteristiche tecniche molto interessanti, in quanto andava temporaneamente a coprire il vuoto lasciato dalla versione anteguerra del Biogon, che non poteva essere montato sulle nuove Contax postbelliche, mentre il Biometar serviva  appunto a questo scopo. In definitiva, gli obiettivi descritti in questa sede dimostrano quanto fosse approfondita la ricerca ottica e quanto fosse vasta l’offerta di focali per questo sistema, veramente sterminato.


Orthometar 3,5cm f/4,5

Schema ottico: 6 elementi in 4 gruppi
Angolo di campo: 63°
Peso: 210g
Accoppiamento telemetrico: si
In produzione: 1937
Mirini:432/5
             
436/7 revolver
Paraluce: 1283/2

Quest’obiettivo, disegnato da Willi Merte, era stato concepito inizialmente per fotogrammetria, destinandolo a fotocamere di grande formato, sino al 180x180mm.

A metà degli anni Trenta fu ridisegnato per le fotocamere di piccolo formato: come focale da 27mm per le Tenax 24x24mm (solo 300 pezzi costruiti), e come ottica grandangolare per il formato 24x36, per andare a costituire un’alternativa al Biogon, sia per il prezzo che per l’apertura relativa. Rimase in catalogo un solo anno, in quanto la produzione fu sospesa nel 1938, probabilmente perché si pensava di introdurre l’Herar f/3,5, a sua volta bloccato dalla produzione bellica.

Minima apertura a f/22.

La produzione risulta ufficialmente di 900 pezzi, distribuiti in due soli lotti produttivi, con partenza da 2.392.400. Curiosamente nei registri ufficiali mancano le date di consegna di ambedue i lotti.

Tuttavia, un primo lotto di cento pezzi con numeri di matricola a partire da 1.503.401 (inizialmente assegnato ad altri obiettivi) è stato successivamente destinato all’Orthometar. Se queste assegnazioni incrociate si sono ripetute é possibile che la produzione sia stata superiore a quella ufficiale, superando forse i 1.000 pezzi. Il primo lotto riportava l’incisione ‘C.Zeiss Jena’, ed alcuni obiettivi chiudevano a f/45.

La rarità dell’Orthometar è accentuata dal fatto che alcuni esemplari (pochissimi, in realtà), sono stati anche modificati con montatura Contaflex biottica e Tenax.

Come curiosità segnaliamo che per i primi lotti costruttivi sono stati utilizzati dei barilotti del Biogon, per cui all’interno di alcuni di essi la scala della profondità di campo parte da f/2,8. Questo spiegherebbe anche perché vi sono delle discrepanze nel numero dei due 3,5cm prodotti: nei registri alcuni lotti registrati sotto il nome Biogon erano in realtà degli Orthometar.

Anche i registri ufficiali tedeschi talvolta sono inesatti!

 

  

Orthometar montato su Contax II dotata di mirino 432/5.


Herar 3,5cm f/3,5

Schema ottico: 5 elementi in 2 gruppi
Angolo di campo: 63°
Peso: 130g
Accoppiamento telemetrico: si
In produzione: 1938
Mirini: 432/5
             436/7 revolver
Paraluce: 1283/2

L’Herar doveva rappresentare non solo l’alternativa economica al Biogon, ma anche un’evoluzione tecnica del prestigioso ‘cugino’. Infatti, grazie al suo schema ottico, frutto del disegnatore Sylvester Huber, l’Herar presentava solo 4 superfici vetro/aria contro le otto del Biogon, con un rendimento complessivamente superiore, ulteriormente migliorabile grazie al trattamento multistrato.

In base ai numeri di matricola che iniziano da 2.641.093 e finiscono a 2.641.345, si dovrebbe supporre una produzione di circa 438 pezzi, ma il fatto che attualmente si conoscono circa 20 obiettivi di questo tipo, fa considerare che in realtà siano state costruite quantità nettamente inferiori.

Il diaframma minimo era f/16, mentre curiosamente solo alcuni sono stati dotati di trattamento antiriflesso.

Nel 1940 furono costruiti alcuni esemplari con montatura in alluminio ed innesto a vite 39x1: di questo adattamento attualmente ne sopravvivono cinque esemplari conosciuti.

Fu studiata anche una variante di luminosità f/2,8: di questa versione, dotata addirittura di una lente in meno, esistono i disegni tecnici, ma non fu mai effettivamente costruita, forse neanche a livello di prototipo.

L’Herar, per la sua eccezionale rarità, rappresenta uno dei fiori all’occhiello di una collezione Contax. Sembra che verso la fine degli anni Novanta siano stati costruiti dei falsi da abili artigiani dell’Est Europa, venduti poi a prezzo molto elevato.

 

Herar montato su Contax II, dotata di mirino a revolver 436/7.

 

 

Biometar 3,5cm f/2,8

Schema ottico: 5 elementi in 4 gruppi
Angolo di campo: 63°
Peso: 100 g
Accoppiamento telemetrico: si
In produzione: 1950
Mirini: 432/5
              440 revolver ZI
              440 revolver CZJ DDR
Paraluce: 1283/2

Questo medio grandangolo fu presentato alla Fiera di Lipsia del 1950, come alternativa economica della Zeiss Jena al Biogon. Il nome Biometar apparteneva esclusivamente alla CZJ DDR, pertanto tutte le ottiche con questo nome (realizzate perExakta, Contax S, Praktina, Pentacon Six, ecc) sono state costruite in Germania Est.

Il Biometar 3,5cm, pur con luminosità f/2,8, presentava una lente in meno rispetto al Biogon occidentale, e possedeva pertanto costi di produzione inferiori; poteva essere montato su tutti i modelli di Contax, anche quelli dopoguerra, grazie al fatto che il gruppo posteriore era molto compatto. Tuttavia, alla stregua del Planar 35mm realizzato dai ‘cugini’ occidentali, non riuscì a scalfire la supremazia del Biogon.

Possedeva un barilotto in alluminio, la T rossa, e, come tutti i prodotti della DDR, l’incisione ‘Germany’.

Il diaframma minimo era f/22.

Nel 1949 fu fabbricata una pre-serie di 5 esemplari.

La produzione, esclusivamente effettuata dalla CZJ DDR, si aggira sui 1.500 pezzi, con numeri di serie da 3.211.601 a 3.271.400, tutti fabbricati nel 1950.

Come varianti minori si conosce un esemplare marcato ‘aus Jena’, ed un altro con l’incisione Bm al posto di Biometar.


Biometar montato su una rarissima Contax II Jena, con apposito mirino a revolver dopoguerra della CZJ senza numero identificativo (da non confondere col similare mirino n° 440 della Zeiss occidentale).

 

Paragone tra il Biometar e la versione anteguerra del Biogon: si apprezza la compattezza del gruppo ottico posteriore del Biometar, che permetteva a quest’obiettivo di essere montato sulle nuove Contax IIa e IIIa, prerogativa negata al Biogon anteguerra a causa, appunto, dell’esagerato ingombro posteriore.


(testi di Pierpaolo Ghisetti; immagini di Marco Cavina)





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