LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  9

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Dorso intercambiabile Leitz per fotocamera Adox 300

 

Pierpaolo Ghisetti

(02/01/2010)

La Leitz di Wetzlar è sempre stata molto avara nel concedere i suoi prodotti ad altre società: nel periodo anteguerra si conoscono alcune macchine che hanno utilizzato il Leitz Elmar, e su questo argomento si può consultare un mio articolo su:

www.reflex.it, nella sezione collezionismo;

mentre nel dopoguerra è noto l’ ELC da 6inc f/2,8 montato sulla fotocamera Maurer, da me illustrato su:

http://www.photobit-forum.it/phpbb/viewtopic.php?f=11&t=5902

Anche se poco conosciuto esiste uno strano e raro accessorio, meravigliosamente realizzato dalla Leitz, per una fotocamera particolare, ovvero la Adox 300.

Le fotocamere con questo marchio avevano iniziato a essere prodotte negli anni Trenta dalla società Wirgin di Wiesbaden, che  nel 1947 assunse questo nome, per poi aprire ufficialmente una fabbrica nel 1950, col nome Adox KameraWerk

La fotocamera Adox 300 fu presentata alla Photokina del 1956, per essere poi immessa sul mercato l’anno successivo. Anche se introdotta come la prima fotocamere tedesca a magazzini intercambiabili, questo non era del tutto vero, in quanto preceduta di un paio di anni dalla Praktina FX, fabbricata però in DDR. La Adox è pertanto storicamente la prima fotocamera a magazzini intercambiabili fabbricata nella Germania Occidentale. Possedeva una linea compatta, un mirino galileiano e presentava sul frontale una leva di carica per l’avanzamento pellicola e ricarica dell’otturatore centrale Compur Rapid, una reminescenza della Zeiss Tenax. Sulla destra dell’apparecchio era posizionato l’esposimetro Bewi al selenio non accoppiato, mentre l’ottica, fissa, era uno Steinheil da 45mm f/2,8, composto da 4 lenti, secondo lo schema Tessar. La messa a fuoco avveniva a stima, in quanto mancava il telemetro.   



La Adox 300 (immagine da Ebay)

La macchina era fornita di serie di tre magazzini intercambiabili, utili per aumentare l’autonomia della macchina, o per passare rapidamente dalla pellicola a colori a quella b/n.

I magazzini intercambiabili erano molto utilizzati all’epoca: le Zeiss Contaflex e poi Contarex ne facevano un largo uso, ed anche la stupenda Kodak Ektra ne era equipaggiata. La Praktina aveva influenzato tutta una generazione di reflex e le nipponiche Nikon e Canon introdurranno i dorsi speciali nei lori ampi sistemi reflex.

Tuttavia la Adox 300 non ebbe il successo sperato, in quanto troppo sofisticata e costosa per il target di una compatta, e la società vendette alla Leitz gli strumenti produttivi per la produzione dei dorsi, marcati inizialmente Adox, poiché la società di Wetzlar era interessata a produrre dei dorsi fotografici per i propri microscopi Orthomat.

Il brevetto del dorso Leitz era a nome di Hermann Ploss e Hans Hell, nr DE 1044601 in data Novembre 1958 (il brevetto è intestato ad Adox CameraWerk G.m.b.H., il che conferma la paternità Adox del progetto meccanico originale, NdR).

Il dorso si presentava in un’elegante finitura grigia martellata, con la scritta bianca Leitz Wetzlar Germany, e sotto il numero del DBP. I dorsi per Orthomat possedevano invece una finitura bianco opaca.


I dorsi per Leitz Orthomat, identici a quelli per Adox 300 ad eccezione della finitura (immagini da Ebay)

 

Sulla parte posteriore vi erano i due dischi per l’indicazione della sensibilità della pellicola impiegata e del tipo di emulsione (colori, luce artificiale, luce naturale).

Sul fondello vi era una chiavetta ripiegabile per l’avvolgimento e sollevabile a molla per l’introduzione del rocchetto pellicola. Sulla parte opposta vi era il bottoncino di sgancio pellicola e il contafotogrammi. Il dorso si apriva con un sistema a scatto e rivelava un interno con doppio rocchetto di avvolgimento e una pressa pellicola magnificamente realizzati e rifiniti. Un rocchetto comandava l’avanzamento della pellicola, mentre il secondo controllava il volet, che si apriva una volta inserito il dorso nella macchina e che veniva chiuso al momento del distacco, per proteggere la pellicola dalla luce.

Come si vede è una soluzione estremamente raffinata, che evitava l’inconveniente dei dorsi Contarex e Hasselblad, ove il volet veniva inserito e disinserito di volta in volta, essendo separato dal dorso vero e proprio, e poteva facilmente venire perduto durante le riprese.

La soluzione Leitz invece ovviava a questo inconveniente, proponendo un dorso di eccezionale fattura sia tecnica sia estetica; un vero capolavoro di inventiva e di meccanica fine, come solo i prodotti Leitz del periodo d’oro sapevano essere.

Non è facile definire la quantità produttiva di questi dorsi: dalla loro rarità si può supporre che  siano state costruite alcune  decine di esemplari, al massimo un centinaio.

Il dorso Leitz per Adox lascia alcune domande insolute: come per gli altri casi, la Leitz ha concesso i suoi prodotti a una piccola società che non le facesse concorrenza, ma proprio per questo, prevedibilmente, di scarso successo commerciale. Inoltre ci si può chiedere come mai la Leitz non abbia applicato il concetto di dorso removibile sia ai suoi apparecchi a telemetro che alle successive Leicaflex, vista l’esperienza e la tecnologia acquisita. Evidentemente alla Leitz interessava maggiormente completare il corredo per il microscopio Orthomat, molto costoso e complesso, piuttosto che ampliare gli accessori per fotografia. Del resto il raffinato meccanismo del volet e la ricercata finitura risultavano del tutto incongrui per una macchina tutto sommato economica come la Adox. La risposta a tutti i quesiti può pertanto essere che la Leitz ha utilizzato i dorsi Adox solo per fare esperienza e per poi acquisire la strumentazione adatta alla fabbricazione, per implementare il complesso e costoso microscopio Orthomat.

Comunque oggi questo dorso Leitz risulta raro e poco conosciuto anche agli appassionati più tenaci nella ricerca degli accessori della Casa tedesca. Questo probabilmente dipende non solo dalla rarità del pezzo  ma anche dal fatto che il settore fotografico e quello scientifico Leitz possiedono target di utilizzatori completamente diversi e spesso non comunicanti  tra loro.

Un motivo in più per  apprezzare uno dei più rari e originali accessori Leitz,  ponte di congiunzione tra due tipologie  di attrezzature completamente diverse.

Ma sempre Leitz!




I dettagli del rarissimo dorso Leitz per Adox 300 confermano la deliziosa fattura e l'altissimo
livello di finitura; il magazzino veniva inserito all'interno del corpo e letteralmente chiuso
ermeticamente da un dorso esterno a cerniera, analogo a quello delle fotocamere tradizionali.


Una Adox 300 con il dorso originale appartenente alla prima produzione
autarchica (notate il marchio ADOX sulla sommità); il colore della finitura,
un grigio scuro, si discosta leggermente da quello della versione prodotta
da Leitz, il cui smalto è leggermente intonato al giallo-verde.

(fotografia per gentile cortesia del Sig. Angelo Calanni - Milano)

 

Il dettaglio del dorso evidenzia il marchio originale e la colorazione grigia.

(fotografia per gentile cortesia del Sig. Angelo Calanni - Milano)

 

Il dorso posizionato all'interno del corpo macchina Adox 300 si
interfacciava con prese di forza per l'avanzamento ed era tenuto
in posizione dallo stesso dorso a cerniera dell'apparecchio.

(fotografia per gentile cortesia del Sig. Angelo Calanni - Milano)



(testi di Pierpaolo Ghisetti; immagini di Marco Cavina, dove non altrimenti specificato)





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