LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  16

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CARL  ZEISS  JENA  SONNAR  8,5cm f/2

ZEISS  OPTON  - CARL  ZEISS  SONNAR  85mm f/2

 

Pierpaolo Ghisetti

(28/10/2010)


 

Parametri tecnici

Schema ottico: versione anteguerra, 6 elementi in 3 gruppi

                          versione dopoguerra, 7 elementi in 3 gruppi

Angolo di campo: 28,5°

Peso: 590g, versione CZJ

          380g, versione CZJ DDR

          400g, versione ZO

Accoppiamento telemetrico: si

In produzione: dal 1933

Mirini, anteguerra: 544/7 e 543/7 a maschera

                                  433/35 albada

                                  436/7 revolver

                                  436/10 revolver

            dopoguerra: 563/03 a maschera

                                   438 torpedo

                                   427 multiplo

                                   440 revolver ZI

                                   440 revolver CZJ DDR

Paraluce: anteguerra 1283/5

Un’ottica straordinaria, dalla resa veramente superiore a qualunque altro concorrente.

Lo schema ottico originale derivava dal Sonnar da 5cm, modificato nel gruppo posteriore. Ricordiamo che il contemporaneo Leitz Elmar 90mm era un f/4, dalla resa molto modesta, mentre il Summicron 90mm f/2 apparve solo nel 1957, quasi venticinque anni dopo il Sonnar! Inoltre il Summicron era molto ingombrante, pesando ben 680g, contro i soli 400 g , delle contemporanee versioni di Oberkochen.

Occorre tuttavia ricordare che la Leitz possedeva in catalogo, come obiettivo luminoso, l’Hektor 73mm f/1,9, introdotto nel 1931; tuttavia la resa dell’Hektor a tutta apertura era influenzata dal flare, assolutamente imparagonabile a quella del Sonnar.

Il prezzo del Sonnar 8,5cm era il doppio del più economico ‘cugino’ Triotar: quest’ultimo nel 1953 costava 63.000 lire contro le 132.000 lire del Sonnar f/2.

Nel dopoguerra il gruppo frontale fu ridisegnato dalla Zeiss di Oberkochen, aggiungendo una lente, rendendo così lo 85mm praticamente identico al Sonnar 50mm f/1,5. Lo schema ottico della versione CZJ DDR rimase invece identico a quello anteguerra. Grazie anche all’uso dei nuovi vetri a bassa dispersione, la versione dopoguerra del Sonnar ‘West Germany’ rappresenta una delle migliori ottiche per Contax e, probabilmente, anche dell’intera produzione Zeiss.

Segnaliamo, come curiosità, che distanza minima di messa a fuoco è cambiata nel corso della produzione, variando da 1,4 sino ad arrivare a un solo metro.

La produzione fu così suddivisa:

5.623 pezzi della CZJ, prodotti sino al ’41;

2 esemplari prodotti nel 1933 con passo a vite Leica;

905 pezzi con innesto Contaflex, fabbricati tra il 1935 e il ’38;

8.502 pezzi della CZJ DDR, fabbricati tra il 1945 e il ’49;

2.100 esemplari marcati ZO;

1.500 pezzi marcati CZ.

Il totale produttivo assomma pertanto a 17.725 Sonnar ufficiali con baionetta Contax.

Tuttavia nel 1941 alcuni esemplari di un lotto produttivo di 600 pezzi furono stornati per equipaggiare le cineprese Arriflex, per cui presumibilmente l’esatto ammontare complessivo è sicuramente inferiore di qualche unità.

All’interno dei lotti ufficialmente previsti per Arriflex diversi Sonnar furono stornati e dotati di passo a vite 39x1, per cui i Sonnar 8,5cm con innesto Leica sono sicuramente stati prodotti dal 1941 al dicembre ’45, in numero però non quantificabile.

Inoltre occorre aggiungere che nel 1948, per ordine dello SMAD, diverse ottiche di un lotto di 300 pezzi furono modificate in postproduzione, dotandole del passo a vite 39x1, onde equipaggiare le fotocamere russe FED e Zorky, in conto riparazione danni di guerra. Anche in questo caso tuttavia non è possibile stabilire il numero degli obiettivi modificati.

 

1933

La produzione inizia nel maggio, dal numero 1.430.351. La prima versione possedeva naturalmente la finitura nera/nichel, la scala della profondità di campo, e non aveva la filettatura per i filtri. Il diaframma arrivava sino a f/16, e il peso era di 590g. La distanza minima di messa a fuoco è di 1,15 metri . Il barilotto possedeva tre ghiere zigrinate, la più grande delle quali aveva una larghezza di 4 millimetri .

E’ probabile che questa versione sia stata costruita in 900/1100 esemplari.

Tra tutte le varie versioni, dal punto di vista collezionistico, questa è sicuramente la più rara.

 

Con mirino ottico reversibile 436/1 ; in basso a sinistra la versione con correzione della parallasse.

 

 

1936

In aprile, dal numero 1.799.701, inizia la produzione della versione cromata, con diaframma sino a f/16 e peso sempre di 590g. Il barilotto aveva sempre tre ghiere zigrinate, ma la più grande ora misurava 3 millimetri , invece che 4.

Nel corso della produzione il diaframma fu portato a f/22. La minima distanza di messa a fuoco fu variata a 1,4 metri .

 

Con mirino a maschera 543/7 ; a sinistra esposimetro ad estinzione Drem marcato Contax.

 

1938

Viene introdotta la versione con barilotto in alluminio, col peso di soli 350g. Il diaframma minimo arriva sino a f/22. Le ghiere zigrinate ora sono solo due e il barilotto è stato abbassato di 2 millimetri . Alcuni di questi obiettivi vennero forniti di trattamento antiriflesso, ed esportati in Svezia.

La distanza minima di messa a fuoco ritorna a 1,15 metri .


Con mirino a revolver multifocale  436/7 e paraluce a telescopio 1283/3.

 


1945

Versione con barilotto in alluminio della CZJ DDR: peso di 380g, diaframma minimo a f/22 e T rossa. Questa versione possiede 6 lenti, come la versione anteguerra.

Tuttavia il disegno del barilotto è notevolmente diverso dalla versione anteguerra: la grafica della parte anteriore con la scala della profondità di campo è stata ridisegnata, mentre la ghiera portafiltri è nera. Il barilotto, sopra l’innesto a baionetta, possiede una caratteristica rientranza. La distanza minima di messa a fuoco è di 1,2 metri .

La produzione inizia in dicembre col numero 2.839.301, per esaurirsi nell’agosto del ’49 col numero 3.200.500, per complessivi 8.502 pezzi.


Con mirino torpedo bifocale CZJ.



Marchio della CZJ DDR.


1950

Versione prodotta ad Oberkochen, marcata ZO. Barilotto in alluminio, pesante 400g, diaframma minimo f/22, T rossa, e grafica che s’ispira alla versione di Jena, senza tuttavia la rientranza sopra l’innesto. Il barilotto possiede un piccolo scalino sopra la ghiera dei diaframmi.

Lo schema ottico è stato ridisegnato, ed ora comprende 7 lenti in tre gruppi. Il diaframma, doppio, possiede 22 lamelle. La distanza minima di messa a fuoco di questa versione, come pure della successiva marcata CZ, è stata portata ad 1 metro .

Quattro lotti costruttivi, dal numero 540.001 sino a 1.129.000, per complessivi 2.100 esemplari.

 

Con mirino multifocale 440 Zeiss Stuttgart.

Marchio della Zeiss Occidentale.

 

 

presentiamo inoltre il quattordicesimo esemplare prodotto (nella fabbrica di Coburg, temporaneamente utilizzata dalla Zeiss in attesa che quella nuova di Oberkochen entrasse in attività): curiosamente, riporta la scritta Germany e non West Germany, come il resto della produzione Zeiss Opton.


 

 

1953

Versione marcata Carl Zeiss, senza T rossa. Peso di 400g. Diaframma sino a f/22 con 22 lamelle. E’ stata eliminato lo scalino sopra la ghiera dei diaframmi.

La produzione fu limitata a 1.500 pezzi, dal numero 1.128.601 al 1.475.700.



Con mirino a maschera 563/03.

 

Il raro paraluce 1120 in attacco S49 per il Sonnar 85mm.



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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