LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  21

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I  MIRINI  ZEISS  A  REVOLVER  PER  CONTAX

 

Pierpaolo Ghisetti

(23/03/2011)

Una delle principali innovazioni create dalla Zeiss per il sistema Contax a telemetro è stata l’introduzione del famoso mirino multifocale a revolver, un pezzo veramente esclusivo e rivoluzionario, frutto di una progettazione specialistica ed innovativa, che solo una grande casa ottica come la Carl Zeiss Jena poteva concepire.

Il mirino a revolver si basa sul concetto di poter ruotare (come in un revolver a tamburo Colt, appunto) l’anello anteriore per selezionare la visione (ovvero con diverso ingrandimento in base alla focale prescelta) relativa alla focale montata sul corpo macchina. La visione appare con i lati corretti: un vero miracolo ottico che supera concettualmente ed operativamente tutte le precedenti esperienze, e si pone molto avanti nel campo dei mirini per macchina a telemetro.

 

 

I primi progetti depositati nel 1932 mostrano che inizialmente il mirino a revolver doveva possedere ben sei vocali rotanti, ma poi si è optato per cinque focali disponibili, rendendo più ampia la visione delle singole inquadrature.

Le focali apparivano con una croce, per un’esatta delimitazione dei piani inquadrati, mentre il peso era di 80/90g, secondo le versioni.

Per comodità possiamo dividere i mirini a revolver in tre periodi; anteguerra, dopoguerra Ovest e dopoguerra DDR.

Vediamoli dettagliatamente:


Periodo anteguerra

 


La prima versione, contraddistinta dal numero di catalogo 436/4, viene presentata nel 1933: questa primissima versione, attualmente rarissima, non possedeva la molla di blocco della ghiera zigrinata anteriore, per cui occorreva posizionare con esattezza il relativo indice della focale col prisma. Naturalmente questa manchevolezza fu subito superata col successivo modello 436/7 del 1936, che conteneva la molla di blocco e, in alcuni modelli, la base con la slitta per la correzione della parallasse.

Le focali disponibili erano: 2,8 - 5 – 8,5 – 13.5 - 18cm.

Da notare che accanto alle singole lunghezze focali vi erano anche le tacche con 1-2 distanze di messa a fuoco: una raffinatezza veramente notevole e tutta teutonica!

Il mirino era presentato in una bella scatola di bachelite rettangolare con coperchio ricurvo con chiusura a scatto, e il cono per la lunghezza focale da 18cm fu leggermente accorciato durante la produzione del mirino, creando così due versioni di questo innovativo mirino.

 


Con l’introduzione del Biogon 3,5/2,8 fu soppressa la focale da 18cm per fare spazio a quella da 3,5cm, ottica d’uso molto più universale rispetto al teleobiettivo; il nuovo mirino fu denominato 436/70 ovvero 436/10 nella versione con slitta dotata di parallasse.

 

Il mirino a revolver fu inserito nel programma Kiev, una volta che tutta l’apparecchiatura per Contax fu trasferita nella città Ucraina, come bottino di guerra.

Fu pertanto replicato per le fotocamere a telemetro russe, che, tra l’altro, utilizzavano gli schemi ottici Zeiss per i loro obiettivi. Il mirino a revolver russo, oltre naturalmente alla scritta Made in URSS, possedeva le focali del 436/70 (infatti il Tessar 18cm non era stato replicato nel catalogo Kiev), e fu, curiosamente, prodotto sia con il prisma a sinistra, come l’originale Zeiss, ma anche col prisma a destra.

Le incisioni sulla ghiera anteriore sono leggermente diverse da quelle Zeiss, e riportano, tra l’altro, M e CM maiuscoli invece che minuscoli (M per metri, CM per centimetri). Era presentato in una scatola cilindrica di bachelite con coperchio avvitabile.

Tuttavia occorre notare che la visione del mirino russo NON è identica allo Zeiss: mentre quest’ultimo mostra una finestra rettangolare su sfondo scuro, quello russo possiede una finestra rettangolare più chiara, inserita in un circolo leggermente più scuro, segno che, evidentemente, si preferito optare per una costruzione ottica semplificata.

Il mirino russo, costruito a Krasnogorsk, come del resto appare dal simbolo sulla fiancata, rimase in produzione presumibilmente sino al crollo dell’URSS, ovvero a cavallo del periodo tra il 1985 e il 1990: un bel esempio di longevità tecnica!

 


Un mirino molto particolare, sempre a revolver, fu il 436/21, creato per la cinepresa Movikon: possedeva le focali da 1,5 - 2,5 – 5 - 7,5 – 18cm, con una visione verticale del campo inquadrato. Questo mirino, contraddistinto dal tubo anteriore di ben 5,5cm di lunghezza, aveva un peso di 120g e risulta un pezzo rarissimo.

 

Periodo dopoguerra DDR


Nel primo dopoguerra, tra il 1947 e il 1948, la CZJ ripropose nuovamente il mirino a revolver, tuttavia questo fu completamente ridisegnato, con un corpo interamente rotondo, un oculare diottrico posteriore e l’indicazione della lunghezza focale inserito nel mirino stesso, sulla destra, mentre sulla sinistra compariva il simbolo di infinito, per un’eventuale correzione della parallasse. Il peso arrivava a ben 150g. La visione appariva naturalmente a lati corretti con un circoletto al centro del rettangolo di visione.

Da notare che il mirino dopoguerra CZJ NON POSSIEDE un numero di matricola identificativo di catalogo.

Ne furono fatte due versioni: la prima con l’apparire del Topogon 25/4 possedeva queste focali: 25 – 35 - 50 – 85 – 135mm, mentre con l’introduzione del Biogon 21/4,5 nel 1954 la focale da 25mm fu soppressa a favore di quest’ultima.  Da notare che le lunghezze focali ora erano espresse in millimetri.

Si tratta di un mirino otticamente molto raffinato, purtroppo costruito non sempre con materiale di prima scelta, per cui talvolta i prismi si ossidano: è tuttavia molto raro ed ambito.


Ne esiste anche la versione cine, con frame mezzo formato verticale (nella foto seguente, a destra)

 


Da segnalare che la CZJ riprese subito dopo la guerra, per breve tempo, la produzione del 436/7: questi mirini, con corpo in alluminio e numero di matricola superiore a 20.000 sono delle autentiche rarità, in quanto ormai superati nel periodo dopoguerra, essendo stato dismesso il Tessar da 2,8cm a favore del 25mm Topogon e poi del 21mm Biogon. Ne furono costruiti forse un centinaio d’esemplari o poco più.

 

Periodo dopoguerra Germania Ovest

 

Per quanto riguarda invece la Zeiss Occidentale il nuovo mirino a revolver fu fornito dalla Zeiss Ikon Stuttgart (e non dalla Carl Zeiss, corrispettiva della CZJ), con il codice nr 440.



Possedeva un corpo rotondo compatto, la ghiera anteriore zigrinata con l’indicazioni delle lunghezze focali, e l’oculare diottrico, Anch’esso portava inizialmente la focale da 25mm relativa al Topogon, 


sostituita silenziosamente con una seconda versione portante la focale da 21mm relativa al Biogon, senza tuttavia mutare numero di catalogo.



Con un peso di 110g, veniva fornito in un astuccio di cuoio: la versione con focale da 25mm è abbastanza rara, mentre molto comune quella con l’indicazione da 21mm. Si tratta di un apparato ottico di qualità che unisce il meglio delle esperienze precedenti, con una compattezza notevole.



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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