LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  25

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CARL  ZEISS  JENA  TESSAR  CON  PASSO  A  VITE

42x1mm  PER  CONTAX  S  E  DERIVATE

 

Pierpaolo Ghisetti

(06/06/2010)

La comparsa della Contax S nel 1948 apre definitivamente le porte al concetto moderno di reflex 35mm monoottica, discorso coraggiosamente iniziato nel 1936 dalla Exakta, che tuttavia era concepita con diverse limitazioni di base, che freneranno sempre l’evoluzione della macchina della Jhagee.  


I punti di forza della macchina del VEB Zeiss Ikon Dresden, ripresa da un progetto anteguerra, sono essenzialmente:

 . il pentaprisma, che permette una visione corretta del soggetto inquadrato, e in questo la Contax , con l’italiana Rectaflex, segna un primato assoluto;

-         il bottone di scatto anteriore, per minimizzare le vibrazioni, soluzione che mutuata anche dalla cugina Praktica, avrà un grandissimo successo;

-         l’introduzione dell’innesto ottiche con passo a vite 42x1, altro primato assoluto, che vedrà un successo planetario travolgente. Questo primato, opportunamente misconosciuto dalla concorrenza nipponica, che negli anni quaranta e cinquanta, si vedeva surclassata dai prodotti della DDR, per innovazione e soluzioni tecniche, vedrà negli USA l’applicazione di uno dei primi esempi di politically correct. Infatti il mercato americano, in piena Guerra Fredda, non poteva ammettere che i prodotti della parte avversa (ovvero della DDR, supportata dall’URSS) erano più innovativi ed avanzati di quelli nipponici, supportati dagli USA. Per cui nel 1957, (ovvero dopo 10 anni dalla comparsa della Contax S) all’apparire della prima Asahi Pentax con passo a vite 42x1, questo innesto diverrà il passo Pentax, ignorando totalmente, anche nella denominazione, il primato Zeiss.

-         Un parco ottiche, vasto, articolato e di alta qualità, fornito dalla Carl Zeiss Jena e dalla Meyer di Goerlitz.

 

 

Considerando poi la situazione politica, ovvero che la Germania usciva da una guerra disastrosa, sia per le distruzioni materiali che per le perdite umane, e che era proprio la piccola DDR, ovvero la parte affidata all’URSS, il motore di tutte queste innovazioni (grazie anche al fatto che i migliori tecnici meccanici erano rimasti a Dresda, non occupata e saccheggiata in mezzi e uomini dagli americani, come invece era accaduto a Jena), la presentazione alla Fiera di Lipsia del 1948 della Contax S rappresentava un autentico miracolo organizzativo, tecnico ed anche umano.

La Carl Zeiss Jena per questa macchina, e per tutte quelle che seguiranno, sino al 1960, ripresenterà il suo classico immortale, ovvero il Tessar, il leggendario e pubblicizzato Occhio d’Aquila, declinandolo in diverse versioni, sia di luminosità che di lunghezza focale.


Vediamole dettagliatamente.

 

 

 

Tessar 5cm - 50mm f/3,5

 

La primissima versione di quest’ottica è un miracolo di miniaturizzazione: col peso di appena 60g, porta ancora l’indicazione della lunghezza focale in centimetri, possiede la T rossa, una lunghezza di appena 3 centimetri , e un diametro filtri di 30mm. La distanza minima di messa a fuoco è di 0,7cm. Il nocciolo ottico è chiaramente derivato dai Tessar per Contax a telemetro. Attualmente è una versione molto rara.

 


La seconda versione vede il barilotto allungarsi sino a 4,5 centimetri , la lunghezza focale viene espressa ora in millimetri, appare sempre la T rossa, mentre il diametro filtri è portato a 40mm. Il peso ora è di 100g. Appare la ghiera anteriore per la preselezione del diaframma, mentre la minima distanza di messa a fuoco scende a 0,5m.

Ambedue le versioni f/3,5 possiedono la minima chiusura del diaframma a f/22, contrariamente ai rimanenti Tessar che chiudono a f/16.


 

 


Tessar 50mm f/2,8

 


La versione f/2,8. apparsa nel 1950, guadagna mezzo diaframma rispetto alla precedente ma mantiene lo stesso diametro filtri, lo stesso peso, l’identica minima distanza di messa a fuoco, sempre a 0,5m. Non appare più la T rossa, mentre compare il simbolo di prodotto di qualità della DDR, composto da una 1 dentro una Q, ovvero Prima Qualità. La scala delle distanza ora è in metri e in feet. Un piccolo miracolo tecnico. D’ora in poi sulla ghiera frontale non comparirà più, accanto a 50/40/80 f/2,8 la sigla mm.

Viene sostituita da una versione totalmente diversa nelle dimensioni: lunga 5cm, con un diametri filtri portato a 48mm e un peso di 160g. La minima distanza di messa a fuoco rimane a mezzo metro. Tuttavia l’innovazione più importante risiede nella parte posteriore del barilotto, ove fa la sua comparsa il piolino per l’apertura del diaframma, che viene innescata ruotando la ghiera anteriore. Infatti la versione denominata Contax F possiede davanti al bocchettone porta ottiche un piccolo ponte levatoio che viene attivato un attimo prima dello scatto, chiudendo così il diaframma al valore preimpostato. In questo modo fa la sua comparsa la messa a fuoco a tutta apertura, che agevola grandemente l’operatività dell’apparecchio reflex.

La produzione è stata di diverse migliaia di esemplari.

 

 

 

Una versione rarissima ed estremamente particolare di questo obiettivo è costituita dal Tessar f/2,8 marcato Ernst Abbe Jena. Questo Tessar presenta le scritte dorate e non bianche, la T , anch’essa dorata, e la doppia scala delle distanze.

Il significato dell’incisione dedicata ad Abbe (creatore della Fondazione Zeiss) risiede o nella commemorazione di un Giubileo, mai però chiarito, oppure in una prova di mercato per la sostituzione del marchio CZJ, in vista dell’azione legale della Carl Zeiss di Oberkochen, che rivendicava i diritti sui marchi Zeiss, Tessar compreso.

Pertanto si era pensato ad Abbe per creare un marchio alternativo: tuttavia il nome Zeiss era definitivamente affermato, mentre Abbe era conosciuto solo da pochi specialisti. In conseguenza l’iniziativa fu lasciata cadere, dopo poche decine di pezzi realizzati.

 

 

Tessar 40mm f/4,5

Come era già accaduto nel periodo anteguerra, quando lo schema Tessar era stato prestato al grandangolare da 2,8cm, nel 1949 si decise di allargare l’angolo di campo a 40mm, con una prudente luminosità di f/4,5, per cercare di fornire al sistema una focale più ampia del classico 50mm. Occorre precisare che ci troviamo in quel periodo storico in cui i grandangolari con schema retrofocus per reflex dovevano ancora essere inventati. Il Flektogon 35mm (primo grandangolare retrofocus tedesco, altro primato della CZJ), presentato ufficialmente nel 1950, apparirà sul mercato solo nel 1953, con un prezzo molto alto.

Il Tessar 40mm pesava appena 110g, metteva a fuoco a 40cm e non possedeva preselezione del diaframma. Possedeva sia la T rossa che il simbolo di qualità. Anche se ufficialmente prodotto in 8500 pezzi circa, sino al 1955, si tratta oggi di un obiettivo abbastanza raro.

 

 

 

Tessar 80mm f/2,8

L’obiettivo si maggior lunghezza focale ad utilizzare lo schema Tessar è stato questo medio tele, che era affiancato dal Biometar, di pari lunghezza focale e luminosità, più compatto e molto più caro. Si tratta di un obiettivo di 250g di peso, con un barilotto di 7,5cm, diametro filtri 48mm, e ghiera di preselezione dei diaframmi. Doppia scala delle distanze e messa a fuoco ad 1m. E’ probabile che quest’obiettivo sia stato appaltato alla Meyer, in quanto non compare nello Zeiss FB. Estremamente raro.

 



(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 


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