LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  51

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SUPER-IKONTA III - IV 6x6

versione dopoguerra

 

Pierpaolo Ghisetti

(02/03/2018)

(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 

 

Nel periodo dopoguerra la fortunata serie delle macchine di medio formato 6x6cm, denominata Super Ikonta, viene ripensata dalla rinata Zeiss Ikon di Stoccarda: si decide di abbandonate la struttura pesante e ingombrante del precedente modello prebellico, la famosa B- BX, a favore di una costruzione in alluminio più leggera e al passo con i tempi. Anche l’ottica passa da 80 a 75mm mentre la luminosità da f/2,8 a f/3,5, in modo da contenere costi e ingombri. La costruzione è sempre impeccabile, con il ponte levatoio a tre tiranti, per garantire massima stabilità e precisione nella movimentazione dell’ottica. L’eliminazione del cuneo ottico sull’obiettivo ha portato a un’ulteriore riduzione del peso e della complicazione, con un nuovo mirino-telemetro, interamente posto nel carter superiore, estremamente preciso. Il grosso bottone di avanzamento pellicola, posto sulla destra, è assicurato contro le doppie esposizioni accidentali; da notare che il caricamento pellicola è elementare e semplicissimo.

 

 

Nel 1953 inizia la produzione della Super Ikonta III o 531/16, che si sovrappone per un periodo di tempo con la vecchia serie B. Dotata sia di Tessar che di Novar Anastigmat 75/3,5 su otturatore Synchro Compur con tempi sino a 1/500 di sec, affiancata poi nel 1956 da una versione più economica con Novar f/4,5 e otturatore Prontor SV. Da notare che le ottiche Tessar possono essere marcate inizialmente Zeiss Opton e poi Carl Zeiss

La macchina è molto razionale e ordinata, con un peso di 660g, contro gli 850g della versione B, possiede un grande mirino e un telemetro molto preciso. Rimane in produzione sino al 1958

 

 

Questo modello viene affiancato, a partire dal 1955, dal modello 534/16, denominata anche Super Ikonta IV, incorporante anche un esposimetro al selenio, protetto da un’antina mobile. Questo è inserito nel carter superiore, e non sovrapposto in modo ingombrante come nella vecchia BX. Ricordiamo che le dimensioni sono 13x10x4cm, veramente una fotocamera compatta 6x6cm. L’ago del galvanometro è visibile su tettuccio e i dati relativi vanno poi riportati sulle ghiere di tempi e diaframmi, che possono essere bloccati, in modo da scegliere l’accoppiata desiderata.  Il peso passa a 710g, contro i 950g della vecchia BX. l’ottica è il Carl Zeiss Tessar 75/3,5, con minima distanza di messa a fuoco a 1,2m.  Questo modello, l’ultima medio formato costruita dalla Zeiss Ikon, esce di produzione nel 1960.

 

 

Nella pubblicità illustrata è definita Autofocus –Camera, per l’estrema facilità operativa e di messa a fuoco, tramite l’apposita ghiera zigrinata, coassiale all’obiettivo. Chiaramente va tutto riportato alla metà degli anni Cinquanta!

 

 

Questa fotocamera, utilizzata ripetutamente dall’Autore di queste note, si è dimostrata un vero asso nella manica per quanto riguarda la fotografia in medio formato: leggera e tascabile, (la BX è un vero mattone, anche se il Tessar da 80mm f/2,8 è molto buono otticamente, specie nel b/n) con un telemetro estremamente preciso e un esposimetro sufficiente (ricordiamoci che si tratta di una cellula al Selenio di mezzo secolo fa), silenziosa e non intrusiva, (pulsante di scatto  morbido e progressivo) tutte le volte che si vuole scattare a persone o gruppi senza infastidire. La resa del Tessar (a 5 lamelle) è secca, decisa, con colori morbidi, anche sottoesposti e soprattutto ottima leggibilità nelle ombre. Si nota in questo caso il trattamento multistrato ancora del primo tipo. Veramente consigliabile sia come macchina da viaggio che come compagna d’appoggio a un corredo reflex in medio formato. Inoltre la sua tecnologia basica permette di usarla senza dover memorizzare alcunché, almeno per chi è abituato alle fotocamere meccaniche d’epoca.

 

 

Con questo apparecchio, sicuramente di classe superiore, si chiude dopo circa trent’anni la storia delle folding Zeiss Ikon, che si concentrerà da ora in poi sugli apparecchi reflex 35mm, Contarex, Contaflex e poi Icarex. Ricordiamo che la Super Ikonta BX è stata la prima macchina medio formata dotata di esposimetro, mentre il modello IV è ancora molto ricercato per la felice combinazione di qualità meccanica e ottica, unita ad una notevole leggerezza del tutto. Purtroppo il momento storico, tutto incentrato sullo sviluppo degli apparecchi reflex, sia di piccolo che di medio formato, ha decretato la fine di queste bellissime macchine a telemetro, come spesso succede riscoperte solo decenni dopo.

 

 

 

 


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