LO  SCRIPTORIUM  DI  PIERPAOLO  GHISETTI

ARTICOLO  n°  53

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ZEISS IKON NETTAR - VERSIONI DEL DOPOGUERRA 6X6 - 6X9

 

Pierpaolo Ghisetti

(03/03/2019)

(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

 

 

Il nome Nettar, all’interno della produzione della Zeiss Ikon, ha rappresentato, a partire dal 1937, un’alternativa economica alle Ikonta e Super Ikonta, nei formati 6x4,5cm, 6x6cm e in quello 6x9cm. Pertanto si tratta di macchine a soffietto, con ponte levatoio anteriore, che si pongono come fotocamere basiche per la fotografia con pellicola in rullo 120. Inizialmente nel 1934, al momento della loro introduzione, vengono denominate Bob, poi Nettar dal 1937. Sino al 1940 vengono offerti ben dieci modelli diversi di fotocamere Nettar, nei diversi formati, caratterizzati dal numero 515 e 516, seguito dall’identificativo del formato.

 

 

Nel dopoguerra la produzione viene razionalizzata, (relativamente), è eliminato il formato 6x4,5cm e vengono offerte tre diverse tipologie di fotocamere con questo nome, tutte con tettuccio cromato.

 

 

La semplificazione, rispetto alle costose Super Ikonta, è attuata in 5 direzioni:

-          Cassa in alluminio con semplificazione del ponte anteriore, grazie a due soli tiranti, invece che tre, con un tirante che scorre nella fessura del tirante principale, come nelle Ikonta;

-          Otturatori, tutti centrali, vari e semplificati, con una scelta ridotta dei tempi di otturazione;

-          Ottiche Novar Anastigmat, con sole tre lenti, con aperture ridotte da f/4,5 a f/6,3, la massima delle quali è un f/3,5 ma senza mai possedere un Tessar di pari luminosità;

-          Mirino galileiano diretto, senza telemetro, chiaro e luminoso, ma con messa a fuoco a stima.

-          Meccanismo del pulsante di scatto, troppo secco e semplificato.

 

I modelli sono:

Nettar 6x6cm cat 517/16

La produzione inizia nel 1951, il peso di 550g, l’ottica Novar 75/6,3, con otturatore Vario con 3 tempi di otturazione, ovvero 1/25 – 1/75 e 1/200sec. La staffa del flash è incorporata. Rispetto alla macchina anteguerra, col mirino ottico pieghevole, ora il mirino è incorporato nel tettuccio cromato della macchina stessa. Vedi per paragone la pubblicità anteguerra.

Signal Nettar 6x6cm  cat 518/16        

La produzione inizia nel 1952, con 7 diversi modelli, molto simili al precedente come peso e dimensioni, che si differenziano per avere tre diversi obiettivi Novar (f/3,5 – f/4,5 e f/6,3) e diversi otturatori: Verio, Velio, (i più economici) Pronto, Prontor S e SV. Le versioni economiche con otturatore Velio e Verio con ottica f/6,3 scompaiono nel 1955, mentre le rimanenti rimangono in produzione sino al 1959.

Signal Nettar 6x9cm cat 518/2

Viene offerta a partire dal maggio 1952, in 7 combinazioni ottica-otturatore, e presenta dei negativi adatti alla fotografia panoramica o di architettura con un costo molto accessibile. Peso da 685g sino a 800g, per la versione con ottica f/3,5. Le ottiche sono Novar 105mm con aperture da f/3,5 – 4,5 e f/6,3 Gli otturatori più sofisticati Prontor S offrono tempi dal secondo sino al 1/250sec.

Il mirino sul tettuccio viene inizialmente raccordato al carter superiore con due curve, nelle versioni successive viene modificato con una specie di torretta. Da notare che la staffa portaflash può essere proficuamente utilizzata per montarci sopra un piccolo telemetro, utile nel riportare la distanza sulla ghiera di messa a fuoco dell’ottica. Sul dorso delle fotocamere è situata una finestrella per controllare l’esatto avanzamento della pellicola. Le ottiche sono dotate di trattamento antiriflesso semplice: le loro migliori caratteristiche di nitidezza si ottengono almeno a f/8, meglio se a f/11.

Le due Signal Nettar prendono questo nome dal piccolo segnale (Signal, appunto) rosso che compare nel mirino, che indica che la fotocamera deve essere ricarica. Una volta fatta avanzare la pellicola questo segnale scompare, prevenendo le doppie esposizioni.

Complessivamente si tratta di ben 15 versioni, grazie alle varie combinazioni ottica-otturatore, che coprono veramente tutte le possibili richieste per una macchina economica con pellicola in rullo, messa a fuoco a stima ( la Zeiss consigliava di usare preferibilmente la tecnica dell’iperfocale) e ottiche semplici, ma ancora di buona qualità generale, solitamente fornite dalla consociata Hensold, talvolta anche da Rodenstock

Leggere e portatili, da tasca, grazie anche al peso ridotto, dovevano rappresentare la formula Zeiss per una macchina popolare di medio formato. Erano tuttavia datate al periodo storico del dopoguerra, economicamente povero, e non sopravvissero all’ondata della nuova moda degli apparecchi reflex da 35mm, che promettevano miracoli e possibilità illimitate, anche se con ben altri prezzi.

Del resto agli inizi degli anni Sessanta la Zeiss abbandonerà definitivamente le macchine con formato 120, per dedicarsi all’ambizioso progetto Contarex.

Si tratta anche oggi di fotocamere estremamente accessibili, dai 50 ai 100 euro, talvolta meno, in base alle varie caratteristiche sopra descritte, ma che, nonostante la loro fama di macchine economiche rispetto alle sorelle Ikonta e Super Ikonta, risultano particolarmente ben costruite e di sicura soddisfazione. Adatte ad iniziare l’avventura fotografica nelle fotocamere d’epoca con una spesa limitata.

Nettax  513/16

Alla famiglia delle Nettar appartiene questa fotocamera economica, presentata nel 1956, simile come impostazione generale alla Signal Nettar 518/16 (vedi sopra), quindi per il formato 6x6cm, con il segnale di macchina carica nel mirino,  ma con l’aggiunta di un esposimetro al Selenio, protetto da uno sportellino. Sul tettuccio appare la finestrella con l’ago di riferimento esposimetrico, i cui dati vanno poi riportati sulla ghiera dei tempi e dei diaframmi, per centrare l’esposizione corretta. L’ottica è il classico Novar 75/4,5, con otturatore Pronto, dotato di 4 tempi, da 1/25 sino ad 1/200, più la posa B.

Prodotta per breve tempo, sino al 1959, la Nettax , che prende nome da una nota fotocamera anteguerra, dotata del medesimo otturatore della Contax a telemetro, presenta una tipica contraddizione Zeiss Ikon: un equipaggiamento superiore alla Signal Nettar nell’esposimetro, ma un otturatore e un obiettivo modesto, che ne mortificano i vantaggi. Probabilmente anche in questo caso erano previste altre versioni, non messe in produzione a causa del taglio delle fotocamere per pellicola in rullo 120.

Quotazioni odierne estremamente economiche.

 

 


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