LEITZ  "SEMI-SUMMICRON-R"  50mm  f/2

OVVERO:  BASTA  MEZZO  OBIETTIVO

PER  FARE  LE  FOTO ?



ABSTRACT


I tried to snap pictures with a Leitz Summicron-R 50mm f/2 lacking the iris and
the rear lens assembly, a really unlucky lens that I nicknamed "Semi-Summicron"
(half-Summicron); is it still able to focus and take some kind of pics? Let's see...


28/03/2008


Considerate questo pezzo un interludio leggero, quasi una buffa curiosità, che ovviamente
non ha nulla a che fare con la reale e peraltro indiscussa qualità ottica Leitz: tempo fa
l'amico Pierpaolo Ghisetti mi passò in mano un banale Summicron-R 50mm f/2 nero,
appartenente alla prima serie lanciata nel 1964 con la Leicaflex originale; di primo acchito
l'ottica mi lasciò indifferente, almeno finchè l'amico Pierpaolo, con aria sorniona, non capovolse
l'obiettivo mostrandomi le sue regali terga: qualche omicida seriale psicopatico aveva infierito
sul povero Summicron, asportando con precisione chirurgica l'intero meccanismo del diaframma
ed il gruppo ottico posteriore (probabilmente come souvenir ad uso feticistico)... un brivido di
disgusto risalì per la schiena, mentre scorrevano veloci in memoria le immagini d'epoca delle povere
vittime di Jack the Ripper; dopo un interminabile minuto rorido di sdegno passato ad esecrare
simili atti, maledicendone il colpevole, poco per volta si fece strada una insinuante e genuina
curiosità: l'obiettivo sarebbe stato ancora in grado di definire dei fuochi coniugati (probabilmente si,
il gruppo ottico anteriore mantiene una sua lunghezza focale, e non essendo appunto afocale soddisfa
la suddetta richiesta), e soprattutto, con che resa e quali aberrazioni?




un Summicron-R 50mm f/2 prima serie, obiettivo apparentemente banale, finchè....

 

....capovolgendolo appare lo sporco lavoro di uno psicopatico, che ha infierito
asportando chirurgicamente, ad uso trofeo, il diaframma ed il gruppo ottico posteriore
completo!

 

Ormai lo sconcerto ha ceduto completamente il passo alla determinazione: ho "casualmente" con me
una Canon EOS 5D full-frame e l'anello adattatore Leica R - Canon EOS, quindi nulla impedisce di
realizzare due scatti frettolosi, incalzato a tamburo battente dal tempo tiranno! Ma vediamo in dettaglio
cosa è rimasto del povero Summicron dopo lo scempio del lens-ripper:


Sparito il diaframma ed il nocciolo ottico posteriore del Gauss, restano solo le tre lenti anteriori,
convergenti e spaziate ad aria, a testimoniare che un tempo quel relitto era un fior di obiettivo;
dal momento che manca letteralmente mezzo schema ottico, ho simpaticamente ribattezzato
quest'obiettivo "Semi-Summicron-R" 50mm f/2 (in realtà la focale non è più 50mm, ma non
sottilizziamo!)


E' il momento di metterlo in macchina per verificare se esistono ancora fuochi (o meglio, se e
dove si posiziona il fuoco coniugato anteriore corrispondente alla costante imposta da quello
posteriore, ovvero il tiraggio retrofocale standard Leicaflex-Leica R); il lavoro dell'ottica sarà
complicato dall'assenza del diaframma, che obbligherà a fotografare a piena apertura; dopo
qualche tentativo mi rendo conto che la coniugata anteriore definita dalle lenti restanti focalizza
a distanza ravvicinata, equivalente a quanto basta per riempire il fotogramma con una testa umana;
ecco un primo scatto che ritrae il dettaglio di un gioco all'aperto per bambini.

 



Come si può notare il "Semi-Summicron-R" riesce ancora a focalizzare in modo percettibile una coniugata
anteriore, ma naturalmente l'assenza delle lenti posteriori (e soprattutto delle due superfici rifrangenti dell'ultimo
elemento singolo) lascia irrisolte numerose e vistose aberrazioni, aggravate dal forzato impiego a tutta apertura,
fra le quali un forte flare di coma, curvatura di campo (vedi angolo in alto a sx) e vistosa aberrazione cromatica;
ecco qualche dettaglio del file, visionato al 100%:

 


vistoso flare di coma


piano di fuoco percettibile e fringings di aberrazione cromatica


vistosi fringings ed il piano di messa a fuoco che si allontana sui bordi

 

Ecco un secondo scatto (il volto di Pierpaolo che mi osservava divertito)

 



La coniugata fissa generata dal gruppo ottico residuo corrisponde ad un rapporto di
riproduzione di questo genere; nelle zone centrali le tre lenti senza diaframma riescono
ancora a risolvere il soggetto, sia pure sotto una pesante cappa di coma, mentre nelle
zone periferiche i piani astigmatici presentano una notevole curvatura cui si sovrappongono
le altre vistose aberrazioni (notare l'aberrazione cromatica sul colletto della camicia
in basso a dx); naturalmente per immagini sognanti, d'atmosfera l'ottica può senz'altro
fornire risultati in linea con le aspettative (l'idea non è così balzana, ho un amico che
ha segato a metà un vecchio zoom economico e ne utilizza solo una parte), ma non è certo
 più un obiettivo fotografico propriamente detto; ecco alcuni dettagli del file, anch'essi
visualizzati al 100%

 


dettagli nelle zone centrali focalizzati e risolti sotto un mare di coma


curvatura di campo ed aberrazioni che subentrano progressivamente uscendo dall'asse


vistosa aberrazione cromatica laterale, che però è molto "stilish", fa atmosfera

 

Sono molto felice di avere riportato "alla vita" il "Semi-Summicron-R", anche se solo per pochi attimi,
dopo tanti anni di declassamento a relitto meccanico; in ogni caso la brutale "chirurgia meccanica"
è stata sempre ufficialmente praticata anche dalla stessa Casa madre, come testimoniato dall'assortimento
di modelli "schnitt" (peraltro molto belli ed interessanti) realizzati nel tempo...

 





due viste di una Leica M6 "schnitt" con Leitz Tri-Elmar-M 28-35-50mm f/4
schnitt applicato: credo che ogni appassionato, al cospetto di un tale spettacolo,
senta un brivido attraversargli le membra...




UPGRADING 01/04/2009


Con questo aggiornamento chiuderemo il cerchio rimasto incompleto e renderemo giustizia
all' "onore" del povero Summicron-R verificando come si comporta in realtà un esemplare
sano e dotato di tutti gli "attributi", senza alcuna lensectomia pregressa... Le immagini che
seguono sono state realizzate utilizzando un  obiettivo "gemello", ovvero un Leitz Wetzlar
Summicron-R 50mm f/2 della prima serie (1964-1976),  coerente col modello 11228,
dotato di due camme per Leicaflex SL/SL2, costruito nel 1973 e caratterizzato dalla
matricola 2580590; costruito a Wetzlar, nella Mecca dei Leicisti, ha trascorso una vita
tranquilla e felice in Austria per poi approdare come riproduttore anziano nella mia
scuderia (o dovrei dire vetreria?).

Il Leitz Summicron-R 50mm f/2 tipo 11228 del 1973 utilizzato per gli scatti che seguono.


Per verificarne la resa ho utilizzato anche in questo caso (par condicio!) una Canon EOS 5D,
equipaggiandola con vetro di messa a fuoco tipo S, dotato di smerigliatura specifica per messa
a fuoco manuale; gli scatti RAW sono stati aperti in Adobe Camera RAW 5.3, passati in
Photoshop CS4 a 16 bit e successivamente convertiti ad 8 bit per il salvataggio finale; è
stato lasciato lo sharpening di defalut di ACR e non è stata aggiunta maschera di contrasto
in Photoshop; per molti scatti ho inserito un'immagine a fotogramma intero ed i relativi
crops ingranditi al 100% del file originale disponibile, cioè 4.368 x 2.912 pixel.

Credo che "tastare il polso" al Summicron-R 11218-11228 sia interessante perchè molti
tessono le sue lodi giudicandolo addirittura "superiore" alla successiva computazione 11215
a 6 lenti in 4 gruppi simmetrici, con due doppietti collati; entrambi gli obiettivi sono stati progettati
da Walter Mandler ed il primo esemplare è davvero storico non soltanto perchè fu il normale
designato per l'esordio della famiglia Leicaflex ma anche in considerazione del fatto che è
stato uno dei primi obiettivi ad essere ottimizzato secondo i nuovi indirizzi dell'ottica moderna
che favorivano il contrasto e l'acutanza dei bordi a discapito della risolvenza pura, un protocollo
oggi universalmente accettato e messo in pratica.... Infatti, il microcontrasto del Summicron-R
11218-11228 è leggendario e quest'obiettivo fu utilizzato per anni come standard di riferimento
sul quale testare le pellicole (testimone del resto ripreso anche dal successivo Summicron-R tipo
11215, largamente impiegato per sondare i limiti del celebre negativo a colori Kodak Ektar 25 ISO).

Per quanto riguarda le differenze fra questo primo tipo ed il modello successivo ed attuale, si vocifera
di un rendimento leggermente migliore per il Summicron 11218-11228 a piena apertura f/2, in
virtù di un maggiore contrasto che consente anche immagini dal notevole stacco plastico; questa scelta
ha comportato un certo focus-shift sull'asse ai diaframmi successivi abbinato ad una curvatura di campo
superiore rispetto al tipo 11215, per cui il modello più recente dovrebbe fornire immagini più nitide e
brillanti a diaframmi intermedi, soprattutto ai bordi, ed anche una profondità dei neri superiore, grazie ai
trattamenti antiriflessi migliorati ed alle più sofisticate passivazioni del barilotto interno e del diaframma.

Naturalmente tutto il castello di carte poggia sulla certezza purtroppo soltanto teorica di avere in mano
un esemplare perfettamente realizzato, montato e centrato sulle specifiche del modello campione, il che
non è mai garantito, anche parlando dei nomi più prestigiosi.

Passiamo dunque senza indugio alle immagini e cerchiamo di capire dove si colloca questo esemplare di
Summicron-R del 1973, giunto a me dopo una vita errabonda; naturalmente le riprese non hanno alcuna
velleità "artistica" ma servono da mero strumento per ricavare qualche utile indicazione.

 

Cominciamo con due crop al 100% di un'immagine ottenuta a piena apertura f/2, a distanza ravvicinata (sotto il metro)
e, per buona misura, anche in deciso controluce; il contrasto è effettivamente eccellente per questa apertura ed anche
la resa materica rivela subito quella tessitura spessa e grezza come tela di juta che riconosco ed apprezzo in molti
obiettivi Leica R, in grado di "raccontare" dove altri riproducono solo una tonalità piatta.

 

Questo scatto a piena apertura f/2 conferma l'eccellente contrasto garantito da questo esemplare,
una caratteristica che aiuta a staccare con decisione il soggetto a fuoco; la vignettatura è tutto
sommato trascurabile e probabilmente è più legata ad impedimenti meccanici (pensiamo alla
stretta strombatura anteriore per filtri da 44mm) che alla legge del Cos4 di Theta; molti definiscono
come "creamy" e molto piacevole il bokeh del Summicron-R 11218-11228, ma osservando le
alberature delle barche (cosa molto più evidente con una visione ingrandita) si nota invece il classico
sfuocato "bifido" (linee sdoppiate) proprio di obiettivi con aberrazione sferica sovracorretta
sul piano di fuoco per ottenere una elevata nitidezza.


Il crop al 100% dello stesso fotogramma conferma l'eccezionale capacità analitica sull'asse del Summicron-R
11218-11228, il cui potere risolvente a tutta apertura è fuori dall'ordinario (ricordo che non è stata applicata
alcuna maschera di contrasto a questi dettagli di file visti al 100%)


la stessa immagine ottenuta ad f/8 non migliora percettibilmente l'eccellente rendimento
riscontrato ad f/2: le principali differenze si limitano all'aumento della profondità di
campo ed alla scomparsa della vignettatura meccanica; il senso di maggiore nitidezza
è dovuto proprio e soprattutto all'incremento della  profondità di campo.




Infatti, nel crop al 100%, i dettagli sono appena meno "fuzzy" ma non si assiste al miglioramento sperato;
d'altronde la base di partenza era già eccellente, ed è possibile che operando a distanze medio-brevi il
focus-shift sull'asse annulli parzialmente i benefici della diaframmazione; in ambedue i casi la resa è comunque
di alto livello, il che configura il Summicron-R primo tipo come un obiettivo molto versatile e poco influenzato
dall'apertura adottata.

 

Con questo scatto ho cercato di valutare se in posizione di infinito l'eventuale
focus shift fosse ancora presente e deteriorasse il rendimento; alla ricerca della
massima risolvenza in asse il diaframma è stato chiuso solamente ad f/5,6 (ad
f/8 i correttissimo obiettivi Leica presentano già un'avvertibile diffrazione).

 



Su infinito ad f/5,6 - sia sull'asse che 8-12mm fuori asse - la nitidezza è calligrafica, assolutamente
eccellente e l'immagine è caratterizzata da quei vigorosi passaggi chiaroscurali che fanno parte dello
storico fingerprint Summicron-R: evidentemente nella posizione di infinito l'obiettivo soffre di uno spostamento
di fuoco trascurabile, o forse l'incremento della profondità di campo compensa efficacemente eventuali
residui di curvatura di campo e variazione della giacitura.


Storicamente, i Summicron-R da 50mm sono obiettivi eccellenti in asse con un certo calo di
contrasto e risoluzione ai bordi estremi, più avvertibile rispetto all'omologo per Leica-M;
da questa immagine scattata ad f/8 ho ricavato un crop nell'angolo in alto a sinistra, per
verificare la diceria (immagine presa con messa a fuoco quasi su infinito).


Il crop al 100% nell'angolo del fotogramma lascia stupiti per la "tenuta" di questo esemplare:
è davvero difficile trovare obiettivi che mantengono questa risoluzione ai bordi estremi del
full-frame digitale, e l'orientamento incrociato delle sartie, riprodotte con contrasto analogo,
suggerisce un trasferimento di contrasto poco dissimile fra i due orientamenti sagittale e
tangenziale; un risultato davvero eccellente per un obiettivo classe 1964.

 

Tre immagini realizzate ad f/8 che sottolineano l'elevata brillantezza del Summicron-R 50mm 
f/2 matricola 2580590 e che confermano l'attitudine a riprodurre la materia dei soggetti ripresi
in luce diffusa (cielo coperto) con una tessitura ed un vigore che - a mio avviso - sono l'atout
più eclatante del fingerprint Summicron.

 

Riproduzione vigorosa e puntuale dei dettagli e colori pieni e saturi:
nonostante il Summicron-R 11218-11228 sia evidentemente ottimizzato
ai diaframmi aperti (l'optimum era dichiarato ad f/4) anche alla classica
chiusura f/8 (sovente necessaria per ovvie esigenze di profondità di campo)
garantisce immagini impeccabili.

 

Un altro scatto eseguito ad f/8; questo ingegnoso velocipede ecologico
presenta molti dettagli ed è un soggetto ideale per provare la capacità
di delineazione dell'obiettivo a distanze ridotte.


Pur in assenza di sharpening aggiunto in Photoshop, la nitidezza dei crops al 100%
è effettivamente eccellente; non ho seguito con attenzione la complessa epopea
delle diverse serie e matricole degli obiettivi Leitz imbastita dall'impagabile Ferzetti,
ma credo che siamo in presenza di un esemplare ben riuscito, sicuramente sovrapponibile
agli standard teorici di progetto.

 

Nuvole minacciose delineate con eccellente presenza dal Summicron-R.

 

Ecco la quidditas che cerco ed apprezzo in alcune ottiche Leica-R: vigore che
quasi trasfigura la materia e la fa apparire generata da bulino e pennello, numerose
sfumature in ombra pure in presenza di elevato contrasto, fuori fuoco ineffabile ed
inconfondibile con una leggibilità tutta sua ed immediatamente riconoscibile (vedi
il soggetto in secondo piano - mio padre, incidentalmente); in realtà quasi tutti i
50mm f/1,8 - f/2 di buona marca hanno un'ottima risoluzione: la differenza sottile
quanto determinante rispetto al Summicron-R risiede proprio in questo quid.

Questi scatti, oltre a rendere il giusto merito al Summicron-R 50mm f/2 11218-11228 dopo la
"carusata" iniziale, confermano come un esemplare ben riuscito di questa serie sia in grado di
sfoderare tuttora prestazioni eccellenti e perfettamente inserite nell'alveo della resa Leica-R;
soprattutto, nell'attuale fermento definito "digital vintage" (adattamento di vecchi e gloriosi obiettivi
a moderni corpi digitali) questo Summicron ha dimostrato di abbinarsi molto bene ad un sensore
full-frame senza però annullare il suo fingerprint iniziale: sicuramente una buona notizia per tutti
i Leicisti che stanno "traghettando" il loro sistema di obiettivi R verso le tecnologie attuali.

Come ultima nota autobiografica, ero rimasto deluso dal mio primo Summicron-R, un modello
con seconda computazione ottica "for Leica R only" acquistato nuovo nel 1991: la sua risoluzione
mi era parsa decisamente scialba ed ho sempre sospettato che si trattasse di un esemplare "poco
riuscito"; un paio di anni dopo lo sostituii con un macro-Elmarit-R 60mm f/2,8 davvero eccellente,
e per molti anni ho messo una pietra sopra all'argomento "Summicron-R 50mm"... Sono quindi
felice di avere casualmente incrociato un 50mm primo tipo così performante: forse riaccenderà
la scintilla dell'idillio brutalmente interrotto molti anni fa!

PS: per chi volesse dare un occhiata a com'è costruito questo piccolo gioiellino, ecco alcune immagini
decisamente inusuali: illustrano un rarissimo esemplare di Leicaflex I "schnitt" con relativo Summicron-R
50mm f/2 tipo 11218, parimenti vivisezionato....








Questo dettaglio ravvicinato evidenzia gli elicoidi in Alluminio ed Ottone
delegati al controllo della messa a fuoco sul Summicron-R 50mm f/2 1° tipo.


(testi, immagini ed attrezzature di Marco Cavina; le Leica Schnitt ed il Leitz Summicron smontato
sono proprietà di Pierpaolo Ghisetti; ringrazio di cuore l'amico Pierpaolo per avermi consentito di
fotografare i  pezzi che gli appartengono e di pubblicare le relative immagini)

 




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