TEST

I  50mm  LEICA  M :

Noctilux f/1,0 - Summilux f/1,4 Asph - Summicron f/2,0 - Elmar f/2,8


 

 

 

 

19/05/2007

Faccio esordire questa nuova sezione, richiesta con insistenza da molte parti, con una prova che reputo molto interessante,
dal momento che ho messo a raffronto i quattro normali Leica M più moderni: il Noctilux-M 50mm f/1,0, il Summilux-M
50mm f/1,4 Asph, il Summicron-M 50mm f/2 e l'Elmar-M 50mm f/2,8; la prova è interessante perchè il confronto si basa
essenzialmente su prove pratiche a distanza ravvicinata, dal momento che reputo le coniugate brevi il campo di impiego più
frequente nell'utilizzo "reale", in contrasto con l'ottimizzazione d'origine, solitamente effettuata su infinito; inoltre ho verificato
anche l'entità e la natura dello sfuocato su diversi piani e a diversi diaframmi, confronto intrigante anche perchè fra gli
obiettivi del lotto troviamo sia schemi Gauss classici, sia Gauss evoluti (come il Summilux), sia Tessar (l'Elmar f/2,8), e
metteremo a confronto "la personalità" dei vari obiettivi in questo settore; ho eseguito anche uno scatto ad f/5,6 ad una
distanza pari a circa 300 volte la lunghezza focale (equiparabile ad infinito), per testarli in condizioni "standard" ottimali.

CRITERIO DELLA PROVA

La prova è stata realizzata in condizioni reali, simulando il più possibile le normali procedure dell'utente medio, eseguendo
gli scatti su pellicola Fujichrome Velvia 100 caricata su un corpo Leica MP nuovo di zecca, "sverginato" per l'occasione,
per scongiurare il rischio di un corpo macchina non perfettamente regolato; l'apparecchio è stato montato su un cavalletto
sovradimensionato di stabilità rocciosa, e la messa a fuoco è stata regolata con la massima accuratezza consentita da una
normale acuità visiva; eventuali minimi errori non inficiano la prova, dal momento che i limiti visivi del telemetro M saranno
gli stessi anche per gli altri utenti; le diapositive sono state scansionate con uno scanner Nikon Coolscan tramite Lasersoft
Silverfast, senza introdurre alcuna regolazione software ed effettuando la messa a fuoco micrometrica sul punto scelto come
campione in ogni diapositiva, per scongiurare sfocature in scansione; non è stata introdotta alcuna maschera di contrasto
(sharpening) ne in Silverfast ne in Photoshop, per escludere ogni fattore "migliorativo" estraneo e mostrare la resa finale per
quella che è, nel bene o nel male; l'illuminazione è stata affidata alle lampade pilota di due torce flash AEF, diffuse da due
ombrelli ed opportunamente filtrate; nella scansione è stato esclusa ogni opzione ICE per la clonazione automatica di graffi
e polvere, per evitare artefatti imprevedibili, ed i dettagli appaiono naturalmente "sporchi", come da originale sviluppato
dal laboratorio professionale, ormai tutto indirizzato al digitale e poco propenso a curare la linea del film analogico...
Infine, il film è stato caricato all'ultimo momento, pre-tensionandolo col manettino di riavvolgimento per migliorare la
planeità di campo e scattando in rapida successione per non dare tempo alle palpebre paraluce in velluto del caricatore
di imprimere il loro "marker", dettaglio sconosciuto e trascurato e che invece - come da accurati test interni della Zeiss -,
deforma la pellicola causando poi sul piano focale una disuniformità di alcuni micron.

PRINCIPIO INFORMATORE DELLE MIE PROVE

Elencherò a seguire i numeri di matricola degli apparecchi utilizzati, e le immagini o le conclusioni che seguiranno vanno
considerate valide solo limitatamente a questi specifici esemplari; naturalmente è ragionevole supporre che quanto segue
sia estensibile a tutta l'analoga produzione, ma non ho l'arroganza o l'ingenuità di darlo per scontato, come avviene in molte
sedi analoghe

Leica MP n° 2.890.952                                        
Leica Noctilux-M 50mm f/1,0 n° 3.533.952          
Leica Summilux-M 50mm f/1,4 Asph n° 3.979.654
Leica Summicron-M 50mm f/2,0 n° 3.588.507       
Leica Elmar-M 50mm f/2,8 n° 3.692.341               


Gli obiettivi provati in questa occasione: ai miei normali Leica si è aggiunto il Summilux 50mm f/1,4 Asph messo gentilmente
a disposizione dall'amico Emanuele; per gli scatti è stata utilizzata la Leica MP laccata della foto, mai usata prima e quindi
ragionevolmente ben regolata; il Summicron-M appartiene alla penultima serie con paraluce separato, ma il nocciolo ottico
è identico a quello della corrente versione

 

due "look" diametralmente opposti: la classica Leica M6 cromata con piccolo Elmar rientrante, facilmente tascabile,
e la crepuscolare MP laccata nera con l'impressionante Noctilux f/1,0

 

LOGICA  DELLE  PROVE

Per ogni obiettivo è stata eseguita una prima serie di scatti ad 1mt di distanza con un soggetto centrale a fuoco ed altri tre
posizionati su piani via via fuori fuoco, partendo dalla massima apertura e chiudendo progressivamente a scatti interi fino
ad f/2,8 (ovviamente per l'Elmar-M è stato eseguito solo lo scatto ad f/2,8), passando poi ad un ultima esposizione ad f/5,6
intesa come settaggio di resa ottimale; è stato poi eseguito uno scatto in esterni ad f/5,6 con messa a fuoco a circa 15mt ed
infine una terza serie di scatti ad un soggetto geometrico con alcuni fogli di giornale posizionato a 2,3mt per visualizzare meglio
la risoluzione al centro e nelle zone periferiche, la vignettatura e la distorsione; in questo caso è stato eseguito uno scatto a
piena apertura ed un altro ad f/5,6.

LOGICA  DELLE  IMMAGINI  RIPORTATE

Dalla prima serie di scatti - per ogni obiettivo ed ogni diaframma testato - ho prelevato un crop al 100% del file dal soggetto
centrale a fuoco ed altri tre crop che illustrano l'entità dello sfuocato nei soggetti posizionati sui piani posteriori; dalla seconda
serie di scatti ho prelevato tre crop al 100%; uno sul punto messo a fuoco, un altro in una zona più periferica ed il terzo in una
zona periferica fuori fuoco; per la terza serie ho riportato una visione globale dello scatto a piena apertura per valutare la
vignettatura e la distorsione e due crop al 100% (uno sull'asse ed uno periferico) delle pagine di giornale - sia a piena apertura
sia ad f/5,6 - per valutare la risoluzione e quanto la fruizione di quest'ultima sia eventualmente penalizzata dalla vignettatura;
quest'ultima serie - eseguita a 2,3m cui corrisponde una distanza pari a 46 volte la focale - coincide già teoricamente con il
settaggio di infinito.

 



Il set informale allestito a casa dell'amico Emanuele, utilizzando per il controllo dello sfuocato le paperette di Giada,
piccola ma attentissima "collaboratrice"!  Per ogni obiettivo ed ogni diaframma ho estrapolato un dettaglio dell'auto
(la ruota anteriore, su cui avevo focheggiato) e la testa di tre pupazzi, per valutare entità e tipo di sfuocato

 

NOCTILUX-M  f/1,0 @ f/1,0



resa non entusiasmante ma buona per un f/1,0, anche se siamo sull'asse del fotogramma, dove tipicamente
il Noctilux a piena apertura ha un picco di resa, salvo poi degradare molto vistosamente sul campo

 

 

NOCTILUX-M  f/1,0 @ f/1,4




SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4

il Summilux Asph f/1,4 ad f/1,4 presenta una risoluzione assiale molto buona, mentre - paradossalmente - il
Noctilux peggiora vistosamente rispetto ad f/1,0 perchè a distanze ridotte quest'obiettivo soffre di un vistoso
spostamento di fuoco dovuto all'aberrazione sferica sottocorretta, ed il piano di fuoco si è spostato sul cofano
del modellino (in gergo "back focusing"), penalizzando molto la resa; il confronto col Summilux è impietoso

 


NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,0




SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,0


SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0

ad f/2,0 ed 1mt di distanza la resa del Noctilux continua ad essere compromessa dallo spostamento di fuoco, mentre il Summilux
Asph. migliora in modo marcato fornendo una riproduzione veramente molto buona e secca, probabilmente aiutato anche dal
suo esclusivo sistema flottante che a distanze minime crea al differenza; l'elemento asferico situato subito dietro il diaframma
probabilmente controlla molto bene anche l'aberrazione sferica, annullando i problemi si spostamento di fuoco che invece
affliggono severamente il Noctilux; il Summicron-M f/2,0 - al suo esordio a piena apertura - conferma la sua fama di eccellenza
con una riproduzione con un macrocontrasto inferiore al Summilux ma una risolvenza fine uguale se non superiore, come si
nota nelle decalcomanie "Campagnolo" ed "olio Fiat", proponendosi come la scelta generica più azzeccata anche in considerazione
del costo relativamente contenuto

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,8


SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,8

 

SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,8


ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8




ad f/2,8 ed 1mt di distanza  il Noctilux continua a soffrire un vistosissimo spostamento di fuoco, con i piani di
giacitura che sono andati a ramengo chissà dove, fornendo una resa insoddisfacente; ad f/2,8 il Summilux Asph
migliora in modo marginale, ed anche se presenta un macrocontrasto leggermente superiore al Summicron f/2,0,
quest'ultimo ha una risoluzione dei dettagli fini leggermente superiore ed una filosofia di ottimizzazione evidentemente
diversa; l'esemplare che stupisce di più è l'Elmar-M 50mm f/2,8, che all'esordio a piena apertura si rivela il più
nitido del lotto, sia pure leggermente penalizzato nel contrasto dal leggerissimo flare di coma; la prestazione di
questo quattro lenti tipo Tessar è davvero maiuscola, e conferma la diceria che vede questo tipo ottico molto
adatto alle riprese ravvicinate in virtù di una maggiore stabilità della correzione al variare del tiraggio: non a caso
la Zeiss Ikon scelse proprio il Tessar 50mm f/2,8 come dotazione standard della sua Contarex Special a mirini
intercambiabili, dichiaratamente votata alla riproduzione....

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6

 

SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/5,6





SUMMICRON-M f/2,0 @ 5,6

 

ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6


al diaframma ottimale il Noctilux migliora leggermente solo grazie alla profondità di campo, restando comunque indietro,
mentre gli altri obiettivi, molto corretti già ad f/2,8, migliorano in modo marginale, confermando l'ottimizzazione di scuola
Zeiss sul macrocontrasto per il Summilux ed una maggiore attenzione alla risoluzione fine per il Summicron e l'Elmar; resta
notevole la resa del più economico quattro lenti, anche se leggere imprecisioni del suo diaframma effettivo hanno portato
ad una diapositiva leggermente più "leggera" che non consente un giudizio obiettivo sul suo macrocontrasto

 

RENDIMENTO  NELLO  SFUOCATO

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,0

sfuocato brutale ad f/1,0 ma anche tanto flare di coma, accettabile a queste aperture per un
progetto "convenzionale" del 1976; l'immagine è vistosamente abbassata dalla vignettatura

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,4



SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4



lo sfuocato del Summilux Asph ad f/1,4 è un po' meno leggibile di quello del Noctilux, probabilmente perchè la
sovracorrezione dell'aberrazione sferica ha degradare più bruscamente la resa nei piani fuori fuoco, mentre il
Noctilux - nel caso specifico - è "aiutato" dal vistoso back-focusing che sposta indietro il piano di messa a fuoco
massima, rendendo più presenti i piani posteriori

 

 

NOCITLUX-M f/1,0 @ f/2,0


SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,0


SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0



interessante il confronto ad f/2,0: sul primo soggetto subito dietro al piano di fuoco il Noctilux f/1,0 resta leggermente più presente,
probabilmente sempre a causa del back-focusing e della leggera sottoesposizione introdotta dalla sua forte vignettatura, presente
anche ad f/2, mentre nei piani più lontani (B e C) il Summicron f/2,0 - usato a piena apertura - è visibilmente più leggibile, anche
se con un bo-keh un po' "fuzzy" e meno gradevole

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/2,8


SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/2,8


SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,8


ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8

anche ad f/2,8 il Noctilux f/1,0 si dimostra il più leggibile sul soggetto A, seguito a ruota dagli altri con leggerissime
sfumature di comportamento; sui soggetti B e C l'Elmar f/2,8 - usato a piena apertura - risulta più presente ed è un
fatto significativo dal momento che - come già sottolineato - quest'obiettivo si stacca nettamente dalla struttura ottica
dei 50mm moderni, adottando il classico schema Elmar-Tessar a 4 lenti in 3 gruppi, onusto di storia e di gloria e che
evidentemente (come già confermato dalla resa sul soggetto a fuoco), dopo la revisione con vetri e softwarfe moderni,
è ancora in arcione ed in grado di dire al sua...

 

 

NOCTILUX_M f/1,0 @ f/5,6


SUMMILUX_M f/1,4 Asph @ f/5,6


SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6


ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6

anche ad f/5,6 il Noctilux f/1,0 è più leggibile sul soggetto A, e a questo punto sospetterei di avere inavvertitamente spostato in
avanti la messa a fuoco nel passaggio da f/1,0 ad f/1,4, se non fossi assolutamente sicuro che ciò non è avvenuto; la maggiore
densità che tutte le sue immagini evidenziano mi fa pensare anche ad un diaframma calibrato per chiusure leggermente maggiori
del nominale (l'esposizione non è stata di volta in volta letta in TTL ma predeterminata ed impostata in modo equipollente per tutti
gli scatti); al contrario, l'Elmar è sempre "leggerino", forse a causa di una taratura opposta. Sui soggetti B e C le differenze sono ormai
trascurabili, mentre su A continuo ad avere la sensazione che il Summicron f/2 abbia una risoluzione (alte frequenze spaziali) leggermente
superiore al Summilux Asph (vedi i riflessi speculari sulla "bocca" ad f/5,6 o sugli occhi ad f/2,8); naturalmente sono sottigliezze poco
avvertibili nell'uso pratico

 

 

 



vista d'insieme della seconda prova, uno scatto ad f/5,6 (considerato per tutti come diaframma ottimale,
anche se in effetti l'Elmar f/2,8 migliora ancora leggermente ad f/8) con messa a fuoco sul quadrato centrale,
a circa 15m di distanza; saranno presi in considerazione i dettagli al 100% contenuti nei tre riferimenti verdi

 


NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6

SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/5,6

SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6

ELMAR - M f/2,8 @ f/5,6



ad "infinito" sono tutti ottimi obiettivi, anche se il Noctilux rivela una risoluzione leggermente inferiore; nel piano di fuoco ad f/5,6
il Summicron f/2,0 ha un potere risolvente superiore di un'inezia, mentre l'Elmar tiene bene il passo col Summilux Asph, di certo
aiutato da un'apertura massima inferiore di due stop che ha enormemente semplificato i suoi calcoli. Sul terzo soggetto, fuori fuoco,
il più leggibile è invece il Summilux Asph, mentre il Summicron resta inspiegabilmente molto indietro; temendo una sfocatura in
scansione sono andato ad analizzare la diapositiva e devo confermare il comportamento del 50mm f/2,0, che probabilmente a
questa distanza di regolazione degrada sullo sfondo in modo più avvertibile rispetto agli altri;  globalmente l'obiettivo che continua a
stupire è l'Elmar-M 50mm f/2,8 new, un deciso passo avanti rispetto al suo predecessore di fine anni '50, in grado di raffrontarsi a
parità di apertura con i più blasonati e costosi fratelli; alcune visibili disuniformità di esposizione sono legate a nuvole passeggere

 

 

il terzo soggetto presenta una griglia regolare che evidenzia l'eventuale distorsione dell'ottica ed
è stato illuminato uniformemente con due ombrelli per visualizzare la vignettatura, tradizionale
tallone d'Achille degli obiettivi Leica M, in virtù del diametro ridotto proprio alla loro montatura;
verranno proposti i crop al 100% relativi alle aree evidenziate in verde, sia alla massima apertura
disponibile per ogni obiettivo sia ad f/5,6, per visualizzare meglio il potere risolutivo ed anche
l'influenza della vignettatura sulla brillantezza e la leggibilità dell'immagine; la fotografia, nonostante
tutte le attenzioni, non è perfettamente in bolla, confermando i limiti di un mirino galileiano rispetto
ad una più precisa visione reflex; la distanza di ripresa, 2,3mt e pari a 46 volte la focale, permette
di considerare gli obiettivi già in configurazione "di infinito"

 

 

    

    

nella vista d'insieme a piena apertura si conferma come nei normali Leica-M la vignettatura proceda di pari passo
con l'aumento della luminosità disponibile, arrivando nel Noctilux a soglie quantomeno imbarazzanti, mentre l'Elmar-M
potrebbe comportarsi meglio, ed è probabilmente limitato dal ridotto diametro della sua lente anteriore; per quanto
concerne la distorsione, il Noctilux è nuovamente fanalino di coda con un barilotto ben visibile (ovviamente non è stato
concepito per la riproduzione ed è quindi giustificabile), mentre il Summilux Asph conferma la sofisticazione del suo
schema ottico con una distorsione "moustache", caratterizzata da un accenno di barilotto nelle zone centrali che si
azzera e passa vistosamente a cuscinetto in quelle periferiche; non sono del tutto convinto di questa scelta, che se da
un lato riduce i valori assoluti dall'altro rende la distorsione anomala ed ancora più avvertibile in soggetti geometrici;
decisamente più corretti i due normali meno esasperati, cioè il Summicron f/2,0 e l'Elmar f/2,8: in entrambi c'è solo
un leggerissimo accenno di barilotto, virtualmente trascurabile nel correttissimo Summicron

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/1,0



con un'apertura così ampia il Noctilux non può fare certo miracoli, ma è soprattutto la sua
estrema vignettatura a penalizzare severamente la leggibilità delle zone marginali

SUMMILUX-M f/1,4 Asph @ f/1,4



molto più presente il Summilux Asph, sia per la più vantaggiosa apertura massima di f/1,4 sia
per l'evidente ausilio del sistema flottante; la maggiore correzione, la curvatura di campo più
ridotta e la minore vignettatura consentono di leggere l'area periferica con un contrasto
infinitamente superiore


SUMMICRON-M f/2,0 @ f/2,0

sia pure aiutato da un esordio ad f/2, il Summicron-M evidenzia una pulizia ed una risoluzione
marcatamente superiore confermando la fama di quest'obiettivo circa lo stato di correzione
globale a piena apertura


ELMAR-M f/2,8 @ f/2,8



l'Elmar-M alla amssima apertura disponibile di  f/2,8 si comporta molto bene sull'asse, con una
risoluzione leggermente superiore al Summicron (testato però ad f/2,0) anche se paga un po' in
macrocontarsto per il leggero flare di coma presente a tutta apertura, mentre le zone periferiche
appaiono inferiori a quelle de Summicron, che ad f/2,0 si conferma il top-scorer (ricordo che
sia in fase di scansione che in fase di preparazione in Photoshop non è stata introdotta alcuna
maschera di contrasto migliorativa)

 

 

NOCTILUX-M f/1,0 @ f/5,6

SUMMILUX_M f/1,4 Asph @ f/5,6

SUMMICRON-M f/2,0 @ f/5,6

ELMAR-M f/2,8 @ f/5,6



ad f/5,6 il Noctilux-M conferma la sua idiosincrasia per le distanze medio-brevi (ma 2,3mt è
già pressochè equiparabile ad infinito....) presentando una risoluzione inferiore, forse visivamente
sempre dovuta allo spostamento di fuoco legato alla diaframmazione, già confermato e verificato
in altre sedi; nelle zone centrali l'Elmar-M, si pure con due soli stop di chiusura, presenta forse
la risoluzione più alta, ma con un contrasto penalizzato ancora da un accenno di veiling-glare
(che scompare completamente ad f/8), un comportamento inaspettato in un tipo Tessar, che fa
da sempre del macrocontrasto a discapito della risolvenza il suo cavallo di battaglia; il Summicron
è quasi sugli stessi livelli ma con un contrasto decisamente più secco, mentre il Summilux-M Asph
è giusto un filo più "fuzzy"; nelle zone periferiche il comportamento si conferma, con una visibile
riduzione della risoluzione, forse anche col contributo della curvatura di campo, solitamente
"sacrificata" nella filosofia di progetto Leitz a vantaggio di altri parametri

 

Ho voluto verificare i passi avanti introdotti nel tempo riguardo ai trattamenti antiriflessi ed alle
passivazioni del barilotto eseguendo uno scatto col modernissimo Summilux Asph in un contesto
di alto contrasto, verificando gli aloni in un soggetto in silouhette


il soggetto della prova a fotogramma intero

 

il dettaglio conferma il buon lavoro svolto su questo normale molto luminoso

 

per dovere di cronaca, allego anche gli schemi ottici e gli MTF ufficiali degli obiettivi testati;
gli MTF sono calcolati teoricamente e riferiti ad infinito

credits: schemi Leica Camera, rielaborati

 

Concludo scusandomi per l'evidente "artigianalità" delle prove, condotte però cercando
di evitare errori sistematici o anomalie "random" che le inficiassero; come già riferito, le
verifiche si sono svolte soprattutto a coniugate medio-brevi, anche se gli obiettivi in questione
sono stati ottimizzati su infinito, per la semplice ragione che i nostri soggetti abituali, nel mondo
"reale", ricadono per la stragrande maggioranza in questi ambiti, specialmente per quanto
concerne i superluminosi: chi farà mai una foto di paesaggio ad f/1,0 al buio, quando può
usare un cavalletto o qualsiasi appoggio di fortuna e scattare al diaframma ottimale? E' invece
nel reportage e nel ritratto ravvicinato di soggetti spontanei ed in movimento che queste aperture
sono redditizie, quindi reputo giusto il criterio di base; da quanto ho potuto vedere sugli specifici
esemplari provati, il Noctilux-M  soffre l'età e la progettazione di compromesso con schema "rigido"
e privo di elementi asferici, sovrapponendo alla debolezza intrinseca delle zone periferiche un
visibile spostamento di fuoco al chiudersi del diaframma (causato dall'aberrazione sferica) che
"frena" l'impennata ai diaframmi più chiusi; valutando anche la forte vignettatura ripenso ai
5,8 milioni di lire che mi costò ad inizio anni '90 (quando il Deutsche Mark era ai massimi storici),
ed un  sospiro è d'obbligo; il recente Summilux-M f/1,4 Asph sembra aver risolto i problemi di
back-focusing riferiti al suo glorioso predecessore così come la debolezza ai bordi e si configura
come un valido luminoso per uso generale, sia pure a costi irragionevoli; il Summicron-M conferma
quanto già conclamato, ovvero un'ottima correzione generale, specialmente a tutta apertura, che
lo rendono il miglior compromesso fra prestazioni di prim'ordine e prezzo ancora abbordabile;
infine, lieta sorpresa per l'Elmar, salutato all'origine come un "cenerentolo" certamente bello ma
con i compromessi di resa tipici del predecessore a 4 lenti, inferiore ai più blasonati Summicron...
Le verifiche sul campo hanno invece confermato che il nuovo calcolo, che adotta anche un vetro
con indice di rifrazione superiore ad 1,8, fornisce una resa molto buona e all'altezza dei compagni.
anche se leggermente sfumata nel rapporto risoluzione/contrasto, e può essere utilizzato senza patemi
e limitazioni, sempre che un f/2,8 basti alla bisogna; naturalmente - come sempre in casa Leica -
ad essere discutibile è il value for money....

(foto e testi di Marco Cavina, dove non altrimenti specificato)

 

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