CARL  ZEISS  TELE-TESSAR  200mm f/3,5  T* :

IL  PRIMO  TELE  MEDIO  DEL  SISTEMA  CONTAX-YASHICA  ED

ANCHE  UN  INTERESSANTE  PROTAGONISTA  DI  UNA  DELICATA

FASE  DI  TRANSIZIONE  TECNICA  E  COMMERCIALE;

DESCRIZIONE,  TECNICA  E  PROVA  SUL  CAMPO  IN  COMPAGNIA

DEL  FRATELLO  LUMINOSO  SONNAR  180mm f/2,8  T*.




ABSTRACT

The Carl Zeiss Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* was the first telephoto of average focal lenght in the original Contax RTS lenses' program, delivered to the market in 1975; also, this lens is the cross center of an interesting and critical step of Zeiss lenses evolution and keeps itself, embedded, the signs of those difficult days where the high rated 35mm Zeiss lenses had to resubstantiate from the original Contarex shape to the scheduled Weber SL-75 form (stopped at the prototype level), then approaching the great illusion of a never realized mass production in Rolleiflex SL35 mount (for which great effort was spread over) and finally descovering a new commercial dimension in the Contax RTS syste
m. The Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*, was designed for the never produced Weber SL-75, the epygone of the Contarex SE, and the optical nut was mounted in wersuche barrels both for the Weber and the Rolleiflex SL35, before reaching the final production stage in Contax mount! In this article I show the pictures of these prototypes, images ant drawings related to this lens and his "big brother" Sonnar 180mm f/2,8 T* (delivered with a 4 years delay on the Tele-Tessar) and a brief test on field of the 200mm f/3,5 T* against the 180mm f/2,8 T*.

(13/01/2012)


L'obiettivo per fotogramma 24x26mm Carl Zeiss Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* era il teleobiettivo di media potenza che arricchiva il parco ottiche originale presentato con la fotocamera Contax RTS, nel 1975; com'è noto, quest'apparecchio, frutto della join-venture fra la Carl Zeiss e la giapponese Yashica, avrebbe dovuto rinverdire i fasti dei sistemi Zeiss del passato ed utilizzare le pregiate ottiche della casa di Oberkochen che, dopo l'azzeramento del settore fotocamere Zeiss Ikon di Stuttgart, non erano più montate su alcun apparecchio in produzione.

 

 

L'immagine proviene da uno dei primi advertising ufficiali pubblicati dalla Yashica per pubblicizzare il neonato sistema Contax RTS; questa pubblicità è stata divulgata negli USA nell'anno 1975 ed il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* e regolarmente presente ed indicato dalla freccia di colore rosso.

(credits - advertising: Yashica Corporation - then division of Kyocera Corporation)


Il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* era un teleobiettivo di media potenza che garantiva un fattore di ingrandimento 4x rispetto all'ottica normale, una lunghezza focale molto diffusa fra i fotografi per il suo effetto tele già deciso coniugato con una massa tale da consentire un agevole impiego anche a mano libera; la scelta di metterlo a corredo fin dall'inizio fu dunque azzeccata, dal momento che copriva il grande intervallo fra il popolare Sonnar 135mm f/2,8 T* e l'inarrivabile, costosissimo e pesantissimo Mirotar 500mm f/4,5 ereditato dal sistema Contarex (ricordiamo che il Tele-Tessar 300mm f/4 T* non era disponibile nel parco ottiche iniziale); alcuni anni dopo, nel 1979, la Zeiss propose l'ennesima edizione dello storico Olympia-Sonnar nato per le lontane Olimpiadi di Berlino, un 180mm f/2,8 con schema appena ricalcolato ed equipaggiato con antiriflessi T* che fece sognare gli appassionati targati Contax e costituì col 200mm Tele-Tessar un'accoppiata più diversificata di quanto sembri in apparenza.

La mia intenzione, in questa sede, è descrivere il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* in relazione al fratello maggiore Sonnar 180mm f/2,8 T*, analizzare la sua travagliata genesi commerciale e valutare le due ottiche sul campo per evidenziare le sfumature caratteriali; cominciamo dunque con ordine.

 

Lo Zeiss Sonnar 180mm f/2,8 T* (a sinistra) e lo Zeiss Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* sono due popolari obiettivi che appartengono alla prima generazione delle ottiche Contax e sono abbastanza diffusi fra gli amanti del Marchio grazie alla focale particolarmente versatile; nell'illustrazione troviamo un Sonnar 180mm che rientra negli ultimi lotti, prodotto a metà anni '90 e quindi appartenente alla serie MM (compatibile con i corpi macchina dotati di automatismo a priorità di tempi e program), riconoscibile fra l'altro per il colore verde che distingue il valore di massima chiusura sulla scala del diaframma; naturalmente, visto il periodo di produzione, si tratta di un obiettivo made in Japan; viceversa, il Tele-Tessar 200mm appartiene al primissimo lotto di produzione legato al lancio del sistema, anno 1975 (è il 600° esemplare prodotto): si tratta quindi di un'ottica tipo AE (che può funzionare solo in manuale e a priorità di diaframma) e, naturalmente, è made in Germany; a tale proposito, ricordo che, fino al trasferimento delle linee di produzione in Giappone, tutte le ottiche Zeiss Contax venivano prodotte ad Oberkochen con l'eccezione di tre focali, la cui prevedibile produzione su grandi numeri ha suggerito di costruirli fin dall'origine in Giappone, negli stabilimenti Yashica di Okaya: si tratta del Sonnar 35mm f/2,8 T*, del Planar 50mm f/1,4 T* e del Sonnar 135mm f/2,8 T*. Altre ottiche sono esclusivamente made in Japan in quanto progettate e lanciate sul mercato dopo il trasferimento della produzione, ma ci sono eccezioni: alcuni obiettivi, nati in Germania con sistema RTS originale del 1975, per la loro complessità e la criticità del montaggio sono sempre stati prodotti ad Oberkochen anche durante la successiva fase made in Japan (come il Distagon 15mm f/3,5 T*, il fisheye-Distagon 16mm f/2,8 o i grossi catadiottrici Mirotar) mentre, per la stessa ragione, sono stati made in Germany alcuni obiettivi nati in seguito, quando le linee giapponesi erano già il funzione, come il Tele-Apotessar 300mm f/2,8 T*.

 

Gli obiettivi hanno ingombri non molto dissimili e certo non trascurabili, tuttavia sono compatti e ben bilanciati, quindi si utilizzano facilmente a mano libera; la scala dei diaframmi chiude per entrambi fino ad f/22 mentre anche i pesi sono sullo stesso ordine di grandezza: 840g effettivi per il Sonnar 180mm f/2,8 T* e 812g  effettivi per il tele-tesar 200mm f/3,5 T* (con tappi anteriore e posteriore); entrambi i modelli dispongono di un comodo ed efficace paraluce telescopio di ampie dimensioni.

 

In entrambi i casi non si tratta di obiettivi IF a messa  a fuoco interna, quindi, focheggiando a brevi distanze, assistiamo al tradizionale allungamento del barilotto; possiamo notare che il Sonnar 180mm f/2,8 T* focheggia fino ad 1,4m ed il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* fino ad 1,8m. La messa a fuoco minima del 180mm è molto favorevole e lo rende indicato anche per ritratti a pieno viso da una distanza confortevole e non invasiva; l'obiettivo è avvantaggiato in questa pratica dalla presenza di un sistema flottante per la compensazione delle aberrazioni a breve distanza, assente invece nel più semplice Tele-Tessar.

 

La vista anteriore dei due obiettivi mette in evidenza i paraluce telescopici e l'antiriflesso T*; il passo filtri è da 72mm per il Sonnar e da 67mm per il Tele-Tessar.

 

Il diaframma ad iride è ad 8 lamelle nel Sonnar 180mm f/2,8 T* e a 6 lamelle nel Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*; la configurazione presente nel 180mm dovrebbe fornire un bo-keh (aspetto dei punti luminosi o ad alto contrasto nello sfuocato) più gradevole e naturale, mentre la sagoma esagonale assunta nelle identiche circostanze quando si utilizza il 200mm è senz'altro meno piacevole, confermando una maggiore vocazione del 180mm per il ritratto ed un impiego preferenziale del 200mm in contesti come il paesaggio o l'architettura.

 

I due "classici" del sistema Zeiss Contax appaiati; obiettivi come questi sono stati "terminati" dall'avvento di vetri ED a basso costo, che hanno dapprima dato vita a versioni 180mm f/2,8 apocromatiche e successivamente a zoom 80-200mm f/2,8 autofocus con bo-keh molto meno gradevole ma nitidezza tagliente e praticità d'uso nettamente superiore.

Come avevo anticipato, il Tele-Tessar non è interessante solamente in quanto parte integrante del corredo Contax RTS originale ma perchè rievoca implicazioni storiche, tecniche e commerciali che ne fanno un interessante punto cardine, la cui storia merita di essere descritta.

 

In questo schema si può notare che l'evoluzione del Sonnar 180mm f/2,8 T* per Contax-Yashica fu lineare: nacque nel 1979 e non sono mai state divulgate immagini di prototipi antecedenti la produzione: l'unica annotazione è relativa al cambio della montatura: la prima serie, nata made in Germany con interfaccia AE, presentava un barilotto praticamente identico a quello del Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*, con uno strombo che rastrema progressivamente la parte gommata passando dalla parte anteriore a quella posteriore; questo primo modello è noto col codice Zeiss 10 10 86; successivamente, il barilotto venne riprogettato con una montatura più snella e priva di strombatura (la stessa del modello illustrato sopra), nota in casa Zeiss come 10 11 17; purtroppo gli elenchi di produzione di Oberkochen sono incredibilmente poco chiari ed è difficile definire il momento esatto della transizione (pensate che il numero di matricola del mio esemplare personale, quello presentato in queste foto, secondo i registri di Oberkochen apparterrebbe ufficialmente ad un Distagon 50mm f/4 per Hasselblad...). Entrambe le versioni hanno lo stesso nocciolo ottico, focheggiano ad 1,4m e presentano il sistema flottante; complessivamente sarebbero stati prodotti (con beneficio di inventario, a cagione di quanto appena detto) 18.914 Sonnar da 180mm. Viceversa, la genesi del Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* è molto più complessa, interessante e, se vogliamo, romanzata...

1972: lo Stiftung della Zeiss taglia il "ramo secco" della Zeiss Ikon a Stuttgart (dove venivano prodotte le fotocamere Zeiss, in particolare il modello Contarex), stanco dei suoi conti invariabilmente in rosso che richiamavano fiumi di denaro dalle altre aziende attive del Gruppo... Naturalmente, i tecnici di Oberkochen sono affranti: dopo tanti sforzi compiuti negli ultimi 15 anni per concretizzare un ampio ed ammiratissimo corredo di ottiche 35mm, manca lo sbocco commerciale rappresentato da una fotocamera sulla quale montarli... Un volano immenso come il genio dei tecnici Zeiss Ikon non si arresta con un consiglio di ammninistrazione, e dopo la chiusura dello stabilimento di Stuttgart era ancora disponibile il progetto di una fotocamera con otturatore elettronico che, in una vita parallela, avrebbe dovuto costituire l'ulteriore evoluzione del sistema Contarex... Per non gettare alle ortiche il lavoro preliminare e garantire un matrimonio conveniente alle ottiche Zeiss si trova un accordo con la firma Weber che, nell'iniziale euforia, dichiara di volersi accollare gli oneri produttivi della fotocamera, compresi i diritti di progetto ed il costo delle macchine utensili necessarie per la serie, dichiarando che l'avrebbe messa in produzione con la denominazione Weber SL-75..

In questo concitato momento, ad Oberkochen fanno la loro parte per andare oltre il parco ottiche Contarex, da un lato ridisegnando i barilotti con un'estetica più moderna ed aggressiva e dall'altro calcolando nuovi obiettivi, più razionali da industrializzare e più performanti; in questo clima effervescente i tecnici Zeiss calcolarono un Tele-Tessar 200mm f/3,5 che doveva prendere il posto del pesante e costoso Sonnar 180mm f/2,8 tipo Contarex, fasciando il nuovo nato in una livrea tutta nera con ampia fascia gommata (già identica a quella dei futuri Zeiss Contax RTS), applicando il neonato antiriflessi multistrato T* ed una baionetta Contarex modificata, dove una tradizionale camma del diaframma con molla antagonista prendeva il posto del logorroico sistema originale, fonte di problemi per l'utenza.

Il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* era uno dei 7 prototipi, con identica livrea nera gommata, approntati appositamente per la Weber SL-75 (gli altri erano il Distagon 18mm f/4 T*, il Distagon 25mm f/2,8 T*, il Distagon 35mm f/2,8 T*, il Planar 50mm f/1,4 T*, il Sonnar 85mm f/2,8 T* ed il Sonnar 135mm f/2,8 T*); nel 1973 vennero costruiti 2 esemplari di Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* in questa configurazione, caratterizzati dalle matricole prototipiche 2.593.897 e 2.593.898, con codice interno 10 45 20.

Purtroppo la precaria consistenza finanziaria della Weber non gli consentì di dar seguito a quanto dichiarato, ed il progetto Weber SL-75 venne nel frattempo abortito; in parallelo, il nocciolo ottico del Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*, appena concepito, venne previsto anche per il sistema Rolleiflex SL35 della Franke und Heidecke, un'azienda che da oltre 40 anni era uno storico cliente della Zeiss (prima a Jena e poi ad Oberkochen); ad inizio anni '70, alla Zeiss, nutrivano grandi speranze per un successo della SL35, ipotizzando cospicui volumi di vendita per le sue ottiche Zeiss, e misero in campo uno sforzo titanico per approntare un parco di obiettivi molto completo, impiegando gli ultimi e prestigiosi modelli appena sfornati per il morente sistema Contarex e tutti i nuovi calcoli ottici nel frattempo realizzati ad Oberkochen... Come la storia insegnerà, tale sforzo non venne mai ripagato da vendite davvero rilevanti, anche perchè il momento storico (la crisi petrolifera del 1973 e la conseguente fase di austerity che affardellò l'economia mondiale) non era certo propizio. In questa fase iniziale (1972), vennero creati 2 prototipi "esplorativi" in montatura Rolleiflex SL35 (uno dei quali è noto ed ha matricola 2.593.192) e la maggiore anzianità rispetto ai 2 prototipi Weber del 1973 è evidenziata anche dall'assenza di antiriflessi multistrato (denominato, in Rollei, HFT).

Per varie ragioni tecniche e commerciali anche questa versione del Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* non venne prodotta e si dovrà attendere, come detto, fino al 1975 per vederlo finalmente arrivare alla produzione di massa nel corredo Contax RTS; questa versione è nota col codice interno 10 45 21 e dovrebbe esser stata realizzata in 17.785 esemplari.

Per differenziare maggiormente il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* dal Sonnar 180mm f/2,8 T*, la Zeiss calcolò una versione meno luminosa e più compatta (utilizzando lo stesso schema ottico) che esordì nel 1984 con la denominazione Tele-Tessar 200mm f/4 T* ed il codice interno 10 45 37. Per questa versione risulta una produzione molto limitata, appena 3.888 pezzi, cui vanno aggiunti 2 prototipi per la Photokina e le brochure preliminari, con matricola 2.599.220 e 2.599.221; quest'ottica era molto più snella e leggera (il passo filtri scendeva da 67mm a 55mm ed il peso da 812g a circa 550g) e la sua distanza minima di messa a fuoco era stata ridotta ad 1,5m.

 

Uno dei due prototipi del Tele-Tessar 200mm f/3,5 in montatura per Rolleiflex SL35; l'ottica risale al 1972 e non è ancora equipaggiata con antiriflessi multistrato, mentre è presente una vistosa scollatura del doppietto anteriore, un evento insolito su questo tipo di obiettivi che forse evidenzia come alla Zeiss stessero sperimentando nuove resine polimerizzanti in cerca dell'alchimia ottimale; la freccia indica la matricola Zeiss prototipica.

 

E' interessante tracciare, grazie a prototipi, l'evoluzione nel design dei barilotti ipotizzata dalla Zeiss dagli anni '60 agli anni '70; partendo dalla classica estetica Contarex seconda serie (barilotti interamente metallici, anodizzati neri con ghiera di messa a fuoco priva di parti gommate ma con alluminio godronato a vista), i cui primi prototipi videro la luce già nel 1962, l'idea di come si ipotizzava di passare oltre ci è fornita dal primo obiettivo a sinistra, un prototipo di S-Triotar Contarex 85mm f/4 per la macro risalente al 1967: l'elemento connotante sta nell'avere sottolineato le estremità del settore con presa di forza sulla ghiera di messa  a fuoco grazie a 2 filetti cromati, che costituiscono ad un tempo un motivo ornamentale ed un netto stacco col resto del barilotto; a titolo sperimentale la ghiera è rivestita con un settore gommato con tappi cilindrici in rilievo, diverso dal tappeto gommato "a diamante" dei successivi Vario-Sonnare Contarex. Il prototipo Tele-Tessar 200mm f/3,5 Rollei, nato 5 anni dopo, presenta nuovamente filetti lucidati a specchio per definire il limite superiore delle ghiere mobili, pur ritornando ostinatamente a prese di forza in metallo godronato di sapore Contarex. Queste ultime, se anodizzate nere, presentano un rapidissimo degrado estetico, come già ravvisato su alcuni obiettivi Contarex interamente neri e realizzati in piccola serie negli anni '60, il che convinse definitivamente la Zeiss a concepire una montatura radicalmente rinnovata e così moderna da sembrare lontana anni luce dalle realizzazioni precedenti: questa finitura fu utilizzata per la prima volta con i prototipi Weber del 1973 e presenta un barilotto lineare, privo di manierismi e strozzature, interamente anodizzato in nero opaco e con doppio settore gommato caratterizzato da piccoli rilievi a diamante ad andamento regolare: questa stessa finitura venne poi applicata ad alcuni prototipi Rolleiflex SL35 (come il Planar 135mm f/2 HFT  illustrato sopra) e, successivamente, alla gamma Contax RTS del 1975 ed ai Rollefilex SL35 più moderni.

 

Queste rare immagini, provenienti dal celebre manuale di Hans Kuergen Kuc, illustrano uno dei 2 prototipi di Zeiss Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* realizzati nel 1973 in montatura per la fotocamera Weber SL-75; come riportato dal prospetto precedente, non sono noti prototipi funzionali di quest'obiettivo in versione Contax RTS, e la probabile ragione è sotto i nostri occhi: l'estetica e la meccanica del prototipo Weber sono le stesse del modello Contax, e questa precedente esperienza è stata sufficiente alla bisogna... L'unica variante sta nell'attacco a baionetta: il prototipo Weber utilizza ancora una baionetta Contarex, mentre la versione discussa in questa sede ha ovviamente un attacco Contax/Yashica, tuttavia il prototipo Weber, come indicato, era già stato aggiornato con una camma del diaframma tradizionale, e la transizione di questo "pacchetto" alla versione Contax lanciata 2 anni dopo non dev'essere stata quindi complessa.

Dopo questa interessante digressione storica, passiamo agli schemi ottici: sia il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* che il Sonnar 180mm f/2,8 T* adottano schemi moderni che costituiscono un passo avanti rispetto ai modelli Contarex calcolati negli anni '60; il 180mm utilizza un tipo Sonnar moderno, con doppietto acromatico aggiunto nella parte anteriore e menisco aggiuntivo posteriore molto incurvato, mentre il 200mm impiega uno schema tipo Petzval modificato, anch'esso con un doppietto acromatico anteriore, che risulta molto efficace per questi impieghi ed è stato adottato, fra l'altro, anche sul famoso ed ottimo Canon FD 200mm f/4 new.

 

I due schemi a confronto; indicativamente, il 180mm ha una pupilla di uscita più ampia e, grazie anche al maggiore spazio retrofocale, dispone di una proiezione più telecentrica rispetto al 200mm che lo rende idoneo anche all'impiego su moderne digitali full-frame.

 

Confrontando gli schemi del Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* con quelli del successivo 200mm f/4 T* si può notare come alla Zeiss non abbiano assolutamente stravolto la formula di partenza, attuando solo piccoli aggiustamenti.

Per quanto concerne le prestazioni, il Sonnar 180mm f/2,8 T* ed il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* presentano, a mio avviso, un comportamento sul campo che non collima con quanto teoricamente prevedibile dalla fredda analisi delle curve MTF ufficiali.

 

Infatti, osservando i dati, appare subito in entrambi i casi un vistoso calo del trasferimento di contrasto nella curva relativa alla calotta con lettura tangenziale (linee orientate perpendicolarmente al segmento che le congiunge all'asse del fotogramma), il che - trattandosi di teleobiettivi - lascia presagire un'apprezzabile presenza di aberrazione cromatica laterale (non si tratta, del resto, di progetti dichiaratamente apocromatici); tuttavia, pur con questa limitazione (evidenziata dalle frecce rosse e più marcata nel 200mm), il Tele-Tessar presenta curve medie apprezzabilmente più alte (seppure misurate ad f/3,5 ed f/8, contro f/2,8 ed f/5,6); per quanto concerne la vignettatura, risulta più marcata nel Tele-Tessar, ulteriormente penalizzato, in digitale, anche dal maggiore arretramento dell'ultima lente, a filo di baionetta, e dal suo modesto diametro.

 


Non posso fare a meno di notare che la Zeiss, nel tempo, ha divulgato due diverse tabelle con i diaframmi MTF del Sonnar 180mm f/2,8 T*, una relativa al modello 10 10 86 (la prima versione, con barilotto simile a quello del 200mm) ed un'altra per il modello 10 11 17 (caratterizzato dalla nuova montatura): affiancando le due serie di misurazioni, si nota facilmente che, sebbene in entrambi i casi i valori assoluti non siano particolarmente elevati, i parametri relativi al nuovo modello sono decisamente migliori rispetto a quelli della versione precedente, ed anche l'andamento caratteristico, in certi casi, non è uniforme (vedi, ad esempio, la lettura a 40 cicli/mm ad f/2,8)... Le ipotesi sono due: o è intervenuta qualche modifica dovuta alla soppressione di  un vetro ottico impiegato e non più ecologico, messo al bando dalle norme, come avvenne anche per il Planar 135mm f/2 T*  (però in quest'ultimo caso la Zeiss ammise l'upgrading, introdotto con la serie giubileo 60 Years, mentre per il Sonnar 180mm non ci sono aggiornamenti al riguardo), oppure si tratta semplicemente di due letture eseguite in tempi diversi su esemplari più o meno "riusciti" nel montaggio, e questa discrasia testimonierebbe le eventuali tolleranze di produzione esistenti nella serie, differenze tutt'altro che trascurabili ma che, purtroppo, posso confermare per esperienza personale su diversi modelli di ottiche Zeiss Contax, per alcuni dei quali ho dovuto sostituire a rotazione vari esemplari prima di trovare quello "giusto"... Del resto, mi è stato detto da chi è stato a contatto diretto con le maestranze ad Oberkochen, che un controllo di qualità estremamente severo e capillare su tutta la produzione e su ciascun esemplare rappresenta forse una delle voci di spesa più alte nella costruzione di un obiettivo e che il controllo qualità disponibile è "il migliore" che il costruttore può permettersi, economicamente, considerando tutte le altre voci in capitolo; teoria giusta ma chi spendeva cifre consistenti per un obiettivo di gran pregio poteva giustamente pretendere di essere al sicuro da qualche "lemon" sfortunato e distribuito a caso...

MTF a parte, dai riscontri ottenuti nell'uso pratico, si può argomentare che il Sonnar 180mm f/2,8 è più ottimizzato alle grandi aperture (f/2,8 - f/5,6) mentre il Tele-Tessar 200mm f/3,5 richiede una maggiore diaframmazione, ottenendo il massimo della resa complessiva ad f/8 - f/11, perfettamente in linea con la già ipotizzata vocazione ritrattistica del Sonnar e paesaggistica del Tele-Tessar; prove strumentali eseguite a suo tempo (1979 - 1981) confermerebbero questa impressione: ecco i relativi diagrammi.

 

I diagrammi sono stati pubblicati da riviste diverse (la prima delle quali non più in edicola da metà anni '80) ma mostrano la linea tendenziale sopra indicata: il Sonnar 180mm presenterebbe una resa migliore (seppure su valori di risolvenza non eccezionali, i migliori obiettivi testati sull'asse arrivavano a 90 l/mm) ai 3 diaframmi più aperti, mentre il Tele-Tessar 200mm, provato con una metodologia molto professionale e tuttora rimpianta, mostra di rendere al meglio ad f/8 - 11 (i valori molto bassi sul diagramma non devono spaventare, in questo tipo di test i parametri che alzavano la scala erano molteplici e molti obiettivi considerati di buona/ottima qualità non andavano oltre il valore 40 - 45). Il secondo test mostra come nel Tele-Tessar la curvatura di campo sia molto contenuta e così anche l'astigmatismo (la giacitura delle due calotte, ad f/3,5, presenta uno spostamento massimo sul piano di fuoco non eccedente i 20 micron); anche lo spostamento di fuoco per aberrazione sferica passando da f/3,5 ad f/8 (sempre nello stesso diagramma "curvatura di campo") risulta molto ridotto e contenuto nell'ambito dei 40 micron. La prova relativa alla vignettatura anticipa il comportamento dell'obiettivo, mostrando a piena apertura una caduta di luce ai bordi piuttosto marcata, mentre i diagrammi dedicati all'aberrazione cromatica (seppure solo in misurazione longitudinale, sull'asse ad f/5,6) preconizzano uno dei problemi riscontrati in entrambi gli obiettivi, ovvero l'aberrazione cromatica residua, dovuta all'ampia lunghezza focale ed all'assenza di una correzione apocromatica; infatti, già sull'asse si può notare che i piani di fuoco del verde a 546nm e del rosso all'estremità del visibile differiscono di circa 250 micron, un'entità già apprezzabile sebbene, per la focale 200mm, sia ancora da considerarsi mediamente soddisfacente...

Vediamo ora, velocemente, come si comportano sul campo questi due obiettivi, provandoli per comodità operativa su una Canon EOS 5D Mark II in RAW a 14bit e 100 ISO, sviluppando i files in Adobe Camera RAW 6.0 (lasciando tutti i parametri di default e normalizzando solo la temperatura colore/tonalità) ed aprendoli a 16 bit in Adobe Photoshop CS5 per il salvataggio; come al solito non è stato aggiunto sharpening in nessuna fase della catena.

 

La prima impressione soggettiva (peraltro confermata da quanto, a suo tempo, si otteneva su film argentico) è di una grande piacevolezza d'immagine: l'assenza di un piano di fuoco veramente "razor sharp" è controbilanciato da una transizione morbida e rotonda verso i piani più sfuocati ed indistinti, un passaggio senza soluzione di continuità accompagnato da un piacevole vigore e da squisiti accenti tonali: queste ottiche, usate alla massima apertura, sono l'esempio di come un obiettivo di classe possa fornire immagini "belle" senza sfoderare una risoluzione da primato. Questa anteprima ridotta impedisce di valutare le sottili differenze, ma ho notato che il 180mm fornisce un senso di maggior rilievo plastico mentre il 200mm è descrittivo, calligrafico, con maggior macrocontrasto in certe zone ma un po' più piatto, meno tridimensionale e penalizzato da una vignettatura più vistosa ed apprezzabile (forse esaltata in digitale dall'architettura meno telecentrica e con posizionamento più arretrato dell'ultima lente).

 

Osservando il progredire della profondità di campo al chiudersi del diaframma, si nota che la maggiore propensione plastica del 180mm non appare come stacco più evidente perchè la maggiore focale del Tele-Tessar (a parità di distanza, non di inquadratura ricomposta!) fornisce una maggiore selezione dello sfondo.

 

Pur tenendo in debito conto che il sensore da 21 Mpx che equipaggia la EOS 5D Mark II è uno dei più grandi "fringings blowers" della storia e che stiamo osservando il file al 200%, non si può negare che entrambi gli obiettivi presentino un apprezzabile residuo di aberrazione cromatica laterale, leggermente più marcata nel Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*; naturalmente, in una stampa media su carta da 20x30cm, queste frangiature non risultano apprezzabili in modo altrettanto evidente ma contribuiscono a ridurre la risoluzione ed il contrasto dei dettagli con orientamento tangenziale, cioè collocati perpendicolarmente, o comunque trasversalmente, rispetto alla loro coniugata col centro del fotogramma, come esemplificato da questo schema.

 

Semplificando radicalmente, il trasferimento di contrasto dei dettagli il cui chiaroscuro ha un orientamento come nell'esempio a destra sarà minore perchè la brillanza dei passaggi viene attenuata dalla sovrapposizione di una "maschera" di fringing congruende all'andamento densitometrico dei passaggi tonali stessi (cosa che non interessa invece il "sinusoide" relativo alla densità della mira orientata come a sinistra); per questa stessa ragione le curve MTF del Sonnar 180mm e soprattutto del Tele-Tessar 200mm presentano nelle zone periferiche una vistosa differenza fra i valori letti con orientamento sagittale e tangenziale.

 

Osservando due immagini analoghe realizzate dalla stessa distanza ad f/8, si nota che entrambi gli obiettivi provengono dalla stessa nidiata, sebbene il Sonnar 180mm fornisca, anche su un'anteprima così ridotta, l'impressione di una maggiore delineazione.

 

Un'impressione confermata anche dalla visualizzazione di alcuni dettagli al 100%, nei quali il Tele-Tessar 200mm f/3,5 T* impiegato per l'occasione tratteggia i particolari minuti in maniera leggermente più confusa e deve fare i conti con fringings più evidenti; ricordo sempre, e comunque, che le foto sono state realizzare con singoli esemplari, spesso datati e vissuti, e non rappresentano necessariamente il rendimento di tutta la serie (è possibile, ad esempio, che uno dei due sia montato alla perfezione e l'altro non perfettamente riuscito).

Osserviamo in successione dei crops al 100% del file, con dettagli prelevati sull'asse ed ai bordi del campo, in immagini che ritraggono la facciata di un edificio sacro, immagini scattate con i due obiettivi ad piena apertura, f/4, f/5,6, f/8 ed f/11. I crops dall'asse sono a sinistra, quelli provenienti dai bordi a destra.

 

I dettagli confermano come il Sonnar 180mm f/2,8 T* utilizzato per l'occasione risulti superiore per delineazione al Tele-Tessar 200mm f/3,5 T*, nonostante a diaframma chiuso gli MTF "ufficiali" mostrino prestazioni più elevate per quest'ultimo; viceversa, solamente ad f/11 il 200mm rivaleggia alla pari col 180mm, ormai penalizzato dalla diffrazione. Si può trovare conferma a quanto schematizzato prima sul rapporto fra rendimento in orientamento sagittale e tangenziale osservando la rete metallica della finestra, sui crops ai bordi: in entrambi gli obiettivi si nota facilmente come le maglie riprodotte con maggiore vigore e delineazione siano quelle che seguono un orientamento congruente alla diagonale che proviene dall'asse (Il centro dell'immagine, rispetto ai crops, è in basso a destra) mentre l'altro ordito, disposto perpendicolarmente alla diagonale, è più fiacco e confuso.

Questi ulteriori crops al 100% ritraggono un altro soggetto a diaframma spalancato e con le aperture f/8 ed f/11; la vista d'insieme evidenzia la vignettatura riscontrata su full-frame digitale con le due ottiche a diaframma aperto mentre i dettagli sottolineano il rendimento alla massima apertura e con buona diaframmazione.

 

Anche questi ultimi esempi confermano il trend già visto: il Tele-Tessar vignetta in modo più vistoso e soffre in definizione alla massima apertura rispetto al valido Sonnar che, sebbene privo dell'incisione altissima propria delle moderne generazioni di tele-zoom f/2,8 apocromatici, fornisce immagini molto equilibrate e con buon rendimento anche alle massime aperture; ad aperture medie il Tele-Tessar recupera quasi completamente il gap e ad f/11 (sua apertura migliore), nonostante l'aberrazione cromatica superiore, risulta leggermente più inciso del 180mm Sonnar, ma è più dovuto al decadimento per diffrazione di quest'ultimo che ad un guizzo effettivo del 200mm; vorrei comunque sottolineare che questi metodi di valutazione sono estremamente severi e, se non impropri, quantomeno un po' astratti in quanto sottolineano e stigmatizzano differenze che, nell'uso pratico, non risultano così evidenti: entrambi gli obiettivi creano immagini con un gradevole transitorio, ben piantate su una piacevole relazione contrasto/risolvenza/colore e, soprattutto, soggettivamente "belle", a prescindere dai dettagli strumentali: entrambi sono due tele "vecchia scuola", costruiti allo stato dell'arte per la loro epoca ed ancora in grado di creare immagini molto appaganti, con un bonus per il Sonnar che risulta più versatile grazie alla maggiore luminosità, la predisposizione ad una resa ottimale a diaframmi aperti, una messa a fuoco più ridotta ed il sistema flottante.

L'aberrazione cromatica ravvisata costituisce le loro colonne d'Ercole: la nuova generazione di tele apocromatici per l'uso di massa, affacciatasi nel decennio successivo, poteva garantire valori di risoluzione e contrasto certamente superiori, tuttavia, lo ribadisco, la piacevolezza complessiva d'immagine garantita da questi obiettivi è un fatto oggettivo, e per molte tipologie di soggetto sono tuttora un valido strumento, targato Zeiss.

(Marco Cavina)

(foto, testi e grafiche di Marco Cavina, dove non altrimenti indicato; ringrazio ancora l'amico Prof. Vicent Cabo per aver disegnato gli schemi ottici col consueto nitore formale ed Hans Juergen Kuc per avermi concesso, a suo tempo, di utilizzare immagini del suo celebre libro "Contaflex Contarex" per i miei articoli, permettendomi di documentare in questa circostanza  il rarissimo prototipo di Tele-Tessar 200mm f/3,5 per Weber SL-75)






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