Giugno 2008: il tempo delle erte alpine si avvicina: già pregustando le strade
più impervie e le relative pendenze estreme, corro ai ripari adeguando i rapporti
al cambio della bici da corsa! Nella foto sto applicando sulla sempreverde
Spinergy Spox un pignone aggiuntivo Marchisio Aviotek da 30 denti; sulla
ruota è appoggiato lo "spider" Shimano Dura Ace 10v con corone da
27-24-21 denti che costituiva il fondo-corsa precedente: eliminando il
pignone intermedio da 16 denti si ottiene in questo modo un pacchetto 10v
12-30, così scalato: 12-13-14-15-17-19-21-24-27-30, che permette di
mantenere la classica guarnitura Dura-Ace standard anteriore da 53-39 denti,
senza ricorrere a guarniture compact (come ad esempio 50-36 o 50-34 denti);
queste ultime incontrano il favore di molti ma privano del "rapportone" per
macinare alta velocità, mentre con questa configurazione si passa dal classico
53x12 denti al corto 39x30 denti, sufficiente per ogni necessità; l'unico effetto
collaterale causato dall'eliminazione del pignone da 16 denti è costituito da una
lieve difficoltà a far salire la catena dal 15 al 17, dal momento che i relativi denti
non hanno più la corretta fasatura di invito prevista in fabbrica.

L'ormai stagionata ruota Spinergy Spox, facilmente riconoscibile per il suo grosso
mozzo in carbonio con finiture in Ergal, è molto adatta alle strade alpine, spesso
sconnesse, perchè i suoi particolari raggi in fibra di Vectran (sostanzialmente un
"cavo" teso fra mozzo e cerchio) filtrano molto bene le asperità della strada,
migliorando il confort.

Un'ultima curiosità: osservando con attenzione la flangia del mozzo a circa ore 12,
dietro al grosso pignone, si più notare una riparazione autarchica eseguita su questa
ruota; la Sinergy Spox è pressochè indistruttibile, e l'unico punto debole è costituito
dalle sue grosse e complesse nipples per fissare i raggi al mozzo, realizzate in Ergal
7075 T6 ed avvitate sul raggio-corda in Vectran tramite un inserto di Ergal applicato
al raggio stesso e filettato a sua volta; sul lato ruota libera, sollecitato al massimo dallo
sforzo della trazione improvvisa, la flessione può, in rari casi, tranciare la testa della
nipple, facendo partire la "testa di chiodo" cava che la tiene vincolata alla flangia...
La sostituzione sarebbe molto facile, se la Casa madre non avesse ben presto sospeso
la fornitura di questi particolarissimi ricambi, ed anche realizzarli in proprio è praticamente
impossibile a causa dell'esclusivo filetto con misura in pollici che viene adottato.

Paventando il rischio di gettare nel pattume due costose ruote per una sciocchezza, ho
"riparato" la nipple monca: il suo cannotto interno è filettato fino a metà per consentire di
avvitarla sul raggio, ed io ho "maschiato" l'altra estremità, realizzando una seconda filettatura
da 4mm che permettesse di avvitare sul lato danneggiato un bulloncino solitamente
adibito al fissaggio di pattini freno, che per forma e dimensioni poteva replicare la "testa
di chiodo" saltata via: è infatti possibile vedere come la testa della nipple ad ore 12 sia
arrotondata e priva di spigoli, mentre le altre sono a profilo geometrico...

Il bulloncino di acciaio filettato completamente nella nipple danneggiata l'ha resa forse ancora
più solida rispetto a prima, ed infatti da allora non ho più avuto problemi!