TEST  n° 11 :  SENSORI  FULL-FRAME  24x36mm  A  CONFRONTO:

CANON  EOS  5D  CONTRO  NIKON  D3

UTILIZZANDO  LO  STESSO  OBIETTIVO  NIKKOR  AF-S  14-24mm f/2,8

(ADATTATO  SU  CANON  CON  UN  ESPEDIENTE),  CONFRONTANDOLO

CON  IL CANON  EF  17-40mm f/4 L  E  FORZANDO  ANCHE

I  FILES  IN  POST-PRODUZIONE  PER  EVIDENZIARNE  I  LIMITI

 

 

UPGRADING  12/2011

A QUESTO  LINK  UN  MIO  PEZZO  ANALOGO  CHE  CONFRONTA  LEICA M9,
CANON  EOS  5D,  CANON  EOS  5D  Mark II  E  NIKON  D700

HERE  YOU  FIND  A  FURTHER  ARTICLE  WHERE  I  TESTED  THE  FULL-FRAME
DIGITAL  CAMERAS  LEICA  M9,  CANON  EOS  5D,  CANON  EOS  5D  Mark II  AND
NIKON  D700.


ABSTRACT

In this unprecedented test I snapped pics with both Canon 5D and Nikon D3 full-frame
12 Mpx D-slr cameras using the same AF-S zoom-Nikkor 14-24mm f/2,8 lens (adapted on
Canon - even if it's a G-lens lacking the iris control ring - with a simple and self-made device),
with the intention to try out the qualities and contra-indications of both files; I also enhanced
the images in Photoshop to check the true dynamic limits and finally I compared (on both bodies
and on 5D only) the Nikkor 14-24mm f/2,8 with the Canon EF 17-40mm f/4 L at the same focal
lenght. The results of the test are really interesting and significant, maybe disquieting...

27/03/2008


Con la presentazione del modello Nikon D3 full-frame da circa 12 Mpx, lungamente atteso ed invocato dai
fans del Marchio, entrambi i grandi costruttori nipponici avrebbero messo a catalogo apparecchi reflex digitali
a pieno formato, in grado di sfruttare pienamente la copertura 24x36mm dei classici obiettivi 35mm; dal
momento che - all'epoca - utilizzavo già da tempo una EOS 5D (caratterizzata da una risoluzione tutto sommato
paragonabile alla neonata Nikon D3) mi sono subito chiesto in che termini si relazionassero le immagini prodotte
dai due apparecchi, e quali fossero i punti di forza o i limiti qualitativi di entrambi i "pacchetti"; le prime, reboanti
anticipazioni sulle prestazioni della D3 alimentarono ulteriormente la mia curiosità, finchè...



Giusto ieri, giocherellando con una D3 munita del prestigioso e quotato zoom 14-24mm f/2,8, appositamente
progettato per il sensore a formato 24x36mm, ho deciso di testarla assieme alla Canon 5D: se infatti i rispettivi
segmenti di mercato non sono paragonabili (la 5D costa meno della metà di una D3) il formato e la dimensione del
file sono omologhe... Restava un problema rilevante: eliminare la variabile introdotta dall'obiettivo impiegato, e
per eliminare ogni dubbio sarebbe stato preferibile adottare la stessa ottica su entrambi i corpi (opzione praticabile,
visto che gli obiettivi in attacco Nikon F "calzano" anche su Canon EOS tramite un anello adattatore), tuttavia
- e questo è il senso dell'idea malandrina - il Nikkor 14-24mm f/2,8 è davvero un obiettivo molto intrigante, di
progettazione recentissima e calcolato appositamente per il formato pieno, sul quale - dichiaratamente - incide fino
ai bordi senza vignettare... Per verificare quanto possa l'ottica attuale e quanto influisca la tecnologia applicata al
sensore ho pianificato di utilizzare proprio quest'obiettivo, montandolo sia sulla D3 (cui è dedicato) sia sulla EOS 5D!

Molti avranno già storto il naso: "impossibile, è un obiettivo tipo G, privo di ghiera per il controllo del diaframma:
montandolo su un corpo estraneo, la molla trascina la camma del diaframma sulla massima chiusura e l'obiettivo
resta su f/22, il che lo rende praticamente inutilizzabile" Giusto, verissimo; tuttavia, come illustrato nella sezione
Adaptor, ho preso atto che è sufficiente un piccolo cuneo sagomato in gomma morbida (che funge da "zeppa"
sotto la camma del diaframma) per ovviare all'inconveniente: spingendo in profondità il cuneo di gomma nell'asola
della camma, quest'ultima si alza poco a poco, aprendo di conseguenza il diaframma; se montiamo l'obiettivo su
un corpo compatibile e chiudiamo in stop-down al valore che ci interessa (ad esempio, f/8), possiamo memorizzare
il diametro  del foro e posizionare il pezzetto di gomma fino a riprodurlo con sufficiente precisione (decimo di
stop in più o in meno); naturalmente il diaframma resterà chiuso all'apertura "selezionata", ma nel caso di grandangoli
spinti la messa a fuoco a stima è più che sufficiente e i moderni vetri di messa a fuoco consentono una visione
confortevole anche ad f/8.

La pazza idea di cui sopra: mettere a confronto la resa di due full-frame Canon e Nikon
con risoluzione equivalente, utilizzando lo stesso moderno e quotatissimo zoom Nikkor 14-24mm f/2,8...

 

....impresa disperata che diventa possibile con un semplice pezzetto di gomma
da utilizzare come "registro" sulla camma che controlla il diaframma!

 

Per cui, della serie "l'impossibile è un'opinione", ecco l'AF-S zoom-Nikkor 14-24mm f/2,8 G ED
montato su EOS 5D con apertura fissa ad f/8, pronto a sollazzare il sensore 24x36 della concorrenza..

(foto con Nikon D3 + AF-S Nikkor 24-70mm f/2,8 G ED @ 2.000 ISO)

 



grazie alla cortissima focale (ed alla grande distanza dal soggetto target) la messa a fuoco
è stata semplicemente regolata con la scala metrica esattamente su infinito

(foto con Nikon D3 + AF-S Nikkor 24-70mm f/2,8 G ED @ 2.200 ISO)

 

Le incredibili referenze del "pacchetto D3" quanto a gamma tonale e rapporto segnale/rumore di fondo
mettono la EOS 5D (sul mercato da tre anni) in una posizione di iniziale svantaggio; fra l'altro, da utente
5D di vecchia data, non ho mai mancato di lamentare gli strani artefatti, banding e "strutture ripetitive" che
trovo nei files, disturbi fastidiosi che talvolta rendono inutilizzabile l'immagine finale, nonostante abbia
operato in RAW ed alla sensibilità minima consentita dall'apparecchio: vediamo dunque come e dove si
posizionano i due sensori da 12 Mpx di Canon e Nikon!

 

AREA  TEST

 

Per effettuare questo test davvero insolito ho approfittato della piazza principale della mia città natale,
allestita per l'occasione in vista dell'arrivo di tappa di una gara ciclistica.

CRITERIO

L'obiettivo Nikon AF-S zoom-Nikkor 14-24mm f/2,8 G ED è stato applicato sia sulla Canon EOS 5D sia sulla
Nikon D3, settandolo su infinito con apertura f/8 ed impiegando valori di esposizione equipollenti su entrambi i corpi:
gli scatti sono stati eseguiti direttamente in Jpeg (per visualizzare "come" ogni pacchetto quantizzi il flusso analogico
originale proveniente dal sensore), alla massima qualità possibile; per ogni corpo macchina è stato eseguito uno scatto
alla focale 14mm, uno a 18mm ed uno a 24mm (le inquadrature non sono perfettamente identiche perchè le due serie
di immagini sono state scattate a qualche metro l'una dall'altra, ma la cosa non inficia il test considerando la distanza
fra l'apparecchio ed il soggetto); gli scatti sono stati eseguiti alla sensibilità minima offerta in modalità standard dai due
corpi macchina, e quindi 100 ISO per la Canon EOS 5D e 200 ISO per la Nikon D3; lo sharpening era settato su
entrambi i corpi su valori medi e l'immagine è stata aperta e salvata in Adobe Photoshop senza regolazioni di sorta.
Per ogni focale ho scelto quattro zone progressivamente degradanti dal centro ai bordi più un settore in ombra (per
evidenziare eventuale rumore di fondo sul file non corretto), corrispondenti a crops da 450x450 pixel che sono stati
contrassegnati come A,B,C,D ed E; questi crops saranno visualizzati al 100% affiancando a parità di focale e zona
i due scatti eseguiti con  Canon e Nikon; naturalmente queste prove servono anche per valutare le ottime referenze
immediatamente raccolte dal Nikkor 14-24mm f/2,8.

JUST  TO  HELP  R.O.W.  READERS

As explained by Italian text, Canon pics look sharper on axis and on field because Canon
EOS 5D unsharp mask's  effect at medium settings is more aggressive if compared with
D3's,
so Canon files were more sharpened, while the corners are softer due to the difficulties of it's
sensor to match with the peripheral light pencils; the first pics was taken with THE SAME
NIKKOR AF-S 14-24mm f/2,8 G ED D LENS fitted on both bodies, so:
CANON CENTRER AND FIELD SHARPER DUE TO A MORE EFFECTIVE SHARPENING
CANON CORNERS SOFTER DUE TO SENSOR MATCHING PROBLEMS
I used two cameras of such different price ground because of the similar resolution and pixel
sirface: adopting an 1Ds MKIII or III (BTW, who own all kinda pro cameras all together to play
with?), the boosted resolution should means smaller pixels, that call for a stronger MTF high frequences'
juicing and another tuning for the cut-frequence in the low-pass filter, variables that are - uncording to me -
much more important than market prices when checking two items.
The lens adapter Nikon -EOS was tight and the Nikkor 14-24mm focused on the infinite mark on both bodies.

To people who finds this test ridicolous I can only suggest to put online their own, for sure
more reliable, right? Or they wish back the  (non-existent) ticket pay-toll for this page?

 


 





(questa zona non corrisponde esattamente a quella indicata dalla zona E del target, perchè l'immagine con Nikon D3 è
stata scattata con una inquadratura leggermente ruotata che tagliava parte della porzione, così ho scelto un'area altrettanto
scura, dove Canon palesa un rumore leggermente superiore anche col file non regolato)

prime considerazioni interessanti: lo sharpening del corpo Canon è molto più aggressivo di quello Nikon, fornendo a parità
di obiettivo, focale ed apertura del diaframma un senso di nitidezza molto superiore; la resa ottica ed il controllo della vignettatura
a 14mm sono davvero molto buone, confermando le referenze sull'obiettivo; una prima differenza a livello di sensore si può
percepire già negli schemi pubblicati sopra (zona "D"): potete facilmente notare come nell'angolo estremo (in basso a dx),
corrispondente agli ultimi pixel ai bordi del formato coperto, l'eccellente nitidezza garantita a 14mm sul sensore Nikon venga
vistosamente ammorbidita del sensore della Canon 5D, che evidentemente fatica più del dovuto ad intercettare i light pencils
periferici; questo ci fa capire che in molti casi l'improvviso ammorbidimento che si evidenzia nei files della 5D negli ultimi mm di
diagonale ai bordi, utilizzando grandangoli spinti, è dovuto anche a limitazioni intrinseche del sensore e non solamente alla
capacità analitica dell'obiettivo! Molto interessante.

 

 

 







alla focale 18mm valgono le stesse considerazioni: l'obiettivo fornisce un'ottima resa su tutto il campo, ed anche
in questo caso i bordi estremi (zona D), impeccabili su Nikon D3, presentano un vistoso calo di macrocontrasto
(vedi la pubblicità sul banner bianco) e di risoluzione (come evidenziato dalla pavimentazione della piazza), anche
in questo caso dovuto a "magagne" del sensore e non all'ottica; nella zona "E" del fotogramma Canon (ripeto,
non regolato in alcun modo rispetto allo scatto originale) compaiono artefatti "a listelli paralleli" verticali, una sorta
di "mappa" dei filari di pixel (forse dovuti a difetti nell'interlacciatura digitale dei valori RGB) che ho sempre notato
nei files digitali Canon e che è assente nell'immagine prodotta dalla Nikon D3

 


 



su 24mm è più evidente il calo di macrocontrasto di Canon (vedi zone B e C) già palesato un po'
a tutte le focali, ma qui più marcato, controbilanciato da una migliore modulazione delle sottili tessiture:
evidentemente ciò è dovuto a scelte differenti nella "ricomposizione" del file e financo nelle frequenze
di taglio dei filtri low-pass; nella zona "E" di Canon si ribadisce la percezione di questa "struttura", un
raster di filari longitudinali paralleli che non ho mai rilevato su alcuno dei corpi digitali Nikon da me
utilizzati, partendo dalla D-100 a seguire.

 

Il discorso sulle differenze fra la resa e la tecnologia di base dei due sensori si fa ancora più interessante
analizzando un piccolo crop periferico proveniente dallo scatto eseguito a 14mm ed f/8, come
evidenziato dallo screen capture seguente:



(nel rettangolo arancione il dettaglio dell'immagine
che verrà visualizzato ingrandito)


messo alla frusta a parità di obiettivo contro il moderno sensore della Nikon D3, quello montato sulla 5D
ha evidenziato insospettabili "sfumature" della sua personalità finora sconosciute in quanto imputate alle
caratteristiche degli obiettivi utilizzati: soltanto la particolare metodologia di questo test (stesso obiettivo
fisicamente montato su più corpi) ha consentito di scoprire, per così dire, "gli altarini":

 



a parità di inquadratura, obiettivo, focale, diaframma, esposizione, qualità
e modalità di file, si può notare con il sensore della D3 riproduca i dettali indicati
dalle frecce con un macrocontrasto ed una nettezza di dettaglio visibilmente superiore
a Canon, che è decisamente più fuzzy; una schermata al 300% del file ne spiega meglio
le ragioni...

(l'ingrandimento dei due soggetti non è identico perchè i due punti di ripresa erano
leggermente distanziati)

 

perdonate le dimensioni dell'immagine che obbligheranno molti a "navigarla", ma ne valeva la pena:
la visione al 300% porta ad una rivelazione sconcertante: a parità di condizioni il sensore Canon
produce fringings che non dipendono dall'aberrazione cromatica dell'obiettivo!  Infatti, l'identico
scatto eseguito su Nikon D3 ne è praticamente privo, preconizzando quindi errori software nella
ricomposizioni dei valori RGB che hanno anche l'effetto secondario di ridurre la nitidezza dei dettagli
fini; il crop del fotogramma Canon consente anche di visualizzare in modo ancora più chiaro questa
rete di strutture ed artefatti lineari paralleli (indicati dalle frecce bianche), totalmente assenti nello
scatto Nikon e dovuti anch'essi, probabilmente, alla "mappatura" dell'immagine partendo dal segnale
analogico non quantizzato (un semplice flusso di elettroni) prodotto dal sensore.

Queste constatazioni, a mio modo di vedere, sono un bel sasso gettato nello stagno e credo che faranno
discutere; dal mio punto di vista, essendo fra l'altro un affezionato utente della 5D, non ricavo alcun
beneficio da ciò: sono semplici constatazioni oggettive riscontrate in condizioni omologhe e controllate...
Nella fretta avevo dimenticato di annotare che - in effetti - l'elettronica della nuova D3 è in grado di
mappare in fringings presente nell'ottica utilizzata e di minimizzarlo sull'immagine, mentre ovviamente
Canon non è in grado di farlo, tuttavia la differenza è davvero avvertibile: dal momento che sui files della
mia 5D trovo spesso fringings persino in obiettivi che dovrebbero esserne totalmente privi (come ad
esempio l'EF 50mm f/2,5 macro) resterà sempre il dubbio relativo alle quote di responsabilità: quanto
di queste frangiature è dovuto all'aberrazione cromatica dello zoom-Nikkor 14-24mm f/2,8 (perfettamente
corretta dal workflow D3) o quanto è invece - eventualmente - introdotta dal pacchetto 5D? Resta
comunque il problema del raster di artefatti longitudinali paralleli, tutt'altro che indifferente dal momento
che è perfettamente visibile nelle zone in ombra persino sui files .CR2 RAW originali e non ritoccati...

Ma perchè avviene tutto questo?

L'immagine digitale parte dal sensore, che - in parole povere - è un piccolo pannello fotovoltaico: la luce
(in particolare i fotoni) colpiscono le celle al Silicio che lo compongono, generando un flusso continuo ed
analogico di elettroni direttamente proporzionale all'intensità della luce incidente: in parole povere, si può
dire che ogni "cella" sarebbe in grado di produrre l'informazione di LUMINANZA (cioè di luminosità)
per un pixel-immagine corrispondente; tuttavia, per rimappare un'immagine verosimile, è necessario anche
l'informazione relativa alla CROMINANZA di quel punto, cioè il colore: occorre quindi un livello di luminosità
(visualizzabile idealmente su una scala di grigi con nero e bianco come estremi) ed una coordinata-colore
(visualizzabile sul colorpicker di Photoshop tramite due coordinate "a" e "b" che individuano una specifica
sfumatura di colore), che abbinati forniscono la tonalità definitiva; questo metodo-colore viene definito in
gergo LAB (ovvero Luminanza + A e B, le coordinate-colore); per ottemperare a queste specifiche il
Dr. Bayer della Kodak ideò un sistema: anteporre ad ogni cella nel sensore dei filtri RGB (rosso, blu o verde):
in questo modo ogni cella fa passare solo la frequenza della luce corrispondente al suo filtro ed è quindi
sensibile solo a quel colore, fornendo così le informazioni di luminanza ed anche crominanza di quel colore
in quello specifico punto dell'immagine; Bayer distribuì i vari filtri secondo una sorta di "scacchiera", detta
appunto griglia di Bayer, illustrata a seguire:

distribuendo alle celle del sensore il 25% di filtri rossi, il 25% di blu ed il 50% di verdi, ci sono sempre tre celle contigue
dotate dei tre filtri RGB; utilizzando le informazioni di tre celle a contatto (indicate dai cerchietti neri) abbiamo per un punto-
immagine ideale coincidente con essi l'informazione di luminanza e crominanza sui tre colori fondamentali RGB: quanto serve
per avere i valori necessari per creare un punto immagine definitivo, quantizzato; naturalmente ogni cella con un determinato
colore è condivisa dalle altre celle contigue di colore diverso con cui è a contatto, e la mappatura finale dell'immagine richiede,
evidentemente, una complessa interlacciatura dei dati; ecco un altro schema che visualizza il concetto:

 

ad ogni punto-immagine corrispondono i tre valori di luminanza dei tre colori principali RGB, che interlacciati forniscono
i parametri finali di crominanza (colore) e luminanza (luminosità più o meno accentuata) del pixel finale.

Questo meccanismo è molto complesso da mettere in atto senza errori, e probabilmente è in questa fase che
il "pacchetto" Canon inciampa in qualche "pecca" nei suoi algoritmi; Nikon, d'altro canto, ha lavorato molto
in questo senso, ed il suo sistema di flusso è più sofisticato: infatti, nei sistemi tradizionali abbiamo un canale
per il rosso, uno per il blu ed uno per il verde, che svolge doppio lavoro, portando il flusso sia per i punti
verdi interlacciati al blu (Gb, green-blue) sia per i punti verdi interlacciati al rosso (Gr, green-red), il che
può creare controindicazioni...



(credits: schema Nikon corporation)

Le Nikon recenti, invece, utilizzano canali separati per Gb e per Gr (vedi schema), il che consente
una rimarchevole pulizia di immagine; inoltre, il sistema di lenti condensatrici anteposte alle celle è
molto sofisticato e, ciliegina sulla torta, si è passati ad una gestione a 14 bit/canale, il che significa
una maggiore capacità di rendere le sfumature; fra l'altro, il ridottissimo rumore di fondo che caratterizza
in partenza questi sensori avvantaggia in questo senso, dal momento che la successiva mappatura software
del rumore stesso (per eliminarlo in sottrazione) "cancella" il rumore stesso sottraendolo in detrimento
dai "bit" iniziali, che in tal caso restano solo teorici...

Non mi dilungo oltre in discorsi molto complessi e che disorientano anche me, tuttavia
è un dato di fatto che il "pacchetto" (parlare solo di sensore è riduttivo) della 5D elabora
in segnale analogico non quantizzato in modo meno preciso e fine rispetto alla D3, e questo
non deve scandalizzare ma è il normale frutto dell'evoluzione tecnologica: l'ultimo prodotto
lanciato sul mercato è sempre più perfezionato, almeno fino alla "risposta" della concorrenza!

 

Abbiamo parlato di pulizia del file e rumore di fondo: per "farmi del male" (so le referenze del file D3
e conosco bene i limiti della mia 5D) ho applicato ad un identico scatto eseguito con i due apparecchi
uno step piuttosto marcato del toop "luci-ombre" disponibile in Adobe Photoshop, che lavorando sul
gain del file si rivela ideale per evidenziare il rumore presente, la pulizia generale del file ed i limiti del
suo sfruttamento in post-produzione: da questo punto di vista, io stesso e molti altri abbiamo spesso
lamentato i limiti dell'immagine digitale Canon al riguardo, basata su un file con una cosiddetta  "gamma
dinamica verticale" inferiore a quanto offerto da alcuni modelli concorrenti, un compromesso forse accettato
per ridurre il peso del file, necessità ormai inconsistente visti i buffer e le schede disponibili al momento...

Ecco i risultati dell'esperimento.




Una correzione esagerata ed un po' surreale, ma indicativa per gli eventuali limiti del file

ecco i parametri impostati nella correzione

 

 



serve qualche commento? Ricordo che le immagini sono state scattate alla sensibilità minima
(200 ISO per Nikon e 100 ISO per Canon), avvalendoci quindi del rapporto segnale/rumore
più favorevole fra quelli disponibili; nella foto in alto a destra è nuovamente ben visibile l'onnipresente
struttura a filari verticali (vedi nel muro color salmone sopra la vetrina del negozio), che ricordano
tanto la visualizzazione a monitor dello schema di "Matrix" negli omonimi, famosi film di fantascienza...

 

Per completare l'opera non mi sono limitato a testare i due differenti sensori 24x36mm con lo stesso obiettivo
ma ho voluto creare due catene cinematiche "proprietarie", scattando a 17-18mm di focale ed utilizzando sulla
Nikon D3 il Nikkor 14-24mm f/2,8 D ED e sulla Canon EOS 5D il Canon EF 17-40mm f/4 L, il tutto con
l'intenzione di valutare come si comporta sul full-frame l'abbordabile zoom Canon (costa meno della metà
rispetto al Nikon) progettato sette anni prima del campione Nikkor, davvero tanti considerando l'attuale
accelerazione tecnologia; ecco le "schede segnaletiche" dei due obiettivi, entrambi apprezzati dai rispettivi fans.

 


Per metterli a confronto ho eseguito uno scatto a 18mm col Nikkor e a 17mm col Canon, esponendo ad f/8, seguendo
le identiche procedure descritte all'inizio del pezzo e con la messa a fuoco automatica bloccata sulla torre dell'orologio;
ecco i risultati.

 

 



Il Canon 17-40mm f/4 L si rivela una piacevole sorpresa: forse anche grazie allo sharpening più tagliente
della 5D (in realtà i settaggi sui due corpi erano analoghi) non sfigura al cospetto del recentissimo Nikkor,
ed anche l'ammorbidimento nell'ultima porzione di bordo della zona "E" (onestamente una frazione minuscola
e trascurabile dell'intero fotogramma), col senno di poi, è forse più dovuta ai limiti del sensore che a quelli
dell'obiettivo; resta in ogni caso l'impressione che Nikon abbia un file più corposo e con ampi margini di
lavorazione e che il Canon sia più "leggerino".

Per verificare se l'ammorbidimento ai bordi estremi del Canon EF 17-40mm f/4 L a 17mm fosse imputabile
al sensore, ho eseguito un'ulteriore scatto a 17mm, montando su EOS 5D entrambe le ottiche, verificando così
il comportamento ai bordi del Nikkor, finora eccellente; vediamo:

 

 


Da questa ulteriore serie di ingrandimenti abbiamo la conferma che il sensore Canon non
è colpevole in toto per l'ammorbidimento ai bordi su 17mm: infatti, utilizzando il correttissimo
Nikkor, il rendimento è molto superiore (anche se un po' più fuzzy rispetto a quanto garantito
dal sensore Nikon della D3), come confermato anche dall'ultimo crop singolo dell'angolo
superiore sinistro (grondaia); semplicemente, il Nikkor 14-24mm f/2,8 - fra gli zoom superwide
utilizzabili su sensore - credo sia attualmente imbattibile quanto a rendimento ai bordi, salvo
sviluppi futuri.



UPGRADING 06/06/2008

Nell'estate 2007 avevo testato sulla Canon EOS 5D il Nikkor AF-S 17-35mm f/2,8 ED, e credo
che un piccolo addendum da questa prova completi la visuale sull'argomento; ecco a seguire uno
scatto eseguito con a EOS 5D ed il mio Nikkor AF-S 17-35mm f/2,8 ED personale (acquistato
nella primavera del 2000 ed abbondantemente sfruttato), impostato sulla focale 21mm con apertura
f/8, tempo di esposizione 1/250" e sensibilità 100 ISO (file originale RAW - CR2); dal file a formato
pieno ho prelevato ai bordi estremi due crops al 100% da 400x300 pixel cadauno, utili per valutare la
risposta del famoso zoom-Nikkor 17-35/2,8, nato per la Nikon D1, sul sensore 24x36mm della EOS 5D.

 

lo scatto a formato pieno


le zone dalle quali sono stati prelevati i crops al 100% del formato,
vicino ai bordi del fotogramma

 

 

i due crops evidenziano una buona risposta sul full-frame anche
per il "vecchio" AF-S Nikkor 17-35mm f/2,8 ED, anche se è
forse avvantaggiato dalla focale 21mm (su 17mm i bordi sarebbero
sicuramente più critici)

Aggiunto per giusto dovere di completezza.



FINE  UPGRADING  06/06/2008

 

Ricapitolando, il Nikkor 14-24mm f/2,8 ha presentato una correzione della vignettatura ed una resa ai bordi
di altissimo profilo, a maggior ragione se consideriamo la criticità di una focale variabile da 114 - 84° applicata
al sensore pieno, ma anche il Canon 17-40mm f/4 L, nonostante fosse stato specificamente progettato per i sensori
di formato inferiore privilegiando marcatamente l'asse rispetto ai bordi (allora non sfruttati) ha evidenziato un
comportamento soddisfacente, cedendo solamente nell'ultimissimo, irrilevante scampolo di formato (in parte
anche a causa del sensore); per quanto riguarda il confronto fra i due "pacchetti", l'attuale vantaggio del sensore
e del software Nikon è evidente: il file è corposo, pulito, privo di rumore e non fa una piega anche dopo gain
esagerati, mentre Canon, semplicemente, paga il prezzo di tre anni d'anzianità, che nel settore sono secoli;
resta lo conforto per la scarsa "elasticità" del file e soprattutto per la serie di artefatti e fringings generati dalla
catena cinematica.... Naturalmente una reflex col formato e la risoluzione della 5D proposta ad un simile prezzo
vanta comunque un value for money imbattibile, ma chi approda al full-frame è solitamente un utente smaliziato
che non si accontenta certo di "congelare" il file così come esce dall'apparecchio e di impiegarlo talis qualis...
Alla Canon, invece, occhieggiavano anche ad un'utenza di profilo molto più basso, come palesato dalla vasta serie
di opzioni/menu per la stampa diretta dall'apparecchio senza utilizzare il PC, una funzione da compatte entry-
level che la dice lunga sulla sproporzione fra le proiezioni del costruttore e le reali esigenze dell'utenza.

 

MARCOMETER



DOPO  LUNGHE  RINCORSE,  RIPENSAMENTI,  MEDITAZIONI
E  TRAVAGLI  TECNICI , OGGI  LA NIKON  D3  FULL-FRAME  E'
OGGETTIVAMENTE  AVANTI,  MA  NON  PARLIAMO  DI
VINTI  O  VINCITORI:  E'  LA  NORMALE  EVOLUZIONE  DELLA
TECNICA  A  FARE  SI  CHE  L'ULTIMO  LANCIO  COMMERCIALE
INCORPORI    I  PIU'  RECENTI  AFFINAMENTI  DISPONIBILI,
FUNGENDO  DA  PIETRA  DI  PARAGONE  FINO  ALLA  "RISPOSTA"
DEI  CONCORRENTI.



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