DIARIO FOTOGRAFICO DEL RITROVAMENTO DI UN GROSSO ITTIOLITE
NEL PLIOCENE MEDIO CALABRESE - LUGLIO 1983

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Intorno al 1978 paleontologi francesi informarono un mio amico della sequenza di argille organogene
presenti in falesia sulla costa jonica calabrese; da sempre particolarmente innamorati dell'ittiofauna
ci accordammo da subito per una spedizione esplorativa nell'estate successiva, 1979, nel corso della
quale individuammo sul litorale antistante Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, delle sequenze argillose
che presentavano le tracce di stagnazione (sequenze sapropelitiche, diatomeiti, cristalli di solfato di Calcio)
simili a quelle riscontrate nella parte sommitale del giacimento pliocenico post-coltre del fiume Marecchia,
in provincia di Rimini.

Nel giacimento del Marecchia per post-coltre si intende giacimenti definiti neo-autoctoni sedimentati
successivamente alla messa in posizione di una coltre alloctona legata ad una frana con colata sottomarina,
sopravvenuta nel Pliocene inferiore-Zancleano; le sequenze sapropelitiche e diatomeitiche, intercalate a
 banchi si solfati con piccoli livelli caratterizzati da tanatocenosi per l'alto grado di eutrofizzazione ed asfissia
delle acque sono invece una costante nei giacimenti italiani del Miocene superiore - Messiniano dove l'attività
della zolla africana creò una discontinuità di approvvigionamento idrico al Mediterraneo con conseguente
intensa evaporazione e saturazione salina con precipitazione di solfati e fioritura di fitoplancton nella zona fotica
che impoveriva l'acqua di ossigeno dando vita alle cenosi di cui sopra; nel Pliocene il problema si normalizzò
ma restano sempre tracce di stagnazione, ambiente sovrassalato ed eutrofico, come certi orizzonti impregnati
di solfati sporadicamente presenti in Calabria dimostrano; ritengo che queste sequenze siano più o meno
coeve a quelle del Marecchia terminale, ascrivibili quindi al  Piacenziano medio e superiore, un piano
compreso fra 3 e 2,5 milioni di anni fa.

Si evidenziò fin da subito una ittiofauna piuttosto ben conservata; tornammo in loco a più riprese nel 1980,
1982 e 1983; proprio nel Luglio 1983 venne alla luce forse il reperto più valido, anche se appartenente ad
una specie già ben nota e segnalata sia nel succitato giacimento pliocenico del fiume Marecchia sia nella più
antica formazione diatomitica di Mondaino, del Miocene superiore; si trattava di un esemplare completo,
anche se forzatamente estratto in tre pezzi già naturalmente frantumati, di

ORDINE: PERCOMORFI
SOTTORDINE: PERCOIDEI
FAMIGLIA: CARANGIDI
GENERE: TRACHURUS
SPECIE: INDETERMINATA

Ovvero un Trachurus Sp., l'odierno "sugarello"; l'esemplare di Isola Capo Rizzuto misura 394mm e le fasi relative
alla ricerca ed al consolidamento-preparazione del pezzo sono illustrate nelle interessanti immagini che seguono,
da me realizzate personalmente; pochi anni dopo la piccola falesia è stata smantellata dalle mareggiate invernali e questa
pagina è l'unica traccia rimasta di uno dei moltissimi siti distrutti dal degrado naturale.
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Copyright Foto e Testi Marco Cavina
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